Novità letterarie
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Gianfranco ha portato in redazione il libro "Fiabe Ciociare" una preziosa opera in dialetto, con traduzione italiana a fronte, di Luca Di Ruzza, roccaseccano, classe 1964. Il lavoro risulta piacevole e divertente nella lettura delle favole proposte ed interessante nella sezione critico-etimo-filologica molto ricca di note.
Nella presentazione Patrizia Danella afferma che "il merito maggiore dell’autore consiste nell’aver avviato l’opera editoriale di fissare in forma scritta ciò di cui solo l’oralità popolare ha permesso la sopravvivenza". E Fernando Riccardi, nell’introduzione, scrive che "grande merito del Di Ruzza è stato quello di riproporre questo particolare linguaggio che, a dispetto delle apparenze, conserva un’attualità ed una validità sorprendente: ancora oggi infatti non è possibile tradurre correttamente e con la stessa incisività, alcune tipiche espressioni dialettali".
Le favole cominciano tutte con il dialettale "Ci steva ‘na vota" al posto del classico "Cera una volta"; come puntualizza l’autore, nella nota n. 1, il verbo stare in luogo del verbo essere è un meccanismo linguistico molto diffuso nel meridione. Citazioni di fiabe che presentano analogie con quelle pubblicate (come quelle dei fratelli Grimm, da cui tante sembrano derivarne) e puntuali descrizioni delle forme dialettali più particolari presenti in esse arricchiscono un’opera che ci farebbe piacere pubblicare in qualche sua parte, come stiamo facendo con i testi del grande Mario Izzi. Aspettiamo un segno dall’autore…
L’invito per tutti è quello di leggerlo in ogni caso. Fortunatamente il periodo ci sembra ricco di iniziative culturali di un certo pregio in ambito ciociaro, un ambito troppo spesso addormentato, ma che sembra dare promettenti segni di risveglio. Continuate così.
M.R.