Storia delle Bandiere
Bandiere navali danesi in una raccolta del 700
LA LEGGENDA DI "DANNEBROG":
LA BANDIERA DELLA DANIMARCAVi starete chiedendo: perchè un articolo sulla bandiera danese. Innanzitutto perchè nelle risposte al questionario dei lettori dellEco, le bandiere erano tra gli argomenti richiesti da alcuni lettori (ci sembra di ricordare il 2% di essi); in secondo luogo perchè, in attesa di raccogliere documentazione sufficiente per scrivere un articolo sulla bandiera di Roccasecca (urgono informazioni in merito, MUOVETEVI!), abbiamo pensato che potesse essere di un qualche interesse un primo assaggio sul tema, aiutandoci anche con un piccolo fascicolo di una rivista marittima del 1986 ( a cura di F. Gay). Per cominciare abbiamo scelto la bandiera che, forse, è la più longeva ancora in vigore. Infatti, i Danesi affermano con orgoglio che la loro bandiera nazionale, usata senza interruzioni sicuramente dal XIII secolo in poi, è la più antica del mondo. Questo bel primato si deve certamente alla stabilità nazionale e dinastica della Danimarca, che esiste come regno unito dagli ultimi anni del X secolo. Pur essendo passata, con alterne vicende, attraverso una serie di guerre che lhanno resa, alternativamente, padrona del Nord europeo o ridotta al suo mero nucleo centrale dello Jutland e delle isole vicine, ha sempre conservato, anche nei momenti peggiori, la sua indipendenza. Fra i più attivi e spregiudicati membri della grande famiglia vichinga, i Danesi cominciarono molto presto a dare delle preoccupazioni ai loro vicini. La diffusione del Cristianesimo ad opera del monaco Ansgar (Sant'Ascario), a metà del IX secolo, contribuì a rendere possibile la formazione di uno Stato unitario sotto Gorn il Vecchio (899-936). Questo periodo segna anche linizio della grande espansione danese a danno delle popolazioni confinanti, sotto sovrani dal nome leggendario, quali Harald Blàtand (Aroldo Denteazzurro, 936-986), che si impadronì facilmente della Norvegia, Svend I Tveskàg (Sven Barbaforcuta, 986-1014), che sbarcò in Inghilterra proclamandosene re e creando un dominio che andava da Londra a Chester, Knud (Canuto il Grande, 1019-1035) e il suo successore Hardeknud (Ardicanuto, 1035-1042), entrambi re di Danimarca, Inghilterra e Norvegia. |
Dopo la morte di Ardicanuto, il dominio danese si sfasciò e la Danimarca fu ridotta ai suoi territori originari. Dopo un lungo periodo di disordini, ribellioni, guerre civili, la grande politica di espansione riprese sotto Valdemaro I il Grande (1157-1182). Fu sotto il regno di questo grande principe che il vescovo Absalon di Roskilde, suo amico e prezioso consigliere, dette inizio alla crescita della città di Kopmannaehavn (porto dei mercanti) che nel 1416, sotto Cristiano I di Oldenburg, divenne la capitale del Regno: Copenaghen, la "splendida". Sotto Valdemaro II - "il Vittorioso" - (1202-1241), la potenza danese risorse. I confini del Regno si estesero fino all'Elba, furono conquistati i Paesi tedesco-vendi lungo il Baltico e, con una famosa crociata, la ancora pagana Estonia. Fu proprio durante questa «crociata» che nacque la leggenda sulle origini della bandiera nazionale danese, il «Dannebrog», la bandiera caduta dal cielo. Secondo la tradizione raccolta da un monaco di Roskilde, Petrus Olai (Peter Olsen), nellanno 1208, mentre i Danesi combattevano in Livonia, accadde che durante uno scontro svoltosi a Felin, essi fossero sul punto di essere sconfitti. I combattenti, disperati, implorarono l'aiuto di Dio e allora, miracolosamente, cadde dal Cielo un drappo di lana rossa con una croce bianca, mentre una voce dall'alto esortava ad alzarlo contro i nemici che ne sarebbero stati atterriti. Il significato di Dannebrog sarebbe proprio quello di "rosso" (dan) e "drappo - stoffa" (brog). |
Bandiere danesi in un album del 1850 Quando Petrus Olai scriveva la sua "Storia della Danimarca" era il 1527 e molto tempo era passato dal miracoloso avvenimento. Tutta la storia era stata tramandata in modo assai vago e la stessa battaglia di Felin, se pur era avvenuta, doveva essere stata una cosa di poco conto, dato che tutti i cronisti medioevali l'avevano ignorata. Era meglio collegare la storia ad un avvenimento più importante e ben definito, e così il buon monaco avanzò l'ipotesi che il fatto, da lui senza nessuna esitazione accettato per vero, fosse accaduto invece nel 1219 in occasione della grande battaglia di Lyndanisse, nel Nord dell'Estonia durante la "Crociata" per conquistarla. |
