Roccasecca e dintorni

Piccole storie di ieri e di oggi

Queste brevi storie realmente accadute ci sono state inviate dal solerte Franco Nardi, nostro inviato e sovente testimone oculare di quanto di più curioso accade in quel di Roccasecca.

 

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Anche i bimbi ridono a crepapelle ascoltando queste storie tipicamente roccaseccane (Ludovica, foto Nardi Communic.)

 

 

 

La prima storiella è accaduta venerdì 19 marzo 1999.

Il luogo: Via Piave, locali dell’Ufficio Postale.

Suona l’allarme e quasi subito arriva rombando la volante dei carabinieri che si ferma di traverso, sulla strada per bloccare eventuali tentativi di fuga, ma nel posto sbagliato e cioè all’altezza dell’ex Ufficio Postale.

Il carabiniere sul lato guida scende con il mitra in pugno e copre le spalle al compagno che, pistola alla mano, si avvicina cautamente ai locali.

Nel frattempo, come spesso accade in queste occasioni, una folla di curiosi si raduna sia pure ad una certa distanza dal luogo del fattaccio.

Ma l’Ufficio Postale da qualche tempo si è spostato poco più in là, di circa 100 metri, ed è da lì che proviene la sirena d’allarme. Nei locali dell’ex Ufficio Postale ora c’è un … negozio di biancheria intima femminile.

I due carabinieri si portano allora sul luogo dove è realmente scattato l’al- larme e verificano che si è trattato di un falso contatto, dovuto ad alcuni lavori di modifica all’interno degli uffici. Tra l’altro, per la cronaca, lo scherzetto si ripeterà più volte nei giorni a seguire.

E per fortuna tutto ciò è accaduto in orario di chiusura del negozio, altrimenti, travisamento per travisamento, considerando come corrono veloci le notizie più strampalate e distorte ogni volta che accade qualcosa di inusuale, chissà che il giorno dopo non avremmo trovato esposta qualche locandina di giornale locale con una notizia del tipo "Ladri presi col reggicalze nel sacco!", oppure "Tanga e coulottes a ruba su Via Piave!"

 

 

 

Il secondo aneddoto, alquanto singolare, risale a qualche tempo fa.

Ometteremo i nomi reali in ottemperanza alla legge sulla "privacy", ma il fatto è reale.

C’è una casa che ha la sfortuna di trovarsi proprio su una curva lungo la strada che congiunge Roccasecca Scalo a Roccasecca Alta. Perché sfortuna? Perché purtroppo più di una volta quella curva è stata oggetto di incidenti stradali.

La prima volta:

c’è un tale che mentre sta percorrendo la succitata strada con il motorino, dirigendosi verso Roccasecca centro, esce fuori strada proprio all’altezza della famigerata curva. Il motorino urta il muretto ed il malcapitato conducente finisce nel giardino della casa di cui sopra. Il proprietario che in quel momento stava pranzando accorre in soccorso, offre un bicchiere d’acqua allo sventurato, che comunque se la cava con qualche escoriazione e tanta paura. Il muretto risulta un poco scrostato, ma sembra un danno da poco e non viene neanche preso in considerazione. Intanto il merlo dice "Stavame scarse".

La seconda volta:

lo stesso tizio del motorino ora ha preso da poco la patente e sta provando la sua automobile quando, vuoi per la scarsa perizia, vuoi per una distrazione, esce di strada proprio nello stesso posto dell’altra volta ma con conseguenze più pesanti. Sfonda il muretto, abbatte un salice e sui ferma a pochissimi centimetri dalla gabbia del merlo. Il proprietario, che stava rientrando da una faticosa giornata di lavoro, accorre come nell’occasione precedente e chi ti trova? Ancora lui! Dopo essersi "ragionevolmente irritato", presta i primi soccorsi anche se il "pilota" risulta illeso. In compenso i danni sono ingenti. Il merlo tace ma fischia nervosamente.

La terza volta:

ancora un incidente, ancora lo stesso guidatore, ancora la stessa curva, la stessa casa. Abbatte il muretto (che pure era stato rinforzato con due file di blocchetti di cemento ed anche rialzato), la ringhiera di ferro taglia la cappotta dell’automobile, spazza via alcune cassette piene di pomodori, colpisce la gabbia con il merlo e va a fermarsi proprio vicino alla porta di casa. E’ ora di cena, il proprietario si alza di scatto di fronte a questo nuovo "terremoto" e, trovatosi di fronte all’ennesimo scempio, si rivolge alla moglie: "Ma mò chi è chiss’avete?" E lei di rimando: "Ma a me me sembra ancora chiglie vaglione…" Allora lui, fuori di sé pare abbia detto: "Mannneggia …. , se manche ‘sta vota n’zè fatte niende, glie accide ie!"

Il merlo non fischia più.

F.N.

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