Simply the Best

 

 

L’

ultimo dribbling, quello più importante, non gli è riuscito. Anche una Leggenda come lui ha dovuto arrendersi, dopo aver sperato fino alla fine di farla franca ancora una volta. George Best è morto, distrutto dall’alcol, dalle numerose patologie accumulatesi sul suo debole fisico, ma soprattutto distrutto da se stesso. Era inevitabile, da tempo ci eravamo abituati all’idea, eppure quando abbiamo letto la notizia - era un freddo e piovoso venerdì (25 novembre 2005) - siamo rimasti veramente male. George Best è stato per il calcio quello che James Dean è stato per il cinema e Jim Morrison per la musica rock, tanto per fare due esempi. Quei cosiddetti “eroi maledetti”, i quali, una volta morti, diventano icone e miti generazionali, ma che, ad essere sinceri, fanno anche una gran rabbia per come riescono a dilapidare capacità superiori ed assolute.

E dico questo pur nella convinzione che ciascuno ha diritto di fare della propria vita quello che preferisce. Questo Genio del calcio avrebbe potuto e dovuto vivere una carriera sportiva a livelli altissimi e invece, dopo aver vinto tutto nel giro di 3-4 anni, ha deciso di cancellare la sua figura di Calciatore Superiore per dedicarsi soltanto ai vizi e agli stravizi che poco a poco lo hanno demolito. Credo che tutti conoscano la sua celebre affermazione: “Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l'ho sperperato”.  Una sintesi perfetta del suo “stile di vita”, fatto di donne e di alcol. Altre due sue frasi rendono bene l’idea, ma mentre la prima fa sorridere, e diciamocelo, ai maschi fa venire un po’ di invidia, la seconda è terribile nella sua apparente ironia: “Nella mia vita qualcosa mi è sfuggito, Miss Germania o Miss Canada per esempio...” e, parlando di una sua bellissima casa vicino ad una spiaggia, quando andò a giocare negli USA: “Non sono mai stato in spiaggia, per arrivarci dovevo passare davanti a un bar e mi sono sempre fermato prima di raggiungere l'acqua”.    L’incredibile talento nordirlandese, quello stesso ragazzo che fu definito “il quinto Beatle” e, proprio da Pelé “il miglior giocatore di tutti i tempi”, ha preferito la bottiglia ad una carriera che sarebbe stata a dir poco favolosa. Aveva solo 22 anni, nel 1968, ed aveva già vinto il Pallone d’oro, la Coppa dei Campioni e due titoli con il Manchester United! Poi il lento declino, l’autodistruzione e quella morte in agguato, dribblata a più riprese, perfino con un trapianto di fegato di cui vi parlammo proprio su queste pagine, tre anni fa, Eco n. 39, prima pagina dedicata al Migliore, George Best, che riproponiamo all’interno. E così, ai suoi tantissimi records, aggiungerà questa piccolissima “soddisfazione”: è stato l’unico personaggio a cui è stata dedicata per due volte la prima pagina de “L’Eco di Roccasecca”. Sicuramente lassù, dietro le nuvole, tra due belle “angiolette” starà sogghignando … 

 

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