L’Eco di Roccasecca
Il soldato Schmidt
Quanti soldati Schmidt sono esistiti nella lunga storia del mondo? Milioni, certo, ma non sono bastati se ancora oggi si cerca di risolvere le controversie con le bombe, le guerre, i commando suicidi. Tutti eventi che generano morti, proprio come quel povero soldato Schmidt. Chissà nel posto dove è morto ora cosa c’è? Una casa, un’aia, un prato, una strada? Mi viene in mente una pagina di un vecchio libro di W. March, "Fuoco!" che riporto quasi integralmente: "Lo si riconosce sempre un campo di battaglia dove molti uomini hanno perduto la vita. La primavera seguente, l’erba vi cresce più verde e lussureggiante che non nella campagna circostante; i papaveri sono più grossi, i fiordalisi più azzurri. Crescono nel campo e lungo gli orli dei crateri delle bombe e si chinano quasi fino a toccarsi al di sopra delle trincee abbandonate, in una massa di colore che s’increspa continuamente a seconda della direzione del vento. Tolgono le cicatrici al terreno sconvolto e lo trasformano di nuovo in una superficie liscia, dolce. Prendiamo un bosco, un avvallamento: tempo un anno, nessuno immaginerebbe mai quel che vi è accaduto. Ripeto i miei pensieri a mia moglie ma lei dice che non è difficile spiegare questa faccenda dei campi di battaglia: il sangue degli uomini uccisi e i corpi sepolti rendono più fertile il terreno e stimolano la crescita della vegetazione. < E’ un fenomeno naturale > dice. Ma non riesco ad accettare quella spiegazione troppo semplice. Secondo me Dio è tanto disgustato dagli uomini e dalla loro continua crudeltà, che ricopre più in fretta possibile il luogo nel quale sono state commesse". RM |