San Lucio
Una frazione di Boville Ernica
Ultimamente Veronica ci ha consegnato un libricino illustrato dedicato alla Festa della –Madonna di San Lucio, Boville Ernica, edizione 1999. Come tanti opuscoli simili anche il suddetto è zeppo di locandine ed annunci pubblicitari, oltre alla canonica introduzione del "Comitato" promotore e a qualche sparuto articoletto; dov’è allora la particolarità? Ebbene, abbiamo scoperto, sfogliando le pagine con più attenzione, che, inseriti qua e là tra un’inserzione e un annuncio, senza un’apparente logica, stanno frasi, proverbi, indovimelli e filastrocche in dialetto! Una simpatica sorpresa di cui vi rendiamo partecipi, non prima di aver trascritto l’indelebile affresco sul luogo in esame (scritto in quello stile retorico da "depilantes" che fa rizzare i capelli in testa a Fulvio Cocuzzo!)
Adagiata su un colle, Boville Ernica domina le valli del Liri, del Cosa e del Sacco.
Fino al secolo scorso si chiamava "Bauco" Il nome Bauco, poi diventato "Boville" ricorda il culto agricolo del dio Bove, di cui nella zona archeologica di Monte di Fico sono state ritrovate statuette votive in terracotta. Fu uno dei centri più fortificati che si conoscano: sono presenti infatti i resti di ben tre complessi di fortificazioni (le mura pelagiche, la cinta muraria medievale con 18 torri, il castello). Il centro storico, racchiuso nelle mura, ospita eleganti edifici cinqueseicenteschi. Nella Chiesa di S. Pietro Ispano è conservato un preziosissimo frammento di mosaico attribuito a Giotto: si tratta di un angelo proveniente dal mosaico giottesco della Navicella in S. Pietro.
A San Lucio si arriva sia da Boville Ernica che dalla provinciale per Strangolagalli. Si estende ai piedi del paese in una zona prevalentemente pianeggiante.
La Chiesa parrocchiale ricostruita per intero nel 1990 domina una vallata quasi interamente coltivata a vigneti e uliveti. Il campo sportivo affiancato a una palestra polivalente di recente costruzione e numerosi negozi animano la vita quotidiana di San Lucio.
* * *
Addò ce sta la mamma ‘nche la figlia
tu nora va luntane cente miglia
Quanne la ciuciara uò gli merglie
Cunosce già gli mode pìaccapparglie.
‘Ncima a chesta cullina ce sta na morettina;
me piac’ tante;
chiglie puorc de gl’ patre n’è cuntient;
sieme cuntient nui i tram’ auant.
Facce gl’ amor, mamma nen l’ sa,
Madonna mia nen ce le fa sapè
Sennò le botte me le fa capà
Trapassata la sessantina lassa le femmene
I uà ‘n cantina
Nen cacà ‘ncima alla neue, ca se recunosce
Glie affare de la pila
Gli sa glie cuperchie
Nen se chiappene agnelle pe la coda
Nen se pigliene femmene ‘n parola
Veronica mostra raggiante il premio
"Due aringhe" vinto nell’agosto 2000
(altri brani sul prossimo numero)