Le canzoni di protesta degli anni ’60
(seconda
parte)
In questa seconda puntata presentiamo alcune canzoni
americane che ebbero vasta eco, pur non essendo eseguite da personaggi di prima
grandezza, soprattutto grazie al fatto che alcune di esse furono presentate al
celeberrimo Festival di Woodstock. Stiamo parlando di brani di stampo acustico e
quindi abbastanza "morbidi" da un punto di vista musicale, ma con
testi molto graffianti nei confronti dello "establishment" dell’epoca.
Erano i giorni degli ideali - definiti "utopici" – che rivendicavano
i valori della fratellanza, della coesistenza pacifica tra gli uomini, dell’antimilitarismo
militante.
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Due immagini d’epoca di Country Joe
Cominciamo con l’irriverente Country Joe McDonald & The
Fish, personaggio diretto, schietto, sarcastico, molto noto nell’ambiente,
purtroppo quasi ignorato in Italia (probabilmente penalizzato dalla poca
conoscenza dei suoi testi e dalla scarsissima diffusione delle sue canzoni). I
suoi brani, nella quasi totalità, furono un costante e spietato sberleffo alle
tradizioni costituite.
I suoi concerti iniziavano sempre con il famigerato "Fish
Cheer", ovvero il grido con cui chiedeva al pubblico una "F",
una "I", una "S" e una "H"
(cioè il nome del suo gruppo: FISH), in seguito modificato in modo
"oltraggioso", chiedendo una F, una U, una C e
una K (non credo sia necessario tradurre!): poi cominciava a cantare!
Storica la sua marcetta a invito con cui esortava i genitori dei ragazzi inviati
in Vietnam ad essere i primi ad accogliere in casa le casse con i propri figli
morti in quel lontano paese. Country Joe non ebbe grande riscontro di vendite,
ma la sua coerenza, la sua "militanza", spesso ai limiti della
legalità, lo ha di fatto consegnato di diritto nella storia del
"movimento".
Cominciamo con "Superbird", un brano tratto
dall’album "Electric Music for mind and body" (1966), che è
un pesante attacco frontale, carico d’ironia, al Presidente Lindon B. Johnson,
elevato a simbolo di tutti i reazionari e i guerrafondai appartenenti al
"potere" da abbattere.
Superuccello (Superbird) 1966
Guardate su in alto nel cielo ciò che vi indico
E’ un uccello, un aereo, è il mio presidente L.B.J.
Sta volando in alto nel cielo
Proprio come Superman
Ma io ho preso un pezzetto di kriptonite
E lo riporterò a terra.
Gli ho detto:
"Vieni fuori, Lyndon, mani in alto,
molla le pistole e vattene in cielo
ti ho circondato e non hai più scampo
Ti manderò in Texas a lavorare nel tuo ranch"
Che tu lo chiami Superdonna o Supercane
E’ sicuro che non gli servirà a niente
E ho scoperto perché da una spia russa:
Egli non è altro che un fumetto
Lo caccino via dal suo posto
Ripuliscano il paese
Allora sì che avremo un nuovo giorno
Che cos’altro? Mi è venuta una fantastica idea
Lo aiuti il dottor Strange sulla sua strada!
La canzone che segue è sicuramente una delle pagine
"storiche" della canzone americana – e non solo americana - di
protesta contro l’intervento in Vietnam. Pubblicata originariamente nel 1967,
ebbe nuova e grande eco dopo la sua presentazione a Woodstock. Un pesante atto d’accusa
cantato con tono sarcastico e suonato come una marcetta di stampo vagamente
country. Ancora oggi non c’è serata in cui non venga richiesto a Country Joe
di cantarla.
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Il celebre "I-Feel-Like-I’m-Fixing-To-Die-Rag" |
Rag-del-Mi-Sento-Come-Se-Fossi-Inchiodato-A-Morire (I-Feel-Like-I’m-Fixing-To-Die-Rag)
1967
Dai, venite tutti voi grandi uomini forti
Lo Zio sam ha bisogno di nuovo del vostro aiuto
Si è andato a cacciare in un grosso guaio
Laggiù in Vietnam
Così posate i libri ed imbracciate un fucile
Ci divertiremo tutti un sacco
E uno-due-tre per cosa combattiamo?
Non chiedetelo a me, non me ne frega niente
E cinque-sei-sette si aprono le Porte del Paradiso
Non c’è neanche il tempo di meravigliarsi
Evviva! Moriremo tutti!
Forza, generali, muovetevi presto
Alla fine è arrivata la vostra grande occasione
Dovete andare ad acchiappare quei rossi
L’unico comunista buono è quello morto
E voi sapete che si raggiungerà la pace
Quando saranno tutti all’altro mondo
Dai Wall Street, non muoverti piano
Perché, ragazzi, questa guerra è un affare d’oro
Si possono fare tanti soldi
Rifornendo l’esercito con i ferri del mestiere
Perciò sperate e pregate che se sganceranno la bomba la
getteranno sui Vietcong
Bene mamme di tutto il paese
Spedite i vostri figli in Vietnam
Forza padri, non esitate
Mandateli prima che sia troppo tardi
Siate i primi nel vostro palazzo
Il cui proprio figlio torna a casa in una scatola
Collection di singoli di Country Joe McDonald |
Un gruppo molto celebre negli USA, soprattutto per le
innumerevoli "covers" di brani di Bob Dylan, personaggio a cui erano
legatissimi, è quello dei Byrds. Non a caso il loro primo album fu intitolato
"Mr Tambourine Man". Non sono passati alla storia come un
gruppo particolarmente impegnato, anche se l’aver legato il loro nome ad un
film-cult come "Easy Rider" li ha fatti entrare nelle simpatie di
innumerevoli appassionati della cultura musicale di quegli anni. Noi abbiamo
scelto una canzone (non scritta da loro, che musicarono una poesia di Hikmet)
che riporta a galla il discorso sulla "atomica", dal disco "Fifth
Dimension".
I come and stay at every door (Vado di porta in porta) 1966
Vado di porta in porta
Ma nessuno sente la mia preghiera silenziosa
Busso ma resto invisibile
Perché sono morto, perché sono morto
Ho solo sette anni, sebbene sia morto
A Hiroshima molto tempo fa
Ho sette anni adesso, come allora
Quando i bimbi muoiono non crescono
I miei capelli furono bruciati da un turbine di fiamme
I miei occhi crebbero deboli e diventarono ciechi
Venne la morte e le mie ossa tornarono polvere
Dispersa nel vento
Non ho bisogno di frutta, né di riso
Non ho bisogno di dolci, né di pane
Non chiedo niente per me
Perché sono morto, perché sono morto
Tutto quello che chiedo è che per la pace
Voi combattiate oggi, combattiate oggi
Cosicché i bambini di questo mondo
Possano vivere crescere ridere e giocare
La locandina originale del film "Woodstock"
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