Storie di gelati
In un vecchissimo numero dell’Eco ci occupammo di un curioso gelato americano, denominato Twin Popsicle, ovvero ghiacciolo gemello. Scrivemmo, all’epoca, che si trattava di una delle invenzioni più spettacolari nel campo dei generi alimentari, ed in particolare dei gelati. Ironizzammo, ovviamente, su tale "ghiacciolo a due manici", malignando che probabilmente era stato suggerito da qualche parto gemellare di troppo. In effetti resta più di una perplessità sulla motivazione di creare un "attrezzo" del genere. Forse si pensava a sorreggere il ghiacciolo con entrambe le mani per essere sicuri che il bimbetto di turno non lo facesse cadere? O veniva acquistato per due fratellini che avrebbero succhiato, appiccicati come due siamesi, ciascuno reggendo la propria stecchetta? Abbiamo scoperto che il Twin Popsicle è il discendente del Ep-siecle ovvero il primo ghiacciolo la cui invenzione è attribuita a tal Frank Epperson il ragazzetto di 11 anni che in una sera del 1905, a San Francisco, lasciò in veranda un bicchiere con un drink (soda aromatizzata) che stava bevendo, all’interno del quale c’era un bastoncino di legno con cui aveva miscelato gli ingredienti. Quella notte San Francisco sperimentò il Grande Freddo (the "Big Freeze") calando la temperatura di ben 32 gradi! Al mattino, Frank trovò, al posto della bevanda, un blocchetto di ghiaccio attaccato al bastoncino. Egli dette a quel "ghiacciolo" il nome di Epperson Icicle, in seguito abbreviato in Ep-sicle. Era nato il ghiacciolo, e la fortuna del signor Epperton. Successivamente il nome fu modificato in Popsicle ed il ghiacciolo divenne uno dei dolci preferiti dai ragazzi americani e, poco a poco, di tutto il mondo. Con la Grande Depressione i soldi scarseggiavano ma i giovani non volevano rinunciare al ghiacciolo; ed ecco l’idea per non perdere questi numerosissimi clienti: creare un ghiacciolo "gemello" con due stecche e – spesso – due gusti differenti, al prezzo di uno. Era nato il Twin Popsicle. Ovviamente ragazzi con pochi soldi in tasca avrebbero potuto comprarne uno e dividerlo mangiando ciascuno la sua parte; se ad acquistarlo erano un ragazzo e una ragazza l’avvicinamento obbligato delle bocche poteva fungere da ottimo preliminare per una conoscenza più stretta …. Qui si conclude la storia del ghiacciolo gemello, ma, a proposito di gelati, raccontiamo una storiella più recente, datata diciamo agosto 2005. Il posto, un bar di Roccasecca, una comitiva di amici (tutti dell’Eco), una signora che prende le ordinazioni. Vengono fatte sette ordinazioni: una granita di limone, una granita di limone con panna, due coppe fior di latte e catalana, una coppa amarena e cioccolata, una coppa fior di latte e cioccolata, un caffé freddo. Dopo aver scritto a lungo sul blocchetto la signora riassume: "quattro ordinazioni". Lei dice che la "colpa" probabilmente è del "caffè" che ha interrotto la serie dei gelati … Ripetiamo le nostre sette richieste e lei continua a scrivere, le ripete e mi annuncia che "fior di latte" non c’è, ma posso sostituirlo con "fior di fragola" (che non c’entra nulla come gusto, ma come assonanza, sì!), ma il buffo è che tale gusto c’è per i due che lo hanno messo insieme alla "catalana"! Appurato che fior di latte in realtà c’è, ricontrolliamo le 7 ordinazioni e la signora ci riprende, dicendo che "stiamo facendo confusione", poi va verso i gelati. Nel frattempo arriva Trapper che la chiama ordinando un’ulteriore coppetta, una semplicissima "crema e cioccolata", che quasi la getta nel panico. Infatti, quando la chiamiamo per fare una "aggiunta" lei teme che sia un gusto da aggiungere alle precedenti faticose ordinazioni! Arrivano i gelati: nel mio non c’è traccia del fior di latte, che in compenso appare misteriosamente nella coppetta con l’amarena di Gianni, gli altri debbono fare una sorta di caccia al tesoro sul vassoio perché la signora lo appoggia sul tavolo dicendo "trovatevi da voi quello che avete chiesto"! L’evento scritto non rende facce, commenti ed espressioni, purtroppo. Vi dovete accontentare. MR |