Quel giorno erano presenti nel campo danese l'arcivescovo Anders Suneson e molti vescovi che, come allora spesso accadeva, erano più abili a maneggiare la spada che la croce. I Danesi erano stati attaccati di sorpresa; Theoderik, vescovo di Estonia, era stato ucciso insieme a molti dei suoi e la situazione era assai critica. Per essere più vicini al Cielo e far giungere più facilmente a Dio le loro preghiere, i vescovi salirono su una collina e fecero voto, se la sorte delle armi si fosse volta a loro favore, che ogni danese, dall'età di 12 anni in poi, ogni anno, nel giorno della battaglia, non avrebbe mangiato che pane e acqua. Impegnando il pranzo e la cena delle fuuture generazioni, i vescovi ottennero quanto chiedevano. La bandiera cadde dal Cielo mentre il Re, che non era lontano con la sua flotta, accorreva, sbarcava le sue truppe e sconfiggeva i pagani. Era il 15 giugno 1219, giorno dei santi Vito e Modesto, oggi considerato come festa nazionale, il "Giorno cli Valdemaro", che coincide anche con il ritorno, avvenuto nel 1920, con plebiscito, dello Schleswig settentrionale alla Danimarca. Di simili interventi divini nelle faccende umane, anche a proposito di insegne e di bandiere, se ne contano diversi: basta pensare al sogno di Costantino ed al motto "in hoc signo vinces"' dettato dal Cielo. Ma assai più raro, o forse unico, è l'apporto diretto, come in questo caso, di una bandiera già confezionata in buon panno di lana, un oggetto che avrebbe dovuto essere conservato come sacro nel più santo dei luoghi, mentre invece del Dannebrog miracoloso si perse subito ogni traccia, anche se alla poetica storia i Danesi credettero ciecamente almeno fino al XVII secolo, convinti che lo stendardo celeste fosse conservato dal Re in luogo sicurissimo e segreto. Ma siccome ogni leggenda nasce da qualcosa di vero, se pur ingigantita e deformata dalla fantasia e dalle superstizioni, gli storici cercarono qualche spiegazione plausibile circa l'origine dello stendardo, compatibile con la credenza popolare. La spiegazione più diffusa è quella che lo stendardo con la croce fosse stata la bandiera di qualche vescovo guerriero, o meglio ancora un dono del Papa al Re danese in vista della spedizione contro gli in fedeli dell'Est. La cosa, in quel tempo di crociate per la diffusione della fede, era usuale. Un esempio molto conosciuto è quello dello stendardo bianco con una croce rossa che Papa Alessandro II inviò a Gugliemo il Conquistatore prima che invadesse lInghilterra nel 1066; nel 1199 Papa Innocenzo III donò uno stendardo simile al Re di Armenia perché lo usasse contro i nemici della Croce; un altro fu donato ai Bulgari; di altri ancora si ha menzione, tutti, in genere, donati ai re cristiani delle terre di confine tra fedeli e infedeli. Sven Tito Achen, uno studioso danese al quale dobbiamo molte di queste notizie sulle origini del Dannebrog, partendo da una visione più ampia delle bandiere europee dell'epoca, e non limitata alla sola Scandinavia, ha avanzato una ipotesi che è da considerare assai probabile anche se distrugge del tutto la leggenda: egli parte dalla constatazione che una serie di bandiere e di stemmi di nobili e di città ornati di una croce, si susseguivano lungo i confini del Sacro Romano Impero, quasi ad affermare la fede cristiana verso il resto del mondo ancora pagano. Molti di questi stemmi derivano dal vessillo di guerra della Germania imperiale, il Reichsturmfahne che fu in uso dal 1190 al 1400 circa e che consisteva proprio in una croce bianca in campo rosso. In quel periodo lImperatore considerava il Re danese suo vassallo, anche se questa pretesa non era accettata dai sovrani locali che tuttavia, non potendo essere in guerra anche con lImperatore dopo tutti i guai che avevano con i vicini, dovevano talvolta fingere di essere consenzienti e utilizzare pertanto anche la bandiera imperiale. Di altre teorie sull'origine della bandiera è superfluo qui parlare; tutto questo interesse intorno alle origini della bandiera nacque col sorgere del sentimento nazionale, alla fine del XVIII secolo, e si diffuse con i movimenti democratici e nazionali del secolo successivo, culminati nella guerra vittoriosa contro gli insorti dello Schleswig-Holstein e contro la Prussia del 1848-50. Stretti legamr uniscono oggi gli Stati scandinavi divisi, un tempo, da fieri contrasti. Le loro bandiere, tutte contraddistinte dalla comune croce scandinava, sventolano unite ai confini dei singoli Stati. Noi speriamo di poter proseguire questo stesso argomento, trattando bandiere più vicine a noi, nate magari anchesse da qualche leggenda locale. E chissà che non scopriremo che la bandiera della Ciociaria - una croce celeste su sfondo bianco, sormontata da un Alicantro con le tre torri sul dorso - non fu trovata dai nostri avi sulla vetta del Monte Cairo? |
Bandiere danesi in una tavola del 1858 |