Uno scambio di idee con il Prof. Bertani Ci si chiede: dov’è finita Antonella Delli Santi? In un recente scambio di e-mails con l’esimio Professor Alessandro Bertani da Monfalcone, ho avuto l’opportunità di affrontare un argomento che è spesso oggetto di discussione con gli amici appassionati di musica. Alessandro mi informa di un sito di un certo interesse: http://www.ondarock.it/cronologia.html in cui si può leggere una "Storia del rock: una cronologia. A rock history year by year - Onda Rock.url". Alessandro aggiunge questo breve commento: Si tratta di un elemento fondamentale per lo studio e la meditazione su uno dei più importanti fattori di caratterizzazione culturale del XX secolo e seguenti. Propongo di istituire una cattedra di Storia del Rock presso tutte le Università italiane. Propongo altresì una particolarissima cura nella scelta e nomina dei Docenti e dei testimonials. Saluti e cordialità estese Da parte mia approvo, sottoscrivo e sentitamente ringrazio. Aggiungo che avanzerei anche la proposta per una Cattedra sui "Minori della musica leggera italiana in Correlazione al Rock" segnatamente al periodo 1959-79. A tale riguardo portavo ad esempio un evento rimembrato dal Lorino nello scorso gennaio, seduti al Dickens Pub in località Piedimonte Sangermano. Ricordava che nell'inverno del 1974 o giù di lì, rimase colpito da un brano di tale Antonella Delli Santi che faceva più o meno così: "Finisce tutto, finisce la gioventù Addio Iron Butterfly Addio Leonard Cohen" dove la "nostra " esprimeva efficacemente con pochi ma essenziali tratti il rapporto apertissimo tra la musica leggera italiana, il rock d'autore e il significato stesso delle nostre povere e misere vite. Ecco la risposta di Alessandro: Assolutamente indimenticabile e purtuttavia trascurata la Delli Santi. Vede, caro Professore, quanto è ingrata la vita ?!?!? Sensibilissima nella sua mestizia, Antonella Delli Santi dovrebbe essere ricompensata con cerimonie, monumenti ed il conferimento del "CD di marmo" in riparazione dell'ingiusto oblio comminatole dalla insipienza dei contemporanei. Vede carissimo Professore, la promozione sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio (anche Lui/Egli, mai dimenticato cantante pomicione di scuola lombarda) di tesi di laurea sulla storia del rock degli incompresi e alcuni seminari internazionali organizzati e patrocinati da Claudio Della Porta (il solo che, in casi così delicati potrebbe fare qualche cosa di "giusto") sull'opera della Delli Santi, potrebbero restituire una briciola del dovuto ad Antonella. Un carissimo saluto Alessandro Bertani Pensiamo che questo scambio di idee possa costituire la base per ulteriori commenti ed interventi sull’argomento, che ansiosi aspettiamo. Magari con qualche notizia più recente sulla Delli Santi … E prossimamente, grazie all’archivio Gobbetti, vi informeremo su un’altra cantante "persa" nell’oblio: Annagloria da Senigallia, colei che passò dalla Banda di Senigallia alla musica leggera … alla prossima puntata! Ri
Nell’anniversario della morte di Bobby Sands e dei suoi compagni di lotta irlandesi Non comprendo ma rispetto Sono trascorsi 21 anni dalla fine di Bobby Sands, militante dell’IRA (Irish Republic Army, l’Esercito Repubblicano Irlandese), lasciatosi morire dopo sessantasei giorni di sciopero della fame (dal 1° marzo al 5 maggio 1981). A 21 anni di distanza ancora resto incredulo di fronte a tale estremo sacrificio, e, non essendo un grande esperto della "questione irlandese" che da decenni insanguina l’isola, mi limito a qualche personalissima considerazione, rimandando per i doverosi approfondimenti ad appropriate letture (su tutte l’autobiografia scritta in carcere, su fogli di carta igienica, "Un giorno della mia vita" pubblicata in Italia da Feltrinelli, n.d.r.) Innanzitutto mi sono sempre chiesto come sia possibile che un "militante cattolico" che si presume dovrebbe seguire certe dottrine e certi insegnamenti, possa essere anche "militante dell’IRA", ovvero un’organizzazione che molto spesso ha basato le sue azioni sulla violenza. Ma la storia, si sa, è ricca di simili apparenti contraddizioni. D’altra parte come dimenticare che in Italia, sull’onda della perenne disputa "destra-sinistra" entrambe le "parrocchie" inneggiarono al tempo a Bobby Sands come elemento "vicino" alle loro idee? Ricordo quella enorme scritta sul muro della Stazione Termini "Onore al compagno Bobby Sands" corretta successivamente