LE SERIE TELEVISIVE STORICHE

AI CONFINI DELLA REALTA’

 

(Prima puntata)

 

 

"C'è una quinta dimensione oltre quelle che conosciamo. È una dimensione vasta come lo spazio e senza tempo come l'infinito. È l'incerta zona di confine fra luce e ombra, scienza e superstizione, a metà strada fra le paure più profonde dell'uomo e l'apice della conoscenza. È la dimensione dell'immaginazione, e si trova... ai confini della realtà"

 

Con questa frase, proveniente da una voce stentorea fuori campo mentre passava sullo schermo la sigla di apertura (di cui potete ammirare in questa pagina alcuni fotogrammi della primissima edizione) cominciava ogni episodio di una delle più popolari serie televisive di fantascienza: "AI CONFINI DELLA REALTA’ ", il cui titolo originale era "THE TWILIGHT ZONE".

 

 

Questo "Speciale" a puntate dell’Eco di Roccasecca vuole essere un omaggio ad uno dei più indelebili ricordi della nostra infanzia. Ripercorreremo l’intera serie del telefilm attraverso documenti e ricordi personali cercando di rivivere insieme quei momenti indimenticabili che ci facevano restare incollati allo schermo televisivo per lasciarci poi in uno stato di strana inquietudine.

 

Erano i primi anni ’60; la televisione in Italia era ancora agli albori, le fasce orarie di trasmissione decisamente limitate. C’erano i telegiornali (soltanto serali), la "TV dei Ragazzi" alle 17, i telefilm delle 19, accessibili a tutti, come "Lucy ed io", i programmi di prima serata (il film del lunedì, il quiz di Mike Buongiorno al giovedì, lo sport, la diretta per qualche evento speciale, etc.). In seconda serata c’era, ogni tanto, l’occasione di assistere a qualche serie di telefilm più particolari quali il western "Carovana", di cui in seguito abbiamo perso le tracce, e l’indimenticabile Ai confini della realtà.

A rivederli oggi questi telefilm non hanno perso nulla di quel fascino misterioso ed inquietante che ci ha perseguitato per decenni. E sinceramente restiamo meravigliati al pensiero che all’epoca abbiano trovato spazio nella programmazione che la RAI, allo stesso tempo "nuova" ma già "antiquata e bigotta", proponeva ai neofiti abbonati italiani con spiccati criteri di ovvietà e banalità.

 

 

Ideatore, produttore e spesso anche autore e sceneggiatore di questi indimenticabili telefilm fu l’americano Rod Serling, newyorchese di Syracuse (1924-1975). Dopo un episodio lanciato come "prova" il 24 novembre 1958 (THE TIME ELEMENT), la prima delle cinque stagioni della serie ebbe inizio ufficialmente il 2 ottobre 1959 con l’episodio WHERE IS EVERYBODY? e durò ininterrottamente fino al 19 giugno 1964, data in cui andò in onda l’ultimo telefilm THE BEWITCHIN' POOL.

 

Pensiamo di fare cosa gradita a tutti rivivendo alcune delle trame degli episodi più riusciti, cercando di arricchirle con fotogrammi originali e commenti personali. Sulla versione Internet dell’Eco sarà possibile trovare anche l’elenco totale dei titoli di tutti i telefilm della serie.

Fare una scelta tra le decine e decine di episodi della serie non è semplice. Abbiamo provato a lasciarci trasportare dai ricordi e dalle emozioni più forti che alcuni di essi provocarono e ancora provocano in noi nel guardarli. E se diciamo "provocano" c’è un motivo. Alcuni anni fa alcuni telefilm furono trasmessi dal canale televisivo "Italia 1" e noi li abbiamo registrati, ovviamente. Ebbene, non solo noi "grandi" della famiglia abbiamo rivisitato ed apprezzato queste repliche con grande soddisfazione, ma anche i nostri figli adolescenti ne sono rimasti rapiti ed impressionati, inserendoli tra i loro "preferiti". E’ una questione di classe e di stile, caratteristiche che vanno al di là del tempo e delle mode.

Tuffiamoci dunque nella prima avventura ai confini della realtà!

 

 

Tempo di leggere

(Time is enough at last)

 

Scritto da: Rod Serling

Regista: John Brahm

Cast: Burgess Meredith, Jacqueline DeWit, Vaughan Taylor, Lela Bliss

 

 

 

Non potevamo cominciare che con l’inimitabile Tempo di leggere (Time is enough at last, nell’edizione originale), andata in onda negli USA per la prima volta il 20 novembre 1959.

Indubbiamente uno degli episodi più caratteristici e sicuramente quello più evocato ogni qualvolta si parla di questi telefilm.

E’ l’incredibile storia di un impiegato di banca, Mr. Henry Bemis, che nella vita coltiva un unico grande interesse, la lettura, attività considerata superflua e futile sia dai suoi superiori in ufficio che dalla terribile consorte a casa.

 

 

Egli non ha mai un minuto di tempo libero, è sempre sotto controllo e lotta quotidianamente per riuscire a leggere qualche pagina di libro o di giornale. A casa il nostro ometto non ha pace, trova imbrattate le pagine dei libri che aveva cercato di nascondere dalle grinfie della moglie, la quale addirittura cancella con la penna le etichette delle bottiglie e delle scatole di generi alimentari.

 

 

In ufficio approfitta della pausa pranzo per chiudersi a leggere avidamente un giornale o un qualunque altro testo di suo interesse; e trova un posto dove nessuno potrà mai disturbarlo: la cassaforte blindata a prova di esplosione. E proprio mentre lui sta rinchiuso lì si verifica un attacco nucleare che semina morte e distruzione nella città.

 

 

Quando esce intorno a lui non esiste più niente, sono tutti morti, i palazzi in rovina; l’ometto si guarda intorno, vede un’armeria, prende una pistola per porre fine a quella desolazione e a quella solitudine. Ma ecco che il suo sguardo si posa su un altro edificio semidistrutto: la Biblioteca Comunale.

 

 

 

In un attimo a Mr. Bemis si apre un mondo nuovo senza capoufficio, senza moglie, senza orologi, scadenze, proibizioni e quant’altro: un mondo "tutto da leggere".

 

 

Egli può entrare in un mondo fatto apposta per lui, basato soltanto su tutti i libri che desidera leggere, un sogno che si avvera.

Ora può pianificare tutte le letture che vuole per il resto della sua vita.

 

 

Eccitato dalla meravigliosa scoperta si affanna nella ricerca e nella scelta dei testi tra le migliaia e migliaia a sua completa disposizione.

Depone alte pile di volumi sulla scalinata della biblioteca, indicando mentalmente i mesi in cui leggerà i diversi tomi: questi a gennaio, questi altri a febbraio, questi altri ancora a marzo, e poi aprile e maggio e così via fino alla fine dell’anno, per poi ricominciare daccapo, per il resto dei suoi giorni.

Quindi, esausto ma felice, si siede su uno dei larghi gradini per riposarsi un pò.

 

 

 

Ed ecco che un amaro destino fa di nuovo capolino nella sua vita: basta un piccolo gesto sbagliato, dovuto forse alla stanchezza, e gli occhiali del miopissimo ometto cadono, le lenti si frantumano irrimediabilmente, lasciandolo solo in un mondo tutto per lui, ma nel quale non avrà più la possibilità di leggere alcunché.

 

 

L’episodio, il cui attore protagonista, Burgess Meredith sarebbe diventato un "cult" per gli appassionati, si concludeva con la frase:

"The best-laid plans of mice and men - and Henry Bemis, the small man in the glasses who wanted nothing but time. Henry Bemis, now just a part of a smashed landscape, just a piece of the rubble, just a fragment of what man has deeded to himself. Mr. Henry Bemis... in the Twilight Zone."

Quante volte, dopo aver visto "Tempo di leggere" abbiamo fantasticato su eventuali e possibili "soluzioni" affinché il povero e simpatico Bemis potesse avere un destino diverso! Immaginavamo, tra le tante ipotesi, che dopo una prima reazione di smarrimento e di disperazione si guardasse intorno e trovasse un negozio di Ottica dove rifornirsi di occhiali. Volevamo, insomma, che la sua storia alla fine avesse una lieta conclusione. E non ci accorgevamo, così facendo, che stavamo calandoci anche noi in quella dimensione dell'immaginazione che si trova... ai confini della realtà.

 

(fine della prima puntata)

 

Mr. Dick