L’Eco di Roccasecca Anno 5, n.25 Gennaio-Febbraio
2000 fondo Visioni al Bivio Eravamo veramente quattro gatti al Bivio. Ed eravamo molto piccoli. All’epoca - parliamo della fine degli anni ’50 – alcuni dei più fedeli collaboratori dell’Eco non erano ancora nati. Ricordo che guardavamo all’anno 2000 come a qualcosa di lontanissimo, quasi irraggiungibile, e ci chiedevamo spesso "quanti anni avrai tu nel 2000?" "E tu? E lui?"; le risposte che davamo ci facevano una certa impressione: "io avrò 50 anni!" e giù a ridere! "E tu ne avrai 47, e tu 45, e lui addirittura 51!". Ci sembrava tutto così strano, irreale, non potevamo credere che anche noi saremmo diventati grandi, anzi "vecchi", perché tali ci sembravano coloro che avevano superato i 40 anni. Il Bivio di Roccasecca Scalo (per i pochi che non lo sapessero è la zona all’incrocio tra Via Piave e Via Casilina, in basso a sinistra nella cartolina), era il nostro mondo, era un paese a se stante; già la Stazione di Roccasecca era considerata lontana, non parliamo poi di Roccasecca Paese o de ’ncoppa, addirittura a 3 chilometri di distanza! C’erano poche case : Casa Sarro, (definita "Scuola Avviamento" sulla cartolina, perché allora i locali poi adibiti a negozi erano sede di detta scuola, n.d.r.), Casa Renzi (praticamente la prosecuzione della precedente), la Casa Cantoniera dell’ANAS (dove viveva Franco Proto "Pelè"), il Bar Mollicone, Casa Lorino prima maniera (in legno come quelle dei pionieri!), con le due botteghe (quella del Lorino Luigi e quella del mitico Barbiere), la casa dove attualmente c’è la Tabaccheria di Carlo, sede anche del "sarto", la Grande Quercia e poi nient’altro. Questo era il "Bivio", così lontano dal 2000, con quelle insegne metalliche fatte a tappo della Birra Peroni vicino al Bar, delle Batterie Magneti Marelli dall’elettrauto Antonio Maria, e quelle altre piccole targhe di latta (olio, sale, grasso, etc.) poste sul muro fuori delle due storiche botteghe alimentari di "Elenuccia" e di "Assunta". Potrete a ragione definire questo articolo di fondo, il primo del nuovo secolo, un po’ nostalgico e inusuale rispetto alla media dell’Eco. Che dire? Ho raggiunto la fatidica età considerata così lontana all’epoca, ma ho ancora vividi alcuni ricordi: il sapore e la fragranza del pane fresco, il profumo dei fiori e dell’erba dopo la pioggia, l’odore della terra bagnata e della legna che brucia nel camino; ho pensato che nessun’altro potesse condividere queste immagini e queste sensazioni come i lettori dell’Eco. Queste le mie "visioni" del bivio, per le solite "follie" dell’Eco prego rivolgersi all’interno.
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