I GRANDI DEL CALCIO

Abbiamo incontrato Sossio Aruta

Aruta e Marcussen

Ad assistere all’incontro di calcio tra la formazione capitolina della Lodigiani e l’Ascoli si sono portati i massimi vertici dell’Eco di Roccasecca: Riccardo, Ferdinando e Marcussen. L’anticipo di serie C1 si è disputato sabato 5 dicembre alle 14 e 30 al campo delle Tre Fontane. La partita di per sé non è stata entusiasmante, essendosi incanalata subito nel cliché italico "squadra di casa in vantaggio si difende, squadra in trasferta tenta il recupero". Per la cronaca la Lodigiani si è imposta per 1 a 0 con gol di Toni su rigore all’8° del primo tempo. Al termine dell’incontro, in una serata di freddo pungente, il nostro trio si è recato negli spogliatoi per le interviste di rito. Cordiali e disponibili hanno risposto Aloisi a Ferdinando, Caruso ad un attentissimo Marcussen e Vigiani a Riccardo. Quest’ultimo e Marcussen, mentre Ferdinando era alle prese con il mister Tiberi (sostituto dello squalificato Ferrari), hanno avvicinato il mitico lungocrinito attaccante dell’Ascoli Sossio Aruta, idolo delle folle già a Sant’Antonio Abbate, Cosenza, Savoia, Francavilla, Taranto, Benevento, Pescara e Fermo. Aruta, pur avendo una struttura fisica da centravanti classico, è prevalentemente un attaccante esterno molto dotato tecnicamente; proverbiali le sue scorribande sulle fasce laterali, i dribbling ripetuti atti a sgomentare il malcapitato terzino avversario, gli improvvisi ed imprevedibili tocchi geniali che smarcano il compagno liberatosi in area. Ad essere pignoli, possiamo dire che gli fa difetto il carattere, soprattutto quando scende in polemica plateale con arbitri, assistenti dell’arbitro, compagni, avversari, pubblico e dirigenti. Ne ha per tutti. Solo così, del resto, possiamo spiegarci il motivo (altrimenti misterioso) per cui un talento simile non trovi spazio in categorie superiori. Nella sua unica apparizione in Serie B, nella prima parte del campionato 1997/98 nelle file del Pescara, collezionò 19 presenze (alcune solo spezzoni di gara) realizzando 3 reti e gettando spesso nel panico le difese avversarie. In particolare ricordiamo gli inebetiti difensori della Fiorentina terrorizzati dalle finte di Aruta nel ritorno di Coppa Italia in cui i viola rischiarono l’eliminazione (passarono dallo 0-2 ad un fortunosissimo 2-2 all’85’); in quell’occasione Sossio colpì anche una traversa con un tiro ad effetto di rara bellezza. In campionato, a Verona, i tifosi scaligeri lo invocarono a lungo per applaudirlo. Questo non piacque alla dirigenza pescarese! Poco tempo dopo fu spedito alla Fermana in C. Ora è all’Ascoli. Quando lo abbiamo avvicinato era nervosissimo, anche a causa della sconfitta, e ci ha annunciato di essere in silenzio stampa. Poi, gettata la borsa con gesto nervoso sul pullman, ha fatto un’eccezione, solo per l’Eco, mostrandosi disponibilissimo a scambiare due parole e a farsi fotografare per noi. Interrogato sul periodo pescarese si è lasciato sfuggire un "bei tempi…". Ebbene, noi speriamo che un attaccante talentuoso e di razza come lui presto scalerà di nuovo l’élite del calcio italiano imponendosi in barba ai ciechi operatori nostrani di mercato.

Per gli appassionati di statistiche ricordiamo che Aruta ha segnato in carriera 87 reti (al termine della stagione 1997/98). I tifosi ascolani si augurano che a giugno prossimo il loro beniamino sia entrato a far parte del "Club dei 100". Dall’incontro del 5 dicembre Marcussen si è messo alla caccia dell’unica maglietta da professionista di Aruta: la mitica n. 20 del Pescara 1997/98, ma fino a Natale non la aveva ancora trovata e si era dovuto accontentare di una più "normale" n. 9 di Batistuta! Nella sua stanza campeggia la gigantografia della foto con Sossio e dell’autografo con dedica.

Alla prossima puntata.

Aruta lascia un ricordo a Marcussen

 

UP.jpg (843 byte) Dx.jpg (836 byte)
Sx.jpg (840 byte) Down.jpg (867 byte)