Cartoline D.O.C.

(seconda parte)

Siamo di nuovo a presentarvi una serie di cartoline dall’aspetto o dal contenuto particolarmente bizzarro. Questa seconda puntata non era prevista così presto, ma alcuni ritrovamenti recenti ci hanno "costretto" (si fa per dire) a tornare sull’argomento. Questa volta spaziamo tra il periodo fascista ai primi anni ‘60.

 

Ne abbiamo pizzicate altre due! Ci riferiamo a quei due stupendi esemplari di cartoline con identico soggetto femminile, ma località differente, ricordate? Quella signora attempatella, benché prosperosa che, seduta su uno scoglio, mandava da due cartoline diverse "Saluti da Gaeta" e "Saluti dal Mare di Formia", apparsa sul precedente numero dell’Eco. Ebbene, almeno in quella circostanza, si trattava di due cittadine molto vicine, in fondo il tratto di mare era proprio il medesimo. State a vedere quelle che presentiamo oggi. La prima, in alto, raffigura due vedute di Vico Equense (località nota ai lettori dell’Eco in quanto città natale della maggior parte degli esponenti della famiglia Sarro, n.d.r.) al fianco delle quali spiccano due una graziose giovinette: una moretta sulla destra ed una biondina dalle gambe non particolarmente affusolate sulla sinistra. Sorridono le fanciulle, appoggiate ad una ringhiera di uno stabilimento balneare. Uno stabilimento di Vico Equense, penserete voi. Macché. Passate alla cartolina successiva, nella colonna a fianco. La ragazzetta è sempre la stessa, nella medesima posa, lo stesso giorno, nello stesso momento, insomma è lo stesso scatto della precedente. La sua amica invece non c’è più, è stata tagliata (forse le avevano pagato soltanto una foto). Ma attenzione! Non ci troviamo più a Vico Equense, sulla costa napoletana, siamo arrivati ad Ostia, sul litorale romano! Intorno alla fanciulla ci sono sei piccole immagini di Ostia, la celebre spiaggia detta "il mare di Roma", da sempre destinazione finale della stragrande maggioranza di cercatori di sole della capitale.
La cosa che ci meraviglia di più è la facilità, da parte di chi ha preparato le due cartoline (diciamo due , ma a questo punto chissà quante ce ne saranno in giro, con le più svariate spiagge della penisola!), nell’appicicare su di esse le etichette più disparate, senza la benché minima preoccupazione. Ci sovviene un’ultima curiosità: le due ragazze dove staranno in realtà? Quale spiaggia è realmente quella che si vede alle loro spalle? Ovviamente, se ne trovaste una terza, inviatecela immediatamente, sarà certamente pubblicata.

 

L’ultima immagine è una cartolina postale dell’era fascista. Non c’è didascalia, ma l’immagine sembra rappresentare un funerale, con carro funebre trainato da cavalli. Ma quello che ci interessa farvi notare è il muro della casa in primo piano (peccato che sulla stampa non si veda bene). Tra le due finestre al primo piano si lgge un "messaggio" tipico dell’epoca, che recita così:

"SERVIRE IL FASCISMO, NON SERVIRSENE"

Per chi fosse un po’ duro d’orecchi, o meglio d’occhi, un altro messaggio si staglia sullo stesso muro, poco più in basso, che non è uno slogan, ma una pubblicità:

"MAGNESIA SAN PELLEGRINO"

Non è per caso un purgante?

Alla prossima, e inviateci le cartoline strane che trovate nelle vostre soffitte.