La tragedia della Seconda Guerra Mondiale a Roccasecca

Un altro contributo a questo argomento, che tanto seguito trova nei nostri lettori, ci viene questa volta da Massimiliano Paolozzi, che invia questo primo contributo al nostro giornale. Dopo tante pagine “leggere” un brusco ritorno alla realtà crudele della guerra. Ringraziamo e volentieri pubblichiamo.

Le vittime civili di guerra a Roccasecca: un sacrificio di cui ancora non vi è memoria

Porre all’attenzione della cittadinanza tutta di Roccasecca e dell’opinione pubblica in genere la questione delle vittime civili di guerra, è lo scopo di questo nostro modesto contributo. Nel comune che tra i suoi figli più illustri ha visto nascere, oltre all’ineguagliabile Dottore della Chiesa San Tommaso d’Aquino, anche il Flauto d’Oro Severino Gazzelloni, ai lati del pregevole manufatto voluto e realizzato in onore dei caduti della Grande Guerra, collocato nel bel mezzo di via Roma (corso principale di Roccasecca centro) non vi è, insieme alle targhe bronzee che ricordano anche i caduti del II conflitto mondiale, traccia alcuna di iscrizioni che stiano lì a testimoniare il sangue versato da quei poveri innocenti e indifesi civili. Noi riteniamo che il tributo largito in tal senso dal popolo roccaseccano sia stato piuttosto alto. Basta considerare che nel solo registro dei morti della parrocchia di S. Maria delle Grazie in Caprile abbiamo reperito una molteplicità di persone, alcune delle quali, in verità, già segnalate dall’amico Costantino Jadecola nel nr. 2 dei “Quaderni roccaseccani”, persone che subirono la pena e l’umiliazione di essere sfollate in città ove successivamente, alcune di esse, trovarono addirittura la morte. Altre, invece, (uomini, donne e bambini) colpevoli solo di posare i propri piedi su quei campi un tempo verdi e coltivati trasformatisi, poi, in teatro di morte e desolazione perché disseminati di mine antiuomo artatamente poste dai nemici in casa, i tedeschi, per contrastare l’avanzata degli Alleati. Non sappiamo ancora la ragione per cui le varie amministrazioni comunali che si sono succedute a Roccasecca, dal dopoguerra ad oggi, non siano riuscite a stilare un elenco più o meno completo delle vittime civili di guerra, ma crediamo che non sia mai troppo tardi rimediare ad un grave oltraggio perpetrato in danno della memoria storica di un paese.

 

E’ opportuno, quindi, che ogni comunità civile si sforzi di ricordare e commemorare con atti concreti il sacrificio dei propri figli ed un primo passo in questa direzione noi vogliamo compierlo menzionando tutti i nomi trovati nel registro dei morti della suddetta parrocchia.

Comunque, da quanto si è potuto apprendere in questi ultimi mesi sulla carta stampata, pare che a Roccasecca qualcosa si stia muovendo a livello comunale. Auspichiamo, quindi, che ogni cittadino desideroso di posare un fiore vicino al nome di quanti, ignari di quanto loro accadeva intorno, morirono sotto il devastante attacco della stupidità e della violenza umana, possa farlo in occasione del prossimo 4 Novembre. Nel libro dei defunti dal 9.8.1932 al 26.2.1981, conservato presso l’archivio parrocchiale di S. Maria delle Grazie in Caprile, leggiamo in ordine cronologico: Luigi Tanzilli, di anni 20, morto per cannonata il 06.02.1944; Francesco Marinelli, di anni 50, morto per cannonata il 24.3(?).1944; Torriero Marianna, di anni 54, morta per cannonata il 16.05.1944; Antonia e Vincenzo Grimaldi, rispettivamente di anni 27 e 22, morti per mina il 25.05.1944; Romeo Ricci, di anni 49, morto per mina il 26.05.1944; Mancone Libero, di anni 51, morto per mina il 27.05.1944; Angelo Di Litta, di anni 69, morto per mina il 28.05.1944; Giovanni Quagliozzi di anni 44, morto per bombardamento il 30.06.1944; Alberto Di Folco e Arnaldo Di Ruzza, rispettivamente di anni 7 e 15, morti per mina il 07.04.1945; Donato Abbate di anni 43, morto per mina il 21.04.1945?. Le persone che seguono - come scrive Costantino Jadecola nel citato quaderno - sarebbero state vittime il 13 giugno 1944, di una bomba sganciata da un aereo, pare casualmente, sul vescovado di Perugia, nei cui locali erano ospiti, appunto gli sfollati di Caprile. Ma questo episodio merita di essere approfondito perché a Perugia esso viene escluso del tutto dal momento che il capoluogo umbro avrebbe avuto la fortuna di non aver subito bombardamento alcuno. In conclusione citiamo: Paolina Isola di anni 45 anni la quale trovò la morte sotto le macerie insieme alle figlie Pasqualina e Tommasina Viola, rispettivamente di anni 17 e 13; Benedetto D’Orio di anni 60, Cautilli Vincenza di anni 60, le sorelle Emilia e Miriam Tanzilli di anni 17 e 15, Augusto, Celeste e Rosa Tanzilli, rispettivamente di anni 75, 39 e 38, Giuseppina Greco di anni 31 e i giovanissimi fratelli Celeste e Fortunato Jacobelli di anni 14 e 11.

 

di Massimiliano Paolozzi