Quella
che vi raccontiamo è una storia di argomento calcistico, ma che
va oltre la semplice cronaca sportiva. Ve la narreremo, grazie
soprattutto alle testimonianze dirette del nostro Franco,
periodicamente inviate in redazione in forma di dispacci.
Tutti
sanno che con l’avvento delle TV via cavo (a pagamento) come
Tele+, parecchi tifosi non possessori di antenne paraboliche e
di abbonamenti alla squadra del cuore hanno preso l’abitudine
di assistere alle partite presso luoghi pubblici in cui sono
installati televisori in tal senso attrezzati. Nella stagione
calcistica appena conclusasi, a Roccasecca Alta, due bar hanno
offerto questo tipo di servizio: uno trasmetteva le partite dell’Inter,
l’altro – che aveva a disposizione tre sale – le partite
della Juventus e del Milan. Dal momento che, ad inizio di
stagione, tutto lasciava supporre una conferma dello strapotere
juventino, i gestori del bar avevano sintonizzato i due
apparecchi televisivi delle sale superiori, più capienti, sugli
incontri della Juventus, lasciando ai tifosi del Milan una
saletta attigua alla sala del biliardo, alla quale si accedeva
attraversando il bar in tutta la sua lunghezza (passando quindi
nelle sale "bianconere") per poi scendere in un
cunicolo strettissimo terminante con alcuni gradini. Sul retro
di questa saletta c’è una portafinestra che dà proprio sulla
strada, oltre la quale si trova il bar che offre le gare dell’Inter.
I tifosi del Milan si trovavano dunque presi in mezzo tra
juventini (in alto) ed interisti (oltre la strada). Dopo le
prime partite di campionato i tifosi juventini, superiori in
numero, hanno cominciato a bersagliare di sfottò i milanisti
ogni qual volta questi si accingevano a scendere nel cunicolo.
"Essigliè, so arrivate gli milaniste! Iatevenne giù,
ca’ aecche ce stanne chiglie bbone. Iatevenne giù, dente agli
Sepolcre!" E giù tutti a ridere.
Dopo
qualche tempo la saletta dei rossoneri era universalmente
conosciuta col nome di "Sepolcri". In verità,
visto che le cose al Milan non andavano poi malaccio, gli stessi
tifosi del Diavolo cominciarono ad apprezzare questa situazione
vagamente "carbonara" che sortiva comunque effetti
globalmente positivi. E si sa come vanno le cose nel mondo del
calcio: appena si pensa che qualcosa o qualcuno porti fortuna,
non si cambia più, quindi, ben felici di andare ai Sepolcri!
Chi
segue il calcio conosce fin troppo bene come è andato il
campionato 1998-99, agli altri basti sapere che, tra alti e
bassi, le cose al Milan sono andate fin troppo bene, terminando
la stagione con la vittoria del 16° scudetto, mentre alle
piazze d’onore si sono accomodate la sfortunatissima Lazio, l’incompiuta
Parma, l’altalenante Fiorentina e la lunatica Roma; a Juventus
ed Inter sono rimaste le briciole, anzi neanche quelle. Potete
immaginare dunque il clima che si è respirato, di domenica in
domenica, nei suddetti bar.
All’interno
dei Sepolcri, in verità, si sono vissuti momenti di grande
tensione, soprattutto quando il Milan ha fornito prestazioni
sotto tono, a causa del rendimento molto basso di due giocatori
in particolare: il francese Ba e il tedesco Ziege. Contro di
loro si sono scatenati gli strali dei tifosi più accesi. "Manneggia
a Ba e a chi ce l’ha purtate! Dìchene ca gli vole gliù Real
Madrid. I portatecélle no? Sennò ce li porte ie a Madrid,
colla macchina mea!"
Il
controllo sui tifosi che potevano accedere ai Sepolcri era
severissimo. Chi vi scrive, presentato da Franco, con referenze
decennali, mostrava anche la carta d’identità dove faceva
bella mostra il cognome MILAN (il massimo per un tifoso!).
Ebbene, anche di fronte a tanta esposizione, il capotifoso,
rivolgendosi a Franco, chiedeva: "Sì vabbè, ma chiss
è proprie degliu Milan?".
Con
l’andare del tempo e con la situazione di classifica sempre
più buona del Milan, il numero dei tifosi che presenziavano al
rito della domenica andava progressivamente aumentando, come ci
raccontava Franco in un messaggio datato 28 gennaio: "Quello
che è successo ai Sepolcri è inimmaginabile, il tifo era da
stadio. E’ venuto un tifoso da San Giorgio. Pasquale, colui
che segna le presenze, dopo la partita gli ha detto <Vagliò,
mò tu adda venì sempre> e un altro ha subito gridato <’n
applauso pe gliù vaglione!> e giù un fragoroso applauso."
In
un altro dispaccio del 15 febbraio si legge che "Ieri i
Sepolcri erano intasati. Prima di entrare c’è stata una lite.
