Natale di celluloide
Un uomo e una donna si baciano lungamente, con trasporto; una carovana corre di gran carriera, tallonata da una torba d’indiani inferociti, nell’immensità della Monument Valley, in attesa di uno squillo di tromba annunciante l’arrivo dei salvatori con indosso la giacca azzurra. O, ancora, due macchine s’inseguono senza soluzione di continuità per le strade, spesso affollate, di una grande metropoli. Tutte queste immagini, appena evocate, hanno il comune denominatore di condividere un’affinità elettiva con il cinema. Ognuna di loro, se ben realizzata e ben contestualizzata, quando scorre sullo schermo riesce ad attirare ineluttabilmente l’attenzione degli spettatori. C’è poi un altro argomento cinematograficamente molto cool: il Natale. Abbiamo pensato, sull’abbrivio dell’arrivo della festività, che sarebbe stato interessante citare in una rapida carrellata le pellicole più interessanti in cui il Natale è protagonista, anche se in taluni casi è rappresentato in maniera ben poco tradizionale. Ad una prima, superficiale, ricerca i film esplicