I “Ritratti” di Ferdinando

Beppe Viola. Una faccia da Rai

 

Sono ormai quasi ventidue anni che Beppe Viola non c’è più. La sua scomparsa fu improvvisa; avvenne addirittura una domenica pomeriggio mentre stava lavorando in Rai preparando un servizio per la Domenica Sportiva.

Per la cronaca era domenica 17 ottobre 1982 e lui stava montando il suo servizio su Inter – Napoli finita, sempre per la cronaca, 2-2. Aveva quarantatre anni. Difficile che torni, uno come lui.

Noi calciofili di vecchia data ci siamo innamorati subito del suo innato senso dell’umorismo, dell’ironia spesso graffiante con la quale condiva i suoi servizi televisivi.

Ma sarebbe riduttivo pensare a Beppe Viola soltanto come ad un, seppur bravissimo, giornalista sportivo.

 

Il testo di questo 45 giri è firmato da Viola

 

Nella sua vita Viola ne fece di tutti i colori, comprese quattro figlie. Amico fraterno di Enzo Jannacci, per esempio, scrisse per lui tantissime canzoni, anche se ufficialmente figura come autore solo in poche, compreso l’ormai arcinoto album “Quelli che…” che è stata ed è tuttora la colonna sonora riadattata in mille salse di molti programmi satirico –

umoristici che oggi passano in Tv spacciati per originalissimi.

 

Vedi, appunto, per esempio “Quelli che….il calcio” ideato da Fabio Fazio e snaturato da Simona Ventura.

 

Altra “sigla” firmata dal duo Viola-Jannacci

 

Oltre alle canzoni, Beppe Viola scrisse su “Linus” negli anni ruggenti, sotto la direzione di Oreste Del Buono, ma anche sceneggiature di film.

Il più noto forse fu “Romanzo Popolare”, di cui furono protagonisti Ugo Tognazzi e una giovanissima Ornella Muti. Beppe Viola ed Enzo Jannacci riscrissero per intero i dialoghi del film, dopo che l’ambientazione fu spostata da Roma a Milano.

Memorabile rimane la scena in cui il sindacalista Bisletti ( Ugo Tognazzi ) conduce al cinema la giovanissima moglie Vincenzina, minorenne ed incinta. I due provano ad entrare in un cinema in cui viene proiettato un film vietato ai minori e alla cassa trovano un inflessibile maschera, appunto Beppe Viola che fa la comparsa solo in quella scena.

Esilarante.

Consiglio caldamente chi può ad andare a rivedere quello spezzone ( ma anche l’intero film ovviamente sul quale molto più potrebbe dire Gianni, dall’alto della sua competenza specifica in materia).

Per farla breve, Tognazzi vorrebbe entrare con Vincenzina che però, essendo minorenne, non potrebbe.

Beppe Viola infatti le nega l’accesso:

Viola: Un momento dove va ? ( rivolto a Vincenzina )

Tognazzi : Guardi che è con me….

Viola: Quanti anni ha ?

Muti : Diciotto il mese prossimo.

Viola. Allora si presenti il mese prossimo. Dentro qua è tutto sesso e nudità. Lei ( rivolto a Tognazzi ) può entrare. Te ( a Ornella Muti ) stai fuori….Lasciare libero il passaggio prego….

Tognazzi allora mostra che sua moglie è incinta sbottonandole il cappotto e poi dice : La qui presente signora , che sarebbe praticamente mia moglie, in quanto a sesso e nudità, lei se lo cucca dalla mattina alla sera!

Viola: A casa sua . Qua se non ha fatto i diciott’anni non entra!

I due vanno avanti per un altro pezzo, praticamente improvvisando.

Fantastico!

 

Il 45 giri citato da Ferdinando

 

Fra l’altro nella colonna sonora di “Romanzo Popolare” c’è un’altra canzone famosa e struggente : “Vincenzina e la fabbrica”, scritta per l’appunto a due mani da Jannacci e Beppe Viola.

Indimenticabili i suoi libri ( fra cui raccomando ”In computer”,Bompiani, 1974, pure scritto con l’inseparabile Jannacci, vero Gigio ? ).

 

Indimenticabili assolutamente, e forse ormai anche introvabili, alcune battute sparse nei suoi servizi calcistici firmati per la Domenica Sportiva.

 

Ne cito a memoria un paio:

1.   Altobelli in un Inter – Vicenza a San Siro, dribbla tutta la difesa vicentina compreso il portiere ma, arrivato solo davanti alla porta vuota calcia altissimo da due passi. Ecco il commento di Beppe Viola: “Sarebbe Pelè…..ma è Altobelli”;

2.  Si era appena concluso il processo di Catanzaro contro Freda e Ventura per la strage dell’Italicus e i due erano stati clamorosamente assolti in appello e liberati dal carcere. Franco Baresi era giovane e si stava affermando come un grande libero. In una servizio su una gara del Milan ( non mi ricordo quale, quindi vi risparmio la citazione a casaccio che pure nessuno potrebbe smentire ) Baresi prende palla, parte dalla propria difesa in slalom, arriva al limite dell’area avversaria e serve un meraviglioso assist ( credo a “Dustin” Antonelli ma non ne sono certo ): “Guardate che cosa riesce a fare Franco Baresi, ormai sarebbe sicuramente il miglior libero d’Italia se non ci fossero Freda e Ventura”.

 

All’epoca peraltro era tutt’altro che facile trattare con ironia lo sport e il calcio in particolare. Soprattutto in rubriche come Novantesimo Minuto e la Domenica Sportiva che erano ancora i templi sacri domenicali dell’Italia calcistica. Solo decenni dopo sarebbero venuti La Gialappa’s, Fabio Fazio, Gene Gnocchi, Teo Teocoli e, come si diceva a Roccasecca una volta, compagnia bella.

La dimostrazione che uno come Beppe Viola era avanti di molti anni. Nostalgia ? Si, certo. Lo ammetto.

Saluti. Anche a Beppe che, magari insieme a Sandro Ciotti e a Gianni Brera, ora sorriderà di quello che la televisione propone, o meglio ammannisce, di questi tempi.

Ferdinando