Orietta, un sogno

ed un ricordo

Pubblichiamo qualcosa che non avremmo mai creduto di dover fare, che soprattutto mai avremmo voluto dover fare. Luigi Probbo ci ha inviato un toccante ricordo di una persona nota a molti di noi, prematuramente scomparsa, la cara Orietta. La parola a Luigi.

Gentile Redattore, egregio Direttore,

Amici Lettori dell’Eco,

questa volta sento di parlare a Voi tutti di qualcosa che mi ha riguardato assai da vicino, di un avvenimento che ha colmato l’arco di dieci anni della mia esistenza; Al contempo, avverto il desiderio ed il dovere di rendere un sincero omaggio alla Persona che di detto avvenimento ha ricoperto il ruolo di indiscussa protagonista: Orietta, mia dolce compagna dal 1990 al 2000. Come fare? …. E’ semplice, attraverso un sogno….Si, proprio così, per una volta, chiuderò gli occhi e sognerò…. Normalmente i sogni non si possono scegliere, ma stavolta, credetemi, renderò questa cosa possibile. Ed ecco, nella mia mente materializzarsi le immagini di una radiosa giornata di Maggio del 1998; Per la prima volta, Oretta ed io, ci recavamo a Roccasecca, a casa di Riccardo.

Ricordo la gioiosa di lui accoglienza unitamente con suo figlio Marco e gli altri nostri amici Fernando Vicini e Vincenzo Lorino, sin dal casello autostradale di Pontecorvo dove ci eravamo dato appuntamento. Il sole splendeva alto nel cielo ma dentro ognuno di noi si accese molto di più. Orietta fu subito felice; La giornata trascorse nell’allegria; A casa c’erano ad attenderci Miria, Claudia e la signora Elena, mamma di Riccardo; Si pranzò tutti insieme ed, intorno a quella tavola, si discorse a lungo, circa tantissimi argomenti….Orietta, prendendomi un momento da parte mi disse, quasi anticipando la mia domanda "….sai, i tuoi amici mi sembra di conoscerli da sempre…." .Raramente nella vita mi sentii più felice di allora.

…. Il sogno continua …. ecco altri momenti trascorsi insieme con Riccardo e la sua famiglia, in casa sua a Roma, oppure allo Stadio Olimpico durante un Roma-Milan dei primi anni novanta….si, perché il calcio era una delle passioni preferite di Orietta, formidabile tifosa della Lazio, ed ancora, continuando nel mio sogno, ecco il ricordo di gite meravigliose a seguito del club biancoceleste a Parma, Bologna, Napoli, Genova…. io, il milanista ospite, considerato in un certo senso portafortuna in quanto alla mia presenza, Orietta e soci (del grande Club Borgo Velino-Eur ) rilevarono che la Lazio non perdeva praticamente mai ….

Gli anni trascorsero veloci, forse molto di più di quanto avessimo noi stessi immaginato, in quell’affannoso susseguirsi di chiaroscuri che in fondo rappresenta il vivere di tutti noi ….

Vennero poi giorni più cupi, la vita ci si rivoltò inaspettatamente contro, le nostre esistenze si stravolsero a tal punto da separare irrimediabilmente i nostri destini….Ma ecco, bruscamente, arrivare il risveglio. Il sogno è finito. Si d’accordo, era un sogno scelto….anzi non era forse nemmeno un sogno….ma riaprire gli occhi è ugualmente quanto mai doloroso. Ecco farsi improvvisamente spazio una tristissima realtà….Orietta non c`e` più….è mancata il 3 Settembre ultimo scorso, la tremenda notizia comunicata telefonicamente, una sera, da suo figlio Cristiano, mentre mi trovavo in Grecia.

A voi, amici di Roccasecca, a voi che l’avete vista sia pure solo poche volte, chiedo di ricordare il suo viso, la sua espressione sempre contagiosamente allegra, la sua voce, la sua vitalità, il suo sguardo fatto di luminosi e grandi occhi verdi, la luce del suo sorriso, …. quella, come il ricordo di dieci splendidi, schietti e validi anni trascorsi con Lei, non si spegnerà mai.

Luigi Probbo

 

1 Maggio 1998: da sinistra Vincenzo, Luigi, Orietta e Ferdinando in posa

presso il "confine" di Roccasecca, varcato da Luigi e Orietta per la prima volta!

 

Una persona solare

Luigi in versione da "arabo" ed Orietta consegnano a Miria abbondanti libagioni nel secondo viaggio a Roccasecca (Giugno 1999)

La notizia è arrivata a casa nostra proprio nel giorno in cui avevamo ricevuto la consueta cartolina allegra da parte di Luigi, proveniente dalla Grecia: conteneva riferimenti calcistici dell’età moderna e letterari della civiltà del Peloponneso. Il contrasto è stato dunque ancora più stridente, se possibile. Orietta era una donna giovanile, sempre sorridente, piena di vitalità, curiosa ed interessata a visitare posti lontani e diversi dalla nostra realtà occidentale, una di quelle persone che ti mettono di buon umore già al primo impatto. Anche per lei vale la considerazione che aveva esternato nei nostri confronti: ci pareva di conoscerla da tanto tempo fin dal primo giorno che l’abbiamo incontrata, nel dicembre 1990, sugli spalti dello Stadio Olimpico. Quello fu il giorno in cui mi sentii apostrofare "adulto" per la prima volta, quando alcuni ragazzi che avevano occupato i nostri posti, alle mie rimostranze si alzarono dicendo "ci scusi, questo è il suo posto, signore". Io rimasi male, per la prima volta a 35 anni, qualcuno non mi aveva più chiamato ragazzo ma signore, e cominciai a dire che mi consideravano un vecchio! Orietta, che mi vedeva per la prima volta, non si tratteneva dalle risate.

E come non ricordare quelle serate di "Coppa dei Campioni" targate Milan, che si svolgevano a casa nostra, imbandierata di rossonero, alle quali Orietta allegramente partecipava da "esterna" simpatizzante, proprio come Luigi soleva fare – come ha ricordato proprio in questa occasione – durante le trasferte della Lazio, dove aveva lui il ruolo di esterno portafortuna. I piccoli Marco e Claudia mostrarono una simpatia immediata per quella donna sorridente che non mancava mai di portare pizza e dolci in quantità tali da sfamare un intero reggimento.

Anche loro sono rimasti ora sbigottiti alla triste notizia. Increduli. Negli ultimi tempi entrambi ascoltano molto Luciano Ligabue e proprio una sua canzone mi sovviene pensando all’inesorabile male che si è portato via Orietta. Fu scritta in ricordo di un giornalista morto in giovane età per un tumore.

Le prime due strofe recitano:

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha

Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te
quando farsi una ragione vorrà dire vivere
te l'han detto tutti quanti, che per loro è facile
quando batte un pò di sole dove ci contavi un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "ancora no"
quando la ferita brucia la tua pelle si farà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha

 


Non sappiamo cosa aggiungere se non un saluto pieno di affetto. E un bacio.

Miria, Riccardo, Marco, Claudia

 

 

Miria e Orietta si avviano verso la Chiesa di San Tommaso.

Ora Orietta ha varcato la Porta definitiva, quella che va oltre

San Tommaso …