Infatti Pasquale, capotifoso ma anche campione del locale
Circolo Bocciofilo D.L.F. (DopoLavoroFerroviario), pare si fosse
fatto eliminare con la propria
squadra, pur di giungere in tempo al bar per vedere la partita
del Milan. Ovviamente le accuse sono state pesanti. Per prendere
posto ormai bisogna arrivare almeno 20 minuti prima dell’inizio
della partita anche se per i <portafortuna> i posti sono
sempre riservati."
E
ancora "Ieri, in attesa della partita vi sono stati
degli sfottò tra le due fazioni:
<Aho!
Chiglie traditure de Lippi se n’è ite, ce penza Ancellotti
mò>
<Ma
glie fate iucà immése?> (come a dire: a voi servirebbe come
giocatore non come allenatore, uno come Ancelotti)
E
al gol di Tuta (attaccante, si fa per dire, del Venezia):
<Sì,
sì, gli sente mò gli scapezzune!>
Ad
aprile si entra nella fase calda del campionato. In due
occasioni, visti i risultati delle due squadre, opposti alle
previsioni, i gestori del bar preferiscono privilegiare i
milanisti, promuovendoli nelle sale superiori, destinando i
pochi juventini rimasti assidui nei Sepolcri. Ma dopo due
pareggi, i rossoneri pretendono il ritorno ai Sepolcri, dove le
cose vanno sempre bene (vedi Milan-Sampdoria!) anche se questo
vuol dire stare in tanti inzeppati nella piccola stanza con
pochissime possibilità di movimenti e di … respirazione,
causa scarsità di spazio e di aria.
Si
arriva alla domenica di Udinese-Milan. Ecco il resoconto
particolareggiato dell’evento.
"Ore
15.20, nei Sepolcri tutto esaurito. Ingresso dal retro. Barista
con bevande varie nel corridoio (per interesse e per
precauzione). Le sale di sopra sono zeppe di gufi interisti,
laziali e juventini, più due albanesi (tifosi del Milan) che
chissà cosa avranno pensato e capito. Il bar confinante è anch’esso
sintonizzato su Udine.
Tensione
altissima; davanti al bar si discute animatamente. Inizia l’incontro
in un silenzio assoluto, solo i gufi sfottono. Rigore! Boban fa
1 a 0 per il Milan! Esplodono i Sepolcri! Il lampadario cade
colpito da non so che cosa. Iniziano i cori antigufi. Arriva il
2-0: urla più forti e prolungate. Ancora due gol e allora si
assiste ad un tentativo laziale di entrare nei Sepolcri,
tamponato dal barista e dal suo aiutante prontamente accorso. Al
quinto gol del Milan, alcuni tifosi estremisti escono dal locale
per sfottere in viso gli avversari fino ad entrare nell’altro
bar. Lite e qualche tentativo di ceffone, non si sa se andato a
buon (!) fine!
Il
capotifoso Pasquale tenta di urlare – ma in realtà il suo è
ormai quasi un rantolo – la frase <A chisse glie
sdellenzame!> laddove sdellenzare significa <ridurre
in pezzetti piccolissimi>.
L’entusiasmo
è indescrivibile e alla fine dell’incontro viene esposto il
cartello SONO AMMESSI I GUFI.
Quando
mancavano poche gare alla fine del campionato e Lazio e Milan
erano ormai divise solo da un punto, l’atmosfera ai Sepolcri
raggiungeva il suo zenit. Pensiamo sia sufficiente questa
descrizione tratta dall’ultimo dispaccio di Franco, che ci
porta per un attimo nel piccolo locale saturo di
"odori" e "rumori" vari:
"Domenica
ai Sepolcri alle 15 era già tutto esaurito (eppure le partite
cominciavano ormai alle 16, n.d.r.). Il pavimento era umido e
scivoloso per quanta gente respirava all’interno della stanza
e non si riusciva a sentire le parole del commentatore per
quanti cori (lato Juve e Milan) si facevano…"
Come
è andata a finire si sa. Sul filo di lana il Milan ha vinto il
titolo ed i Sepolcri sono così assurti a Tempio del tifo
rossonero. La domenica che ha sancito la vittoria del Milan,
dopo la sofferta trasferta di Perugia, i Sepolcri sono andati
letteralmente a fuoco e da lì sono partite le spedizioni dei
tifosi in festa per un successo francamente insperato e che
probabilmente, proprio per questo, veniva festeggiato in maniera
smodata e pittoresca.
Quello
che ora resta difficile da capire è cosa succederà alla
ripresa del campionato. Come squadra vincitrice infatti, il
Milan avrebbe diritto alle sale superiori, anche per motivi di
partecipazione. Ma saranno in grado i tifosi, così strettamente
legati alla cabala, di rinunciare allo scantinato sordido e buio
ma "vincente" in cambio di un po’ di spazio e di
comodità in più?
Ai
futuri dispacci di Franco l’ardua sentenza!
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