Due manifesti degli anni ’20

FATE ATTENZIONE: IATE CHIANE

Prendiamo spunto da due poster pubblicitari degli anni venti per porre ancora una volta l’attenzione sulla pericolosità delle strade.

Siamo nel 1924 ( si legge in basso a destra della seconda immagine) quindi agli albori della motorizzazione di massa, eppure i problemi della circolazione stradale sembrano essere già drammatici. Leggiamo sulla prima immagine "più di 1400 persone muoiono o rimangono ferite ai passaggi a livello". L’illustrazione mostra un passaggio a livello incustodito e una macchina, con a bordo una allegra famiglia, che sta per attraversarlo: da destra sta piombando a tutta velocità un locomotore nero che sbuffa vapore. Un ragazzo scalzo che è nei pressi si precipita agitando forsennatamente le mani per segnalare il pericolo all’auto. Il monito è "Quando ti avvicini ad un passaggio a livello ogni battito del cuore può portarti più vicino all’eternità, a meno che tu GUARDI e ASCOLTI". In tipico stile inglese, non è vero?

 

 

La seconda immagine è ancora più drammatica: in questo caso l’impatto devastante è già avvenuto, si vedono, sparpagliati ovunque, le ruote, i sedili, e altri resti della macchina. In alto, scritto a caratteri cubitali, campeggia il messaggio: "PENSA!" e ancora "PENSA GUIDATORE!". In basso invece si legge, scritto in caratteri microscopici, il numero delle vittime per incidenti stradali del 1924: se la vista non ci inganna si parla di circa 2000 morti e 335 feriti. Efficace non c’è che dire.

Eppure oggigiorno le morti sulla strada continuano a fioccare senza tregua - di sabato sera, vero - ma anche durante la settimana. E’ singolare pensare che per quanto siano efferate le immagini di ieri, come gli spot in tv di oggi, comunque continuiamo a scambiare le strade per circuiti e le nostre persone per tanti Michael Schumacher. A questo scriteriato comportamento conseguono esiti a volte fatali: frontali, cappottamenti, uscite di strada, salti nel vuoto da cavalcavia, investimenti di pedoni o ciclisti. Le cifre riguardanti l’Italia pubblicate negli ultimi giorni sono raccapriccianti, basta andarsi a rileggere i giornali dell’ultima settimana di febbraio. In effetti ha proprio ragione una di queste cartoline: pensiamo a quel che facciamo quando siamo alla guida di un automezzo, di un ciclomotore o di una bicicletta, usiamolo il cervello. Non si può sempre sperare nella buona stella.

Concludiamo con un aneddoto. Per spiegare la responsabilità insita nel portare una macchina, una volta un istruttore di guida usò una parafrasi un po’ colorita. Egli disse: "considerate che quando guidate un’auto è come se aveste contemporaneamente una pistola carica puntata verso di voi, e un’ altra verso gli altri: e il dito sul grilletto di entrambe è il vostro". A quel punto in molti si alzarono e se ne andarono: a comprarsi un monopattino.

 

G.S.

 

Segnaletica roccaseccana

 

Abbandoniamo per un attimo la vecchia Inghilterra e torniamo dalle nostre parti, sulla via Casilina, appena usciti da Roccasecca, in direzione Arce. Il solito saggio ciociaro ha inserito una avviso bilingue:

"ANDARE ADAGIO – IATE CHIANE" all’ingresso di una strada secondaria. Saggio, encomiabile ed anche un poco "inglese".