Durante una delle solite sfide di cartello, nel panorama
calcistico roccaseccano, si susseguivano, senza sosta, scontri duri tra il
centroattacco e lo stopper avversario. Quest’ultimo, un noto medico di
Roccasecca con la passione del football, continuava a commettere una
infinità di interventi ai limiti (e oltre) del regolamento, quasi sempre
impuniti. L’attaccante si lamentava in continuazione, ma l’arbitro non se
ne dava per inteso, finchè, all’ennesimo fallo subìto, e non fischiato,
cadde urlando e gesticolando a terra, con colorite invettive nei confronti
del rude difensore. Questi, per niente impressionato da quella scena, dopo
aver allontanato il pallone, e quindi la minaccia per la propria squadra,
si rivolse così all’avversario:
- "Dai, alzati e gioca!"
E quello, ancora per terra, reggendosi la caviglia
martirizzata, gli disse di rimando:
- "Dottò, e che ‘ttaggia portà la lastra pe’ famm’
fischià la puniziò!"
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