L’Eco di Roccasecca

Anno 8, n.43 Ottobre 2003

American Griffati

i avvicina l’apertura del nuovo anno scolastico e come sovente succede da qualche anno a questa parte ci si lamenta del caro-corredo dei bambini e dei ragazzi, gridando allo scandalo se gli zainetti "firmati" raggiungono la ragguardevole cifra di 80 euro. Dunque, i corredi griffati fanno piangere i genitori. Quali genitori? Probabilmente quelli che hanno consentito ai propri figli di crescere "firmati". Infatti il problema non esiste soltanto in ambito scolastico, ma va ben oltre, parlando di "griffe". Non dipingiamo tutti i ragazzi come un branco di teste vuote condizionate dalla Pubblicità, capricciosi ed ululanti fino a che non ottengono il loro corredo firmato. Il figlio "firmato" spesso è il prodotto di genitori "firmati" che lo hanno vestito fin da piccolo come un pupazzo a discapito della praticità, del buon senso e della … tasca, in nome di una presunta "elevazione" garantita dall’etichetta ben in vista su vestiti ed oggetti! Non bisogna reprimere brutalmente certe richieste, semmai si può tentare di fare un’opera di convinzione che però spesso non è possibile perché chi dovrebbe farla non è … convinto! Come si fa a convincere ragazzi a cui si è consentito di vestire da capo a piedi con tute, scarpe, magliette e financo calzini di marca? Direte: in un mondo libero ognuno ha il diritto di vestirsi ( e di vestire i propri figli) come vuole. Giustissimo, basta poi non piangere per le spese conseguenti! Un’altra cosa curiosa è rappresentata dal fatto che, pur essendo l’Italia una riconosciuta patria della moda e del buon cibo e, d’altro canto, gli Stati Uniti una nazione proverbiale per la sciatteria nel vestire e la sregolatezza nel mangiare, spesso i ragazzi sono "griffati" USA in t-shirt, tute, diari, oggettistica, e ormai condizionati anche nel modo di cibarsi. Questo mi lascia ancora più perplesso. Esistono diversi tipi di colonizzazione e noi abbiamo stupidamente subìto il più subdolo. Lo dicono i fatti. Mi limito ad un solo esempio, che mi sta tanto a cuore: una certa bottiglietta con scanalature verticali è il simbolo pubblicitario più famoso del mondo; niente da dire, per carità. Ma la bevanda che c’è dentro, che anche i ragazzi italiani hanno eletto come preferita, non è certo migliore (anzi, secondo me perde il confronto senza discussioni!) della praticamente estinta "Spuma", epica compagna dei pomeriggi trascorsi all’Oratorio dei Salesiani, drasticamente tolta di mezzo da aggressive campagne pubblicitarie. Non lo dico per spirito nazional-campanilistico, parlo di gusto! Ormai anche i venditori ambulanti non propongono vestiti o borse "alternativi", bensì copie griffate contraffatte! L’oggetto, vero o falso, va bene purché ci sia il simboletto magico. Che miseria. Cari genitori, fate qualcosa, fermate i vostri ragazzi. Cari ragazzi, se i genitori non riescono a fermarvi, fermateli voi!

Il Direttore