con una croce sulla parola "compagno" sostituita da un più destrorso "camerata"! Per non parlare dei siti internet dedicati all’argomento da parte delle più estreme frange politiche … Evidentemente non riusciamo a vivere senza catalogare le persone come bianche o nere, di destra o di sinistra, patrioti o terroristi …. Bobby Sands portò all’estremo sacrificio una protesta contro il sistema carcerario imposto dal governo britannico nell’Irlanda del Nord: dal rifiuto di indossare la divisa fino al riconoscimento dello status di detenuto politico anziché di criminale comune. Ci si ricorda di lui, certo, ma non bisogna dimenticare che fu soltanto il primo di un gruppo di 10 "terroristi" tutti determinati a portare fino in fondo questo tipo di protesta. Dopo di lui morirono, nell’ordine: Francis Hughes (12 maggio), Raymond Mc Creesh (21 maggio), Patsy O’ Hara (21 maggio), Joe Mc Donnell (8 luglio), Martin Hurson (13 luglio), Kevin Lynch (1° agosto), Kieran Doherty (2 agosto), Thomas Mc Elwee (8 agosto) e Michael Devine (20 agosto). Al termine di quei terribili mesi le posizioni dei contendenti non cambiarono di una virgola. Per l’IRA ed i suoi sostenitori "quelle morti furono un esempio encomiabile di resistenza e coraggio; una dimostrazione, se ce ne fosse stato ancora bisogno, della determinazione dell’IRA a continuare in modo inflessibile la sua campagna di violenza, fino a che l’esercito e l’amministrazione inglese non venissero ritirati dall’Irlanda del Nord. Quelle morti rafforzarono il sostegno alla causa che l’IRA porta avanti, una causa fondata più sull’integrità morale e sul coraggio che non su ciò che politici e giuristi chiamano ragione e buon senso". Viceversa per l’establishment inglese, che governa quella parte dell’Irlanda denominata Ulster (o Irlanda del Nord) "la morte di quei dieci uomini rappresentò una vittoria, al termine di un lungo braccio di ferro tra i terroristi irlandesi e l’inflessibile primo Ministro Margaret Tatcher: Abbiamo dato loro una lezione. Ora sanno che non scherziamo. Abbiamo distrutto il loro morale." (op. cit., pag 5). Continuo a pensare che, nonostante tutto, debbano essere utilizzati mezzi meno cruenti di lotta (parlo delle bombe ed anche di questi suicidi in carcere), per cui continuo a non comprendere, ma non posso non pensare a quei 10 ragazzi anche con un certo rispetto. Penso che quei terroristi (o patrioti? fate voi) irlandesi, pur nei limiti di una scelta di sistemi di lotta che personalmente non condivido, possano suscitare più rispetto di certi politicanti attuali! Per non parlare di quei "kamikaze" odierni che portano a morire insieme a se stessi altri innocenti nel loro terribile estremo gesto di protesta … Bobby Sands era nato a Rathcoole, un quartiere a maggioranza protestante nel nord di Belfast nel 1954. Oggi avrebbe 48 anni. Morì su un materasso ad acqua, unico supporto morbido abbastanza da sostenere le sue ossa sporgenti. I giornali riportarono: "E' morto vicino ad un crocifisso donatogli dall'invitato del Papa, Monsignor John Magee, che teneva nelle mani prima di entrare in coma". Bobby Sands, fu candidato a sorpresa – ed eletto! - nelle elezioni straordinarie per il seggio di Fermanagh/Tyrone Sud, in sostituzione di Frank Maguire, improvvisamente scomparso, e così, colui che aveva iniziato la sua protesta da prigioniero repubblicano, morì nelle vesti di deputato a Westminster! Nel 1996 la sua storia fu portata sullo schermo nel film "Una scelta d'amore" (titolo originale: Some Mother's Son) di Terry George. In una recensione di M. Spagnoli viene evocato un momento particolarmente significativo e toccante della pellicola: "… è addirittura dal sapore epico la scena in cui, durante la carica della polizia sui dimostranti inferociti dalla notizia della morte del loro martire Bobby Sands, Kathleen ferma la mano del figlio piccolo che ha impugnato una pietra da scagliare contro gli inglesi. In quel gesto supremo di perdono e ragionevolezza, c'è un mondo ammirevole di conflitto etico e di superiorità morale." Alcuni stralci della sua autoboiografia: Credo di essere soltanto uno dei molti sventurati irlandesi usciti da una generazione insorta per un insopprimibile desiderio di libertà... ...Sono un prigioniero politico perché sono l'effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra … Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna. Bobby Sands
(pagine a cura di R. Milan; immagini dalla Rete) |