Nando MARTELLINI

Un altro addio

 

 

Stavamo andando in stampa quando è giunto in redazione un ulteriore contributo dell’amico Luigi. Potevamo “conservarlo” per il prossimo numero, ma visto il soggetto abbiamo deciso di pubblicarlo immediatamente.

 

A breve distanza da Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, un altro campione di professionalità, signorilità e cultura ha lasciato questa terra. Nando Martellini. Dedicherò solo un breve accenno a tutto ciò che per noi è rappresentato dalla memoria. "Signori all'ascolto...." Quasi sempre così iniziava la telecronaca del famoso tempo (uno solo) della partita domenicale, il suo volto compariva al massimo per pochi istanti al principio della trasmissione.... "Il Milan schiera la seguente formazione: In porta con il numero uno Cudicini, terzino destro con il numero due Anquilletti, al centro della difesa con il numero cinque Rosato...." La sua voce con fare sicuro e mai saccente scandiva numeri e nomi quando i primi erano compresi tra l'uno e l'undici....Sinceramente come trovo strani i numeri settantasette o novantanove sulle spalle dei giocatori. Dicevo che l'accenno alla memoria sarebbe stato solo breve e manterrò questa promessa, non per negligenza bensì per non scadere nel pamphlet di una malinconica dietrologia. Quello che intendo fare fra poco è invece tirare qualche freccia avvelenata. Oh si, certamente sobbalzerete e vi chiederete cosa mai c'entrino adesso gli Apaches o i Sioux. Soddisferò immantinente la vostra domanda....con un'altra domanda: Cosa dopo di loro? Ovvero chi sarà in grado di raccogliere l'eredita' di un giornalismo semplicemente carismatico come quello di Ameri, Ciotti e Martellini?

 

 

Se trovate la risposta meno male....ma ho paura che tale risposta non esista; Almeno a mio personale parere non vedo nessuno che sia capace attualmente di raccogliere lo scettro lasciato vacante da monarchi dell'informazione cultural-sportiva del calibro dei suddetti.

Diciamolo, eravamo stati assai ben abituati, ed adesso ci sentiamo non poco orfani con una profonda sensazione di vuoto.

Ma sì, e facciamola pure questa malinconica dietrologia; Ritorniamo ad una sera di Luglio del 1982, a quel triplice grido di "Campioni del Mondo". Ricordate? L'Italia tutta si coprì di tricolore. Quando mai si e' più verificata una collettiva ed unitaria gioia d 'appartenenza ad un paese come quella del Mundial '82? Mai più, anzi con il passar del tempo la cosa è andata sempre più affievolendosi. E Italia '90? E le "Notti Magiche?" Suvvia, anche la gioia dei gol di Schillaci veniva inquinata da chi sosteneva che il Napoli (di Maradona) altro non era che la squadra di una città appartenente all'area extracomunitaria (....ed il pibe de oro quasi godeva di tutto questo gettando all'epoca con le sue butades non poca benzina sul fuoco). Il Paese di divise in due; da una parte i blocco romano- milanese (L'anatema nei confronti del giocatore Alemao del Napoli e la famosa moneta da £ 100 presa in testa a Bergamo) dall'altra il blocco napoletano (Maradona in Napoli-Milan ..."Non voglio vedere una sola bandiera rossonera").

E questo è solo l'aspetto sportivo; sul fronte politico ecco comparire le prime camicie e bandiere verdi della Padania aspirante-nazione a farci intuire una spiacevolissima sensazione di frammentazione latente presente nel nostro Paese. ...

Ed oggi, in molte telecronache di partite dell'Italia, si vede benissimo che i giocatori non conoscono quasi per niente le parole dell'Inno di Mameli.

Signori, eccovi serviti dunque i risultati. L'orgoglio italiano dell'Estate '82 che percorreva unendo il nord il centro ed il sud del nostro Paese, l'orgoglio della tripletta di Paolo Rossi rifilata al Brasile al Sarria' di Barcellona o della finale Italia-Germania del Bernabeu si trova molto, ma molto dietro di noi, affogato e dissolto come una compressa di Alka Seltzer messa a sciogliere in un bicchiere di stupidità.

E questo si chiamerebbe progresso? Ma non facciamo ridere. Ora eccoci ancora qui, a dare il terzo addio. Dopo Sandro Ciotti ed Enrico Ameri salutiamo e ringraziamo anche Nando Martellini. Riuscira' ancora a vincere l'Italia? E non intendo dire solo in senso sportivo.

Chissà.... 


Luigi Probbo