Le canzoni di protesta degli anni ’60 (quinta parte)

 

Pur non avendo mai partecipato attivamente al "movimento", essendo ormai già delle stars in piena regola, i gruppi più famosi, come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who, hanno sicuramente scritto alcune pagine significative nell’ambito della protesta giovanile. Ci sembra dunque doveroso dedicare a questi tre gruppi uno spazio in un ambito nel quale di solito non sembra lecito inserirli.

 

Il primo LP degli Who

 

Gli Who, emblema per anni della coscienza "mod" inglese, scrissero uno degli "inni" più significativi dell’epoca, un vero e proprio manifesto della Beat Generation:

 

La mia generazione (My Generation) 1965

 

La gente cerca di metterci sotto

Parlando della mia generazione

Solo perché giriamo intorno

Parlando della mia generazione

Le cose che fanno appaiono terribilmente fredde

Parlando della mia generazione

Spero di morire prima di diventare vecchio

Questa è la mia generazione

Perché non ve andate tutti via

Parlando della mia generazione

E non provate a capire meglio ciò che diciamo?

Parlando della mia generazione

Non sto cercando di suscitare una grande sensazione

Parlando della mia generazione

Sto solo parlando della mia generazione

Questa è la mia generazione

 

 

 

In seguito (1971) gli Who in "Won’t Get Fooled Again" (Non vogliamo essere ingannati di nuovo) canteranno:

 

Noi lotteremo per le strade con i nostri bambini

E spazzeremo via la loro adorata moralità

E gli uomini che ci incitavano

Saranno sottoposti al giudizio di tutti gli errori

Loro decidono e il fucile canta la canzone

* * *

Il mondo sembra sempre lo stesso

E la storia non è stata incolpata

Perché tutte le bandiere avevano sventolato

Durante l’ultima guerra

* * *

Non c’è nulla nelle strade che mi sembri diverso

E gli slogans sono stati rimpiazzati dagli addii

E quelli che stavano a sinistra ora stanno a destra

E le barbe sono diventate più lunghe durante la notte

Non fatevi più prendere in giro

No!

Incontrate il nuovo padrone

E’ uguale al vecchio padrone

 

I Rolling Stones non presero mai una posizione ben definita in merito alle manifestazioni di fine anni ‘60, ma si limitarono a descrivere ciò che vedevano. In realtà, già nel 1965, anticipando i tempi, avevano denunciato apertamente i pericoli del consumismo e del condizionamento dai media con il terrificante trittico "I Can’t Get No Satisfaction", "Get Off Of My Cloud" e "19th Nervous Breakdown". Nel 1968 eccoli descrivere le barricate per le strade nella famigerata "Street Fighting Man", immediatamente censurata e bandita da tutte le radio americane appena pubblicata. Inoltre fu ritirata immediatamente dal mercato la copertina raffigurante un tafferuglio con la polizia e sostituita con una foto degli Stones (in realtà non meno inquietante, viste le facce!). Siamo di fronte solo ad un quadro descrittivo della situazione, forse, ma senz’altro un quadro d’autore!

 

Non riesco ad avere nessuna soddisfazione (I Can’t Get No Satisfaction) 1965

 

Non riesco ad avere nessuna soddisfazione

E ci provo, ci provo, ci provo, ci provo

Ma non ci riesco, non ci riesco

 

Quando vado in automobile

E arriva quel tizio alla radio

Che mi parla sempre di più e di più

Circa qualche inutile informazione

Pensando di stuzzicare la mia immaginazione

Non riesco, no, questo è quello che dico

 

 

Quando guardo la TV

E viene fuori quell’uomo per dirmi

Come possono essere bianche le mie camicie

Beh, che lui non può essere un uomo

Perché non fuma le mie stesse sigarette

Non riesco, no, questo è quello che dico

 

Quando viaggio intorno al mondo

E faccio questo e firmo quello

E cerco di farmi qualche ragazza

Che mi dice: baby ripassa la settimana prossima

Perché, vedi, me la sto passando male

Non riesco, no, questo è quello che dico

Non riesco ad avere nessuna soddisfazione

E ci provo, ci provo, ci provo, ci provo

Ma non ci riesco, non ci riesco

 

La copertina censurata di "Street Fighting Man", ovviamente rarissima e ricercatissima

 

Combattente di strada (Street Fighting Man) 1968

 

Dovunque sento il rumore di piedi che marciano, che caricano, ragazzo!

Perché l’estate è qui ed il momento è giusto per combattere nelle strade, ragazzo

 

Ehi! Pensi che sia arrivato il momento per una rivoluzione di piazza

Ma dove vivo io l’unico gioco possibile è una soluzione di compromesso

 

Ehi! Dicono che il mio nome vuol dire disordine

Io urlerò, griderò, ucciderò il re e insulterò tutti i suoi servi!

 

Ma cosa può fare un povero ragazzo

Se non cantare in una rock’n’roll band

Perché nella Londra addormentata

Non c’è proprio posto per il combattente di strada

 

 

I Beatles, che avevano incarnato fin dall’inizio quella esigenza di "nuovo" che era nell’aria, furono il punto di riferimento di un’intera generazione, pur non avendo mai scritto testi particolarmente "impegnati". In realtà l’approccio del duo McCartney – Lennon (soprattutto quest’ultimo) fu molto più sottile di altri e bisogna saper leggere tra le righe delle canzoni prima di lasciarsi andare a commenti superficiali.

