Poesie di Mario Izzi

Esiste un detto popolare partenopeo "Siamo tutti portogalli" (in dialetto Portogallo = arancia).

Così avrebbero esclamato, contenti, i pochi autentici "stronzi" (scusate l’espressione "popolare" più carica dell’italianissimo "escrementi") allorché si trovarono confusi con le migliaia di arance venute con loro a galla dopo un improvviso naufragio della nave che li trasportava, nel porto di Napoli.

Ho messo in testa, anziché in fondo, la nota esplicativa che Mario Izzi ha scritto in calce alla sua composizione (tratta da "Nugae", Sciocchezze italiote, EDA, 1998) inviatami di recente, affinché sia immediato il significato della poesia a tutti i lettori che avranno la bontà di leggerla.

 

"Simme Tutte Purtualle"

Chiara è la mente, ferma la salute

Nel dì presente gravido d’inganni

E dal passato, come da palude,

emergono i ricordi dei verdi anni.

L’esame di coscienza è sempre buono

Quando sia terso il fine ed alto il tono.

Credenze, militanze, delusioni,

corrosa la speranza alla radice,

diradano nel vago le illusioni,

che reser l’avvenir fiero e felice.

Si dice che a vent’anni tutto è bello,

ma oggi non è ver nemmeno quello!

Mi interrogo se valsa sia la pena

Di creder e operar per l’ideale,

di poi che inaridita s’è la vena

di chi lottò pel bene generale.

Si parla spesso d’internazionale

Per poi finire nel "particolare".

 

Ciascuno si rifugia nel privato,

ma pregiudica ogni dì pel suo contrario,

ognun si lagna a lungo dello Stato

del qual pur nel sembiante è comprimario.

Il ritornello è vecchio, alquanto antico,

scandito in mille lingue e vari toni,

con la sostanza vuota e il verso amico,

è conosciuto ormai sin dai cantoni.

Il vezzo è ugual per ogni opportunista,

sia nero, bianco, verde o … consorzista.

Nei ruoli s’avvicendan le persone:

chi già fu sottoposto ora sta sopra. Colui ch’aveva torto oggi ha ragione,

pel proprio tornaconto ognun s’adopra.

I corsi ed i ricorsi della storia

A molti sono usciti di memoria.

Allor quel che fu fatto era sbagliato,

pur s’era giusto il fin che ci moveva?

O forse è ver ch’è stato sradicato

Ogni principio alter ch’a ognun premeva?

Può darsi siano stati solo miti,

ma si lottava e s’era in gamba e uniti.

Ovunque tu la metta, è certo un dtao:

il furbo ingrossa e cura la sua cassa,

il povero s’acqueta del suo stato,

il ricco ingrassa e ognora se la spassa.

Se credi che il giudizio sia azzardato,

controlla: tutto s’è verificato.

La verità, purtroppo, è solo questa,

è il prezzo vile imposto dal progresso:

passata la buriana sulla testa,

lo stronzo viene a galla, come al cesso.

E a galla i mille stronzi, come galli,

starnazzano: "Simme Tutte Purtualle!"

 

Mario Izzi

(Milano, Aprile 1981)