Le origini delle note musicali

Orazio Manente, insegnante in pensione residente da anni in Montefiascone, non solo continua a seguirci con grande simpatia, come testimoniano le sue simpatiche missive, ma ci invia anche contributi di vario genere che volentieri pubblichiamo. Orazio scrive che "l’Eco mi piace per la varietà degli argomenti, trattati in modo spassoso che portano un soffio di vita che mi rinfranca e mi affascina allo stesso tempo". Se realmente riusciamo ad ottenere tale risultato ci sentiamo in dovere di continuare su questa strada per molti anni ancora! Allegati all’ultimo plico abbiamo trovato due odi di stampo calcistico che pubblicheremo successivamente, quando i clamori per l’inopinata sconfitta agli "Europei" saranno più fievoli, ed una simpatica breve storia delle origini delle note musicali che piacerà a tutti gli appassionati musicologi ed anche ai profani.

Guido d’Arezzo, detto Guittone (992-1050), teorico della musica, italiano, è tradizionalmente considerato l’inventore del sistema moderno del rigo, con note poste sulle linee e negli spazi. A lui si deve anche l’invenzione di un sistema mnemonico per aiutare l’esatta intonazione dei gradi della scala.

Monaco camaldolese, aretino, utilizzò le prime sillabe delle parole latine di ciascun rigo dell’inno di San Giovanni Battista per ottenere le Note Musicali.

Inno

UT queant lascis UT mutato in DO

REsonare fibris RE

MIra gestorum MI

FAmuli tuorum FA

SOLve polputi SOL

LAbiis reatum LA

Sancte Ioannes SI (S+I)

 

La traduzione è:

Affinché i tuoi devoti possano cantare, a voci spiegate, le meraviglie delle tue gesta, purifica le labbra impure, o San Giovanni.

Per memorizzare l’altezza delle note, Guido D’Arezzo fece uso della mano:

Arrigo Boito (1842-1918), che amava molto i giochi di parole, utilizzò anch’egli le sillabe del suddetto inno e poetò:

UTil di Guido UT

REgola superba RE

MIsuratrice MI

FAcile FA

SOLenne per tu SOL

LAude a te stessa intoni LA

SIllaba eterna SI

Ed una ignota poetessa:

La donna dice: io DO

Al mio futuro RE

L’amor che in petto MI

Brucia e languidar mi FA

Ah, venga presto il SOL

Il dì d’andare LA

Dove si dice SI

 

Orazio Manente