Programmi TV della memoria

Giochi senza Frontiere

 

 

Basta ascoltare per un solo attimo l’inizio della celebre sigla ed immediatamente ci si immerge in quel mondo bambinesco ma sicuramente divertente che fu Giochi Senza Frontiere.

Qualcuno si chiederà perché lo inseriamo nella rubrica dei “Programmi della memoria” di solito dedicata a quei programmi che ebbero vita breve, ormai quasi dimenticati, di cui vogliamo far tornare a galla protagonisti ed immagini. Ebbene, il motivo è che, a dispetto della lunga – e contrastata – vita, i “Giochi” ebbero il loro momento di fulgore soprattutto in quel decennio che va dal 1965 al 1975, anno più, anno meno. Al suono della sigla tutti noi ragazzi ci incollavamo davanti alla televisione per seguire le singolari e divertenti prove a cui venivano sottoposti i partecipanti ai “Giochi”. Penso che queste siano le edizioni meglio riuscite, anche se il programma è andato avanti ancora fino al 1982, anno in cui fu interrotto pare a causa degli alti costi di produzione, più probabilmente per mancanza di idee.

 

 

Riprenderà nel 1988, fino al 1999, anno in cui i “Giochi” verranno chiusi definitivamente. Probabilmente con la concorrenza e l’affollamento di altri programmi può essere accettata l’idea della chiusura, ben più difficile ci pare poter accettare il fatto che nel programma celebrativo sui “50 anni della RAI” i “Giochi Senza Frontiere” non abbiano avuto diritto ad essere in qualche modo ricordati!

Ma ora abbandoniamo le rimostranze dell’oggi e torniamo al divertimento di ieri.

I “Giochi” esordiscono nel maggio del 1965, nelle due città di Warendorf (Germania) e Dax (Francia), mentre la finalissima si svolge a Ciney (Belgio) e Saint Amand les Eaux (Francia). Giochi senza frontiere ha preso il via nel 1965, il 26 maggio per l'esattezza, con la partecipazione di Italia, Francia, Germania e Belgio, ai quali si aggiungeranno, negli anni a seguire, Gran Bretagna, Svizzera e Olanda. Questo gruppetto di sette nazioni resisterà fino al 1978 quando sarà inserita la Jugoslavia, mentre negli anni successivi il ricambio sarà più frequente.

 

 

Rosanna Vaudetti e Giulio Marchetti (RAI)

 

La RAI mandava in onda i “Giochi” sul secondo canale, con due uomini alla conduzione, almeno all’esordio: Giulio Marchetti, già noto al pubblico nelle vesti del simpaticissimo maggiordomo nel celebre “Giovanna la nonna del Corsaro Nero” ed Enzo Tortora, uno dei presentatori più amati dell’epoca.

 

Ma la coppia che presentò le edizioni più complete e spettacolari fu indubbiamente quella composta da Giulio Marchetti e Rosanna Vaudetti (che sostituì Renata Mauro), a partire dal 1971.

 

 

Ovviamente uscì anche il relativo gioco da tavolo! Ecco l’edizione svizzera e, sotto, l’edizione britannica.

 

 

 

Come non rievocare anche gli immarcescibili arbitri “internazionali” Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, arruolati fin dalla prima puntata? Chi non ricorda il loro “Tre (con la “r” arrotata alla francese)-Due-Uno- Via! Ed il fischietto in bocca!

 

Guido Pancaldi (a sinistra) e Gennaro Olivieri (la riga nei capelli “scolpita” con l’accetta, in una edizione “invernale” dei Giochi (Rete)

 

 

Come dato statistico vale la pena rammentare che l'Italia è l'unica nazione ad aver partecipato alle 30 edizioni disputate.

Noi ragazzi che vivevamo, o passavamo i lunghi periodi di vacanze scolastiche a Roccasecca, tentammo più volte di riproporre a casa le straordinarie peripezie dei partecipanti ai “Giochi”.

In particolare, nel cortile di Ferdinando, furono disputate alcune “puntate” che restano tra i più divertenti ricordi di quelle stagioni.

Il problema più importante, prima ancora di ideare il tipo di “prova” da superare, era convincere Nonna Concetta che non avremmo danneggiato nulla, come sovente era accaduto in occasione di partite di pallone terminate con la nostra fuga, inseguiti dalla nonnetta armata di scopa, soltanto perché qualche “cannonata” di Azzimonti o di Quintavalle aveva colpito (ed abbattuto) i grappoli d’uva appesi ai filari …

Le prove organizzate semplici o audaci che fossero, venivano affrontate con grande impegno da tutti noi.

Il regolamento seguiva con puntuale precisione quello visto in TV, compresi il Jolly, che dava l’opportunità alla squadra che lo esponeva di raddoppiare il punteggio ottenuto a fine gara, ed il mitico Fil Rouge, ovvero il gioco al quale non partecipavano tutte le squadre, ma soltanto una per volta, con classifica finale solo al termine della puntata.

 

La porta della cucina “vecchia” di Nonna Concetta, dove venivano predisposti i nostri “Giochi”

 

Tra le prove che ricordiamo sicuramente c’era quella di tirare palloni di varia grandezza in appositi cesti posti a diverse distanze; sempre con i palloni venivano organizzate gimcane con il pallone tra il “braccio” del vecchio pozzo ed i bidoni arrugginiti, residuati del tempo di guerra (cane permettendo! Infatti il boxer Diana restava abbastanza infastidito dai nostri volteggi vicino la sua zona di competenza! Se doveva spostarsi lo faceva con sussiego ed eleganza)

 

Il mitico pozzo, rimasto intatto, negli anni, con la manovella,

da noi promossa a “braccio” e “gambe” del “difensore!

 

 

Un’altra prova molto ricorrente era il lancio di vari oggetti dopo essere scesi di corsa dalla stretta scala, meglio se con i gradini bagnati: gli scivoloni erano all’ordine del giorno, sovente comprensivi di lividi e bozzi vari, lo scotto da pagare per la partecipazione!

 

La scala di pietra a due rampe di cui sopra

 

 

C’erano poi due locali, che di volta in volta sono stati adibiti a magazzino, sede degli “Scout”, dormitorio per cani e gatti, etc., nella migliore tradizione di casa “Vicini”, che potevamo utilizzare per giochi particolari, come “caccia al tesoro” (trovare il più velocemente possibile qualche piccolo oggetto nascosto nel grano, o tra le piccole mele disposte sul pavimento), o “la corsa dei sacchi” che si svolgeva sia girando intorno alle casette in questione, sia entrando e riuscendo sul retro, facilitati dalle tante porte esistenti.

 

Il basso edificio con molte porte utilizzato in diversi modi per i nostri giochi

 

 

Da notare che essendo in pochi, ovviamente tutti partecipavano a tutti i tipi di prove, a differenza dei veri “Giochi” nei quali il criterio di partecipazione alle prove e l'assetto stesso della squadra non era dato dalle peculiari caratteristiche dei soggetti, ma dal sorteggio! Ed in fondo questo garantiva il divertimento degli spettatori e le brutte figure dei partecipanti! Quante volte venivano sorteggiati dei signori/e grassottelli per “correre”, già carichi degli oggetti più ingombranti e viscidi o dei piccoletti per saltare fossi o prendere cose appese molto in alto?

Saranno stati giochi infantili che riproponevano un programma televisivo “leggero”, eppure ne conserviamo un ricordo piacevole e simpatico, che diventa ancora più positivo se paragonato al “trash” che si vede in TV oggigiorno.

Alla prossima!

 

Pagine a cura di Ric e Ferdy