Un’esclusiva per i lettori dell’Eco
Quattro sonetti di Leone Izzi
Il ritardo nell’uscita di questa edizione dell’Eco ha determinato anche la mancata pubblicazione di un interessantissimo ed inedito documento inviatomi nel settembre scorso da Mario Izzi. Questa volta non si tratta di un suo scritto (non ha nessuna intenzione di “inflazionare” il nostro giornale!) ma di quattro sonetti tratti da un residuo stralcio di poesie di suo zio Leone Izzi, recuperate tempo addietro. Il giovane “poeta”, prematuramente scomparso a seguito di una malattia contratta al fronte, durante la Grande Guerra, ha lasciato alcuni sonetti a carattere politico che mantengono freschezza ed … attualità! E’ un vero piacere essere i primi a pubblicarli. I primi tre sonetti fanno parte di un “Trittico” riguardante le Elezioni del 1913, le prime a suffragio universale maschile in Italia. Il quarto è “dedicato” ad un personaggio politico roccaseccano, vissuto nel periodo in questione.
Di elezioni si parlava molto sui giornali di inizio secolo (ancora dal “Giornale d’Italia”, Archivio Eco)
Turaccioletto – Trittico
I – Il ritratto (*)
Io non t’invidio, antico Ovidio Naso del tuo vertumno (**) il multiforme aspetto, poiché quello che vien dal mio Parnaso io credo insuperabile soggetto.
Dal sorgere del sol fino all’occàso Come una bandierina in cima al tetto Va rigirando e rigirando a caso La Testa del mio bel Turaccioletto.
La giostra, il piroetto e la schermaglia Lo fanno scalmanar, lo fan distratto, lo inducono a cambiar più d’una maglia e spingermi vorrei per altro tratto se Peppe Giusti non gli avesse steso nel suo Girella un lucido ritratto.
Note: (*) Il locale candidato nelle elezioni del 1913 si chiamava Testa. (**) vertumno: Dio dei cambiamenti, delle stagioni, dei fiori, dei frutti. Marito di Pomona. Nominato fin dall’inizio, dovendosi occupar di “voltagabbana” (vedi più avanti “Rabagas”). Nota di M. Izzi.
II – L’ipotiposi
Zum – Piroè – Zum! Silenzio! Il giocoliere Dà principio al suo gioco divertente … Silenzio! La cassetta del mestiere Eccola aperta alla citrulla gente.
Piroè – Zum - Piroè – Zum … Incontinente Un lungo nastro dalle fauci nere Si svolge e svolge e svolge iridescente Tra battimani all’ombra di bandiere.
S’alternano nel nastro inver grottesco Le gesta dell’attor funambolesche Rotate dal gestir pulcillenesco, si vede all’ampie tonache fratesche un Rabagà (*) d’ardor socialistesco appiccicar le spie radicalesche.
Note: (*) “Rabagas”: personaggio della commedia omonima del drammaturgo francese Victorien Sardou (1831-1908). Sta per “voltagabbana”. Nota di M. Izzi.
III – L’apoteosi – marcia trionfale
Trombette dantesche sonate campane scioglietevi a festa, onagri foiosi ragliate ché parte il magnanimo Testa.
Tal uomo fatal non si arresta, ei sogna più ampie volate, nel turbine e nella tempesta di tante solenni fischiate.
E pugna e ribatte e rintuzza Col “fulmine” i fischi plebei Di questa e di quella cocuzza, e fustiga i ceffi giudei, le lingue sacrileghe mozza, ma scappa … ché l’aria già puzza.
Infine un sonetto dedicato ad un personaggio di Roccasecca Scalo, (prime decadi del 1900.
Masuccio – Leguleo e retore
Il codice è TOMMASO PIETROVANO E Pietrovano è il CODICE parlante, di guisa che se quello è un po’ balzano pur Tommasuccio in conseguenza è strano.
E se il primo lo senti un po’ pesante In qualche punto dove non è piano, che il Secondo sia anch’esso un po’ scocciante è cosa che tu avverti al primo istante.
Accorti, quindi, o voi della gazzarra, perché se Pietrovano vi sorprende A soffiare, a mestare o a dar caparra,
cadrete negli articoli penali, una volta che il CODICE e MASUCCIO sono due COSI esattamente eguali.
________________________ Avv. Leone Izzi (1889-1919) Morto a seguito di malattia contratta in trincea al ‘fronte’ (1915-18)
Una pubblicità del 1913 |