Storie roccaseccane
La Corriera “ai confini della realtà”
Una corriera degli anni ‘50
C'è una quinta dimensione oltre quelle che conosciamo. È una dimensione vasta come lo spazio e senza tempo come l'infinito. È l'incerta zona di confine fra luce e ombra, scienza e superstizione, a metà strada fra le paure più profonde dell'uomo e l'apice della conoscenza. È la dimensione dell'immaginazione, e si trova... ai confini della realtà. Cominciavano così tutti gli episodi della celeberrima serie dei telefilm “Ai confini della realtà”, a cui l’Eco di Roccasecca dedicò, se non erro, una decina di puntate qualche tempo fa. Tale citazione “fantascientifica” può sembrare fuori posto trattando di un evento che dovrebbe essere di una banalità disarmante, ma se avrete la bontà di seguirmi, vi accorgerete che stiamo inoltrandoci in un’atmosfera e in una situazione che a buon diritto può essere inserita in “un’altra dimensione”! Sto parlando degli orari delle corriere a Roccasecca. In effetti, da tempo immemorabile, prendere la corriera a Roccasecca non è un evento “normale”. Non si tratta di problemi derivanti da corse sporadiche o da eccessivi ritardi nella frequenza dei passaggi dei pullman, come sovente accade in altre parti d’Italia. No, qui si parla di “impossibilità di conoscere l’esatto orario delle fermate” e di recarsi quindi al momento giusto alla fermata del pullman.
Fin dal tempo in cui le corriere azzurre che attraversavano le nostre strade si chiamavano “ZEPPIERI” l’orario delle corse era considerato un “optional”. Quella che mi portava a scuola a Caprile era guidata da un signore dai capelli bianchi di nome Stefano, personaggio singolare e simpaticissimo. Ricordo che una volta, durante il viaggio di ritorno da scuola, si fermò lungo la strada panoramica che da Caprile porta alla frazione “Castello”, per andare a metter pace tra due uomini che si stavano azzuffando, pare per motivi di “donne”. Come tutti gli altri bambini, rimasi affascinato dalla scena, anche se lo sbalordimento raddoppiò quando riconobbi in uno dei duellanti, il mio … maestro! Ovviamente sperai che uscisse vincitore dall’epica scazzottata! Mi accorgo di essere andato fuori tema, chiedo scusa e torno ai nostri tempi ed alle nuove corriere (non più Zeppieri!). Mio figlio Marco, come qualcuno sa, ha deciso di iscriversi all’Università di Cassino e, per questo motivo, ha cominciato dallo scorso novembre la vita da pendolare: Roma-Roccasecca ad inizio e fine settimana e Roccasecca-Cassino per i restanti cinque giorni. In un primo periodo per i suoi spostamenti ha utilizzato soltanto il treno, di cui conosceva già orari e frequenze. Era comunque a conoscenza anche della linea di pullman diretta a Cassino. Così, in un giorno piovoso, poco propenso ad affrontare il chilometro di passeggiata da casa alla Stazione, Marco decise di provare a prendere il pullman, che fa fermata proprio sotto casa, su Via Casilina. Una moderna pensilina, tra l’altro, offre un ottimo riparo contro le intemperie. Marco aspetta e dopo un certo tempo arriva una corriera che lo conduce a Cassino. Qualche giorno dopo la corriera arriva, ma con un certo ritardo rispetto all’occasione precedente. Marco pensa ad un ritardo e non chiede nulla. Nella terza occasione, avendo aspettato ancora più a lungo, chiede all’autista l’orario preciso, ottenendo la curiosa risposta: “Non c’è un orario, quando la vedi, la corriera è arrivata!”
Increduli, io e Miria, durante una delle nostre veloci “scappate” a Roccasecca, abbiamo voluto vederci chiaro e, non contenti delle risposte avute da alcuni amici (tutte simili a quella data dal conducente) ci siamo rivolti alla persona in cui riponiamo più fiducia nella zona del “bivio”, ovvero Carlo, uomo di grande esperienza ed affidabilità, oltre che noto per la sua proverbiale saggezza. Gli abbiamo raccontato la storiella della corriera e gli abbiamo chiesto: “possibile che non si possa avere l’orario esatto?” E Carlo: ”come no? Basta andare dal sarto, quello con la bottega vicino alla mia tabaccheria!” Noi, leggermente sorpresi; domandiamo: “Come mai gli orari vengono li consegnano proprio al sarto (?!) e non ad altri esercizi ai quali verrebbe più spontaneo andare a chiedere?” E lui: “Ma no, cosa avete capito? Mica il sarto ha gli orari ufficiali stampati dall’Azienda dei Trasporti! Semplicemente lui, dal momento che lavora in quel negozio da oltre 40 anni e spesso guarda fuori, sulla Casilina, ormai gli orari delle corriere li conosce tutti a memoria!” Di un’efficacia e di una saggezza disarmante. Ancora incredulo, solo pochi giorni dopo, mentre sto leggendo uno dei tanti libri che Mario Izzi ha la bontà di inviarmi spesso (forse anche perché sa che li leggo realmente!), mi imbatto, a pagina 61, nel seguente titolo: I tabelloni – Fermate, frequenze, percorsi dei servizi pubblici. Immediatamente vado a leggere lo scritto, che mi appare così attinente alla materia oggetto di … studio! Certo, Izzi riporta il discorso ad elementi molto più “reali” e “politici” rispetto alle mie fantasie, ma credo che anche il rapporto politica-vita reale presenti sovente una qualche connotazione “fantascientifica”. Mi pare dunque doverosa la citazione. Riporto fedelmente il succitato capitoletto, tratto dal libro “In Paese tra Realtà e Fantasia”, E.D.A. , 2003”. Si sa che il centro storico del paese dista intorno a cinque chilometri dalla stazione ferroviaria e che giornalmente diverse corse automobilistiche (servizio pubblico) passano dal Centro per collegarlo con Colle San Magno, Castrocielo, Pontecorvo, Cassino, Frosinone, etc. Si conosce anche il luogo dove solitamente, per tradizione, soltanto “pullman” e corriere, ma da decenni non si è riusciti ad ottenere che un segnale, un atabella, consacrasse i siti ufficiali delle fermate e che, inoltre, gli utenti potessero conoscere le destinazioni, i percorsi, le frequenze dei vari servizi. Le richieste in tal senso alle varie amministrazioni comunali sono state sempre disattese. E’ mai possibile che una situazione cosiffatta sia sfuggita all’attenzione di tutti coloro che dicono di tutelare l’interesse pubblico? Si teme il controllo dal basso? O c’è pericolo che vengano fuori – com’è accaduto ancora di recente in Sicilia – situazioni irreali, di contributi elargiti a gestori per destinazioni e frequenze di corsa mai rispettate? O si tratta solo di … dimenticanza? Agli amministratori l’ardua risposta! (se credono …).
La fotografia con cui si chiude questo breve articolo proviene dagli archivi di Casa Sarro. Si tratta di Via Casilina, anni ’70. In primo piano il mitico distributore TOTAL, di fronte il Palazzo Sarro, non ancora seminascosto dal futuro Palazzo Lorino (si nota ancora la casetta bassa dove erano situate le botteghe di Lorino padre e del barbiere Rocco). Ma l’interesse della foto in questo ambito sta nella corriera (davanti, sulla destra, seguita da un furgone) che sta dirigendosi verso Sora/Frosinone dopo essere appena passata davanti alla bottega del … sarto, che avrà certamente preso nota del passaggio!!! R.M. |