CORRIERE & CORRIERE
Una corriera anni 50-60 della FIAT
A completamento dell’articolo apparso sullo scorso numero, Ferdinando aggiunge ricordi familiari e testimonianze assolutamente imperdibili. A Zia Maria e Zia Pia, testimoni d’epoca, va un ringraziamento particolare. Precursore delle “corriere” roccaseccane negli anni ’20 fu il mitico Trippannanz. Il soggetto era quello che poi si sarebbe definito in molte città attuali, quasi un secolo dopo, un “buxi”. In sostanza il buxi è un mezzo di trasporto a metà fra il taxi e il bus che in talune città svolge il servizio di trasporto pubblico su determinate particolari tratte o in orari strani. E’ a metà fra i due mezzi pubblici, in quanto è in genere un pulmino che trasporta più viaggiatori di un taxi, ma meno di un bus ed anche la tariffa è una via di mezzo. Appunto Trippananz, almeno da quanto raccontatomi dai miei vecchi, aveva un calesse che dalla stazione di Roccasecca imbarcava gente che scendeva dai treni e doveva raggiungere le località del circondario. Trippananz sapeva studiare attentamente la clientela e quando doveva trasportare “stranieri” che non conoscevano i luoghi, allungava ad arte il percorso per aumentare il prezzo della corsa. Tipica era la deviazione per Castrocielo quando qualcuno di fuori gli chiedeva di essere trasportato dalla stazione a Roccasecca alta.
Altra sua particolarità che mi è stata narrata era una sua frase ricorrente che soleva pronunciare per invogliare i potenziali clienti che sostavano davanti alla stazione: “Trippannnaz porta pure senza pagare”. Nel senso che in caso di necessità accettava anche pagamenti in natura, non meglio specificati dalle mie fonti…. Zia Maria ricorda che quando frequentava le Magistrali presso il Convitto delle Suore a Pontecorvo, prendeva la cosiddetta “Cristagliéra”, una corriera dotata di molti finestrini.
Una corriera anni 20 Villa Santo Stefano-Ceccano
Nel dopoguerra, quando fu istituito un primo servizio fisso di collegamento fra Roccasecca scalo e il centro, ci fu un autista che si chiamava Stefano che per decenni guidò la “corriera” urbana. Fin da piccolissimo ricordo che Stefano era perennemente al volante di una corriera verde e che conosceva tutti e le abitudini di ognuno di quelli che utilizzavano il suo mezzo; per cui capitava che facesse autonomamente delle deviazioni al percorso previsto per caricare o far scendere delle persone. D’obbligo, ad esempio, la fermata al crocevia, di fronte al “Palazzo Sarro”, dove ogni mattina salivano la maestra Elena e i due figli, Riccardo e Mario, e sovente il paziente Stefano restava con la portiera aperta ad aspettare proprio il ritardatario “Mariolino”! Era sempre sorridente e gentile; a me capitava di salire qualche volta sulla corriera da lui pilotata il mercoledì quando, nei periodi non scolastici, con mia nonna Concetta andavo al mercato. Noi non aspettavamo mai alla fermata, anche perché non ho mai saputo quali fossero e quali i relativi orari, ma ci avviavamo a piedi e strada facendo immancabilmente la corriera arrivava, Stefano si fermava e ci lasciava salire.
Andatelo a chiedere oggi ad un qualsiasi autista di mezzo pubblico di farvi scendere, o salire, fuori fermata! Stefano non aveva sostituto o turni, che io ricordi. Guidava sempre e solo lui, estate e inverno, mattina o pomeriggio. Del resto gli orari delle corriere a Roccasecca e dintorni sono sempre stati molto aleatori e avvolti da un fitto mistero. A testimonianza di quanto sopra, cito ciò che fu risposto da un autista di una corriera che transitava sulla Casilina a zia Pia. Lei una volta salita chiese candidamente quali fossero gli orari di transito e l’autista gli rispose: “Signurì nen le sacce i’ quann passa e le vò sapè tu?”. Questo accadeva circa cinquanta anni fa. Ma ai giorni nostri la situazione non è cambiata di molto, tanto che Marco che ormai da mesi vive a Roccasecca e frequenta l’università a Cassino, nonostante lunghe indagini non è riuscito ad appurare nulla di certo sugli orari della corriera che collega le due città. Ha iniziato rivolgendosi a zio Carlo, peraltro nostro collaboratore, che avendo un negozio storico che da sempre affaccia proprio sul bivio della Casilina avrebbe dovuto sapere qualcosa. Invece nulla, salvo indirizzare Marco al sarto che ha bottega accanto a lui da decenni; ma anche il sarto ha fornito solo notizie vaghe. Così il povero Marco non ha trovato di meglio che emulare zia Pia, pensando bene di rivolgersi all’autista una di quelle rare volte in cui ha avuto il privilegio di “imbattersi” nella corriera per Cassino. Riporto fedelemente il dialogo fra Marco e l’autista in questione. Marco: “A che ora passa qui la corriera per Cassino ?” Autista: “Tu mittete aecch, prima o poi passa” Marco: “Si, ma se io ho l’esame ? “ Autista: “E che gli adda fa proprio subito, gli fai per secondo, è uguale no ?”.
Giuro che non c’è nulla di fantasioso, Marco è stato protagonista di questo dialogo poco tempo fa ! Tornando a mia nonna Concetta, lei era solita utilizzare la corriera per recarsi periodicamente a far visita ai suoi parenti ad Arce. Ebbene, ricordo che nonna riguardo agli orari delle sue partenze diceva semplicemente che la corriera per Arce “passa doppe magnate”. Siccome lei pranzava molto presto, verso le 12, tutte le volte tranquillamente e senza affrettarsi mangiava e sistemava la sua cucina, dopo di che si avviava verso il bivio. Beh, vi dico che non ha mai guardato l’orologio e che in tanti anni non ha mai perso la corriera ! Concludo con un aneddoto vissuto da Marie France, cognata belga di Trapper. Circa dieci anni fa, durante la sua consueta permanenza estiva a Roccasecca, decise di raggiungere Ovindoli per far visita a dei parenti che soggiornavano nel paesino abruzzese. Insieme al figlio Antoine prese il treno per Avezzano, cittadina che dista pochi chilometri da Ovindoli. Giunta alla stazione di Avezzano salì con Antoine sulla corriera per Ovindoli; dopo un po’ ci fu la partenza con a bordo pochi viaggiatori. Ad un certo punto l’autista chiese pubblicamente se non avevano nulla in contrario a fare una sosta fuori programma in un certo luogo in quanto egli aveva una faccenda privata da sbrigare. Nessuno obiettò nulla, per cui giunto davanti ad una abitazione l’autista fermò la corriera e tranquillamente scese andando a parlare con un signore che abitava lì. Invitò anche i pochi viaggiatori che erano sulla corriera a scendere per sgranchirsi le gambe, ma non solo. Ad un certo punto il signore con il quale l’autista era a colloquio chiamò tutti e offrì una frugale ma sostanziosa merenda. Dopo di che, via tutti in corriera e la corsa ripartì finalmente alla volta di Ovindoli ! Il Trapper riferisce che una volta tornata a Roccasecca la sorpresissima Marie France raccontò l’avventura vissuta con vivo entusiasmo. Quando si dice l’innata ospitalità del popolo d’Abruzzo….
Ferdinando |