Il brano intitolato Revolution ne è un chiaro esempio. Fu utilizzata come lato B di Hey Jude, con gran dispiacere di John, che la avrebbe voluta come lato A, ma si pensò che Hey Jude avrebbe avuto maggior successo. Revolution era stata registrata al massimo del volume, con la maggiore distorsione possibile, con tutte le lancette delle unità di volume nella zona rossa dei quadranti. Il testo della canzone fu malinteso da molti, addirittura bollato da alcuni come "reazionario", ma in realtà andava molto più in là di quanto appare ad una prima lettura. C’era la rappresentazione di quanto accadeva nelle strade, come in "Street Fighting Man", ma mentre Jagger, dopo aver descritto con vigore ciò che stava accadendo nelle strade, concludeva un po’ fatalisticamente che ad un ragazzo non rimaneva altro da fare se non cantare in una rock’n’roll band (scelta che tra l’altro lui fece, con innegabile successo!), Lennon parlava in prima persona, da una parte cogliendo alcuni aspetti critici dei manifestanti, dall’altra offrendo la propria disponibilità a partecipare al cambiamento.

Paul McCartney, nel libro scritto insieme a Barry Miles "Many Years From Now – Ricordo di una vita" (Rizzoli, 1997), così si esprime su questa canzone:

"Era una canzone eccezionale, fondamentalmente di John. In realtà in quella canzone non esce dal seminato. Dice che si può contare su di lui, come se non si potesse esserne davvero sicuri. Credo che nemmeno lui fosse molto sicuro del modo in cui la pensava a quell'epoca, ma è una canzone apertamente politica ed è ottima. Penso che poi John le abbia attribuito più intenti politici di quelli che ne aveva pensati quando l'ha scritta. Erano temi molto politici, ovviamente, con la guerra de Vietnam in atto, il presidente Mao e il Libretto Rosso e tutte le manifestazioni con la gente nelle strade che urlava Ho, Ho, Ho Chi Minh!. Credo che volesse dire che si poteva contare su di lui in caso di rivoluzione, ma se vai in giro portando il ritratto del presidente Mao «non ce la puoi fare in ogni caso». Con quelle parole penso che intendesse dire che noi tutti volevamo cambiare il mondo nello stile del Maharishi, perché anche Across the Universe contiene il tema del cambiamento del mondo. Ma Revolution era ovviamente una canzone altamente politicizzata ed era una grande canzone. John voleva solo valutare il pro e il contro, accertarsi di tutte le eventualità. La versione dell'album era una registrazione davvero buona, la registrazione più bella che abbiamo mai fatto. E’ un bene che sia venuta subito dopo Helter Skelter, perché queste due sono le canzoni più roche dei Beatles mai registrate".

 

 

Dici che vuoi la rivoluzione,ebbene

Sappi che tutti noi vogliamo cambiare il mondo

Dici che si tratta di evoluzione,ebbene

Sappi che tutti noi vogliamo cambiare il mondo

Ma quando tu parli di distruzione,

Non sai che non puoi contare su di me

Tu non sai che tutto si risolve, si risolve …

 

Dici che hai una soluzione reale, ebbene

Ci piacerebbe vedere il piano

Mi chiedi un contributo, ebbene

Stiamo facendo quello che possiamo

Ma se tu cerchi denaro per gente che ha in mente l’odio, tutto quello che posso dirti, fratello, è che aspetterai

Tu non sai che tutto si risolve, si risolve …

 

Dici che cambierai la costituzione, ebbene

Sappi che noi vogliamo cambiare la tua testa

Dici che è l’istituzione, ebbene

Sappi che farai meglio a toglierti certe idee dalla testa

Ma se vai in giro con i ritratti del Presidente Mao, Ebbene sappi che non ce la puoi fare in ogni caso

Tu non sai che tutto si risolve, si risolve …

 

C’è un altro brano famosissimo del quartetto di Liverpool che, pur non rientrando tra le canzoni "di protesta", sembra rispecchiare più di ogni altra quella "Summer of Love" pervasa da sentimenti di pace, di amore universale, di "flower power".

Stiamo parlando di "All You Need is Love". La canzone fu scritta appositamente per un programma speciale della BBC, "Our World", che avrebbe collegato per la prima volta in assoluto i cinque continenti di fronte alla TV. I Beatles erano stati prescelti in rappresentanza della Gran Bretagna. Dal momento che il brano sarebbe stato visto in contemporanea da milioni di persone che non conoscevano la lingua inglese, John e Paul (ma i versi furono interamente di John, secondo lo stesso McCartney, n.d.r.) scelsero delle frasi molto semplici e ripetitive che riuscivano a dare immediatamente il senso della filosofia da "figli dei fiori" che stava dietro alla canzone.

Ricorda ancora Paul: "Il ritornello All You Need is Love è semplice, ma il verso è assai complesso, in realtà non l’ho mai capito davvero, il messaggio è alquanto complesso. Era una buona canzone e ci risultava comodo che avesse un ritornello simile ad un inno". E difatti divenne nel giro di poco tempo un vero e proprio inno generazionale!

 

All You Need is Love (Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore) 1967

 

Amore, amore, amore, amore, amore, amore

Non c’è niente che tu possa fare

Che non sia possibile fare

Non c’è niente che tu possa cantare

Che non sia possibile cantare

Non c’è niente che tu possa dire

Ma tu puoi sempre imparare

Non c’è niente che tu possa fare

Che non sia possibile fare

Non c’è nessuno che tu possa salvare

Che non possa essere salvato

Non c’è niente che tu possa fare

Ma tu puoi sempre imparare

Come essere te stesso al momento giusto

E’ facile

Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore

L’amore è tutto ciò di cui tu hai bisogno

Non puoi conoscere nulla

Che non sia già conosciuto

Non puoi vedere nulla

Che non si sia già visto

Non puoi andare in nessun posto

Che non sia dove tu pensavi di essere

E’ facile

Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore

L’amore è tutto ciò di cui tu hai bisogno

(Tutti insieme adesso)

Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore

(Tutti)

Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore

L’amore è tutto ciò di cui tu hai bisogno