LE SERIE TELEVISIVE STORICHE
AI CONFINI DELLA REALTA’
(Sesta puntata)
Rod Serling, l’ideatore della serie
"C'è una quinta dimensione oltre quelle che conosciamo. È una dimensione vasta come lo spazio e senza tempo come l'infinito. È l'incerta zona di confine fra luce e ombra, scienza e superstizione, a metà strada fra le paure più profonde dell'uomo e l'apice della conoscenza. È la dimensione dell'immaginazione, e si trova... ai confini della realtà"
Siamo giunti alla sesta puntata dei nostri ricordi sulla serie televisiva "AI CONFINI DELLA REALTA’ " (titolo originale "THE TWILIGHT ZONE"). Il successo riscosso da questa iniziativa ci ripaga ampiamente del lavoro di ricerca svolto in questi mesi.
A proposito di macchine …
(A thing about machines)
Scritto da: Rod Serling
Regista: Dave McDearmon
Cast: Richard Haydn, Barbara Stuart, Barney Phillips
Non siamo sicuri al 100% della traduzione italiana del titolo, che potrebbe essere anche "Antipatia per le macchine", trasmesso per la prima volta il 28 ottobre 1960.
Bartlett Finchley, quarantadue anni, individuo snob, pedante ed arrogante, non si trova a suo agio nell’epoca in cui vive. Egli nutre una irrazionale avversione per tutto ciò che è meccanico e moderno e non lo nasconde. Lui stesso, durante vere e proprie crisi di odio verso questi "congegni meccanici" definiti "aborti della tecnologia", ne distrugge alcuni: strappa con furia i fili del telefono, stacca dal muro un orologio distruggendolo a calci, lancia un vaso contro la televisione, getta una radio dalle scale. Quando si trova a parlare con i tecnici della Tv o del telefono se la prende con le macchine che non funzionano come dovrebbero. Il tecnico della televisione gli rivolge una domanda diretta: "Signor Finchley, cos’è che non va tra lei e le macchine?" ma per tutta risposta viene insultato. Man mano che passa il tempo Finchley si convince sempre più che ci sia una cospirazione nella sua casa da parte delle macchine contro di lui! La segretaria che lo aiuta nella stesura degli articoli lo abbandona dopo l’ennesima scenata "contro" la macchina da scrivere elettrica, non prima di avergli consigliato cure mediche. Rimasto solo, l’uomo precipita sempre di più nelle sue ossessioni. Sente dalla TV la voce di una bambina che alla fine di un balletto dice: "Vattene da qui, Finchley!". Dal telefono proviene la medesima frase "Vattene da qui, Finchley!". Decide di radersi e di uscire, ma la testina del rasoio elettrico gli appare come un rettile, la bocca spalancata in una specie di ghigno, pronto a guizzargli dalla mano e attaccare il suo viso. Egli lancia un urlo e lo getta via. La frase intanto rimbomba in tutta casa: "Vattene da qui, Finchley!". La macchina da scrivere batte i tasti da sola e sul foglio appare la scritta: "Vattene da qui, Finchley!". Uscito di corsa si trova in giardino, inseguito ora dalla sua automobile che sembra avere uno sguardo umano: i fari, il radiatore, il paraurti sembrano un viso. Egli tenta la fuga, ma la sua corsa è senza via d’uscita e termina nella piscina. Una morte inspiegabile nelle modalità, sia per la polizia che per il medico legale; segue un funerale con poche persone, la parola Fine.
Circa un anno più tardi, il custode del cimitero dove era stato sepolto Finchley, racconta una strana storia a sua moglie una sera, a tavola. Aveva usato un tosaerba sul prato del cimitero, e due o tre volte questi aveva mostrato la sconcertante tendenza a cambiare direzione nel tentativo di colpire la lapide di Bartlett Finchley …
L’avventura di A. Curtis
(A world of difference)
Scritto da: Richard Matheson
Regista: Ted Post
Cast: : Howard Duff, Eileen Ryan, Gail Kobe, Frank Maxwell, Peter Walker
Andato in onda l’11 marzo 1960, questo episodio targato Richard Matheson ("Tre millimetri al giorno", "Occhi bianchi suo Pianeta Terra") resta uno dei nostri preferiti. Nella storia succede qualcosa che almeno una volta ci è capitato di pensare, ovvero che la nostra vita sia in realtà un palcoscenico in cui noi siamo soltanto attori guidati da una sapiente regia. Immaginate, per una attimo, che mentre siete lì, seduti sul divano di casa, o davanti al vostro computer, qualcuno, dietro di voi, improvvisamente gridi "Stop!". Vi voltate e scoprite che la vostra vita non è reale e voi siete soltanto un personaggio di un copione, mentre la vostra casa altro non è che un teatro di posa. Intorno a voi si affaccendano regista, assistenti, cameramen, addetti alle luci che si danno da fare con cineprese e riflettori. Si sta girando il film della vostra vita! E voi non vi eravate mai accorti di nulla! Ebbene, nel telefilm un uomo d'affari, Arthur Curtis, vive proprio una situazione del genere. Un giorno scopre di essere un "attore" con un'altra vita fatta di personaggi sconosciuti che affermano di essere sua moglie, i suoi amici, i suoi figli. Curtis non riesce ad accettare che la vita che pensava di aver vissuto fino a quel giorno fosse solo una commedia, finta, irreale. Quando ormai, disperato, si trova sull’orlo della follia, ecco che riappare la sua vera moglie per riportarlo nell'altra dimensione, quella a lui familiare. Ancora incredulo e felice egli si appresta ad andarsene con questa moglie e lo fa in modo ancora più veloce quando sente dalla stanza accanto qualcuno che, ad alta voce, urla: "Volete spostare quei riflettori?"
Il Signor Bevis
(Mr Bevis)
Scritto da: Rod Serling
Regista: Robert Parrish
Cast: Orson Bean, Henry Jones, Charles Lane, William Schallert
Il signor Bevis
Il signor Bevis è una pasta d’uomo, un sognatore d’animo gentile e candido. Egli vive felice in un mondo tutto suo, come se fosse rimasto ai tempi della purezza dell’infanzia. Gli piace giocare con i bambini, sorridere, prendere la vita con un inguaribile, a volte eccessivo, ottimismo.
Ma ecco che, all’improvviso tutto sembra andargli per il verso storto: nel medesimo, amarissimo giorno, prima viene licenziato, poi gli si rompe l’automobile ed infine viene anche sfrattato da casa. Eppure, fedele alla sua indole, nonostante questi rovesci di fortuna, egli rimane col proverbiale sorriso sulle labbra.
A questo punto, mosso a compassione, interviene il suo angelo custode che, convinto di fargli un favore, cerca di modificare il suo atteggiamento nei confronti della vita, facendone un uomo tutto d’un pezzo, deciso, senza scrupoli, che badi al sodo senza tanti fronzoli e lasciando perdere quelle frivole perdite di tempo con i bimbi per la strada. Anche il suo "look" viene cambiato: al bando la giacca a quadrettini con quel ridicolo cravattino, al suo posto un serio completo grigio scuro. La vita non deve essere più soltanto un perenne gioco.
La trasformazione funziona, eccome! D’un tratto le cose cominciano a girare per il verso giusto, ma a che prezzo? Il signor Bevis non riesce proprio a riconoscersi in quel decisionista che ottiene ciò che vuole con determinatezza, ma senza cuore. No, non riesce a snaturare se stesso e chiama di nuovo a se l’angelo, chiedendogli di tornare quel bambinone che è, anche se questo significa ripartire senza casa, con la macchina rotta ed alla ricerca di un nuovo posto di lavoro.
Questo classico episodio, che ne ricorda da vicino altri (su tutti "Discorso per gli angeli") fu trasmesso il 3 giugno 1960.
Orson Bean, che caratterizza magnificamente il simpatico protagonista, diverrà un volto molto noto in varie serie televisive americane dell’epoca.
5 personaggi in cerca di un’uscita
(5 characters in search of an exit)
Scritto da: Rod Serling
Regista: Lamont Johnson
Cast: : William Windom, Murray Matheson, Susan Harrison, Kelton Garwood, Clark Allen, Mona Houghton, Carol Hill
Cinque personaggi si ritrovano, senza conoscersi tra loro e senza sapere perché, in una specie di stanza cilindrica molto alta. Essi sono quanto di più improbabile si possa pensare di trovare insieme in qualsivoglia luogo: un alto militare, un vecchio clown, un’esile ballerina, un povero mendicante ed un suonatore di cornamusa scozzese. Per quanto si sforzino, nessuno di loro riesce a ricordare nulla di sé stesso né quando è capitato in quella sorta di contenitore cilindrico. Alla sommità del cilindro si vede il cerchio nero del cielo, al centro del quale spicca la luna. I cinque personaggi provano a discutere e a capire cosa sta succedendo, ma non vengono a capo della situazione e arrivano alla conclusione che la prima cosa da fare sia di tentare di uscire da lì. I richiami ad alta voce, le richieste di aiuto ed i primi tentativi di fuga non hanno esito, poi il militare prende in mano la situazione e, vincendo l’atteggiamento rassegnato degli altri, decide di fare una piramide umana e, grazie anche ad una improvvisata corda di tessuto, riesce a raggiungere la sommità della parete. Arrivato proprio sul bordo del cilindro, perde l'equilibrio e precipita verso l'esterno.
A quel punto, mentre già stiamo in ansia per la sorte del povero soldato, vediamo una bimbetta che cammina sulla neve, si avvicina ad un piccolo oggetto, lo prende in mano e dice: "Ehi... un soldatino è scivolato fuori dal bidone dei regali per beneficenza!" e lo rimette nel cilindro...
Basato su un racconto da Marvin Petal, questo è l’episodio n. 79 della serie. Una storia che ricorda un po’ quella del manichino di "Ore perdute", anche se non risulta inquietante come quella, ma soltanto venata di una certa tristezza. Trasmessa in prossimità del Natale del 1961 – il 22 dicembre – è probabilmente la puntata in cui è stato utilizzato il "set" più semplice mai visto in tutta la serie e forse in assoluto in TV!
L’invincibile Casey
(The mighty Casey)
Scritto da: Rod Serling
Regista: Douglas Heyes
Cast: : Jack Warden, Robert Sorrells, Don O'Kelly, Abraham Sofaer
E veniamo all’episodio numero 35 della serie, data di trasmissione: 17 giugno 1960. Ancora una storia che ha come base i cosiddetti "buoni sentimenti". Infatti Mr. Casey ci ricorda in qualche modo Mr. Bevis.
Il manager di una squadra di baseball utilizza un nuovo giocatore, tale Casey, che in realtà è un robot addestrato. L’espressione del viso non sembra molto sveglia ma la forza del braccio è incredibile. Una squadra in piena crisi lo ingaggia e, grazie alle sue memorabili prestazioni, raggiunge i vertici della classifica. In conseguenza ad un incidente Casey deve passare una visita medica e viene smascherato. Dal momento che le regole non prevedono l’utilizzo di giocatori non-umani, Casey viene fornito di un cuore da uno scienziato. Finalmente in regola il buon Casey torna in squadra ma non è più come prima ed il suo rendimento crolla: ora che ha un cuore è diventato troppo buono e, per il troppo buon cuore, non ha il coraggio di sconfiggere l'avversario! L’episodio scorre come una favola; del resto come non pensare a Casey come all’ Uomo di Latta alla ricerca di un cuore nel famoso "Il Mago di Oz", una delle fiabe americane più celebrate, anche sul grande schermo?
Casey in azione
(fine della sesta puntata)
Mr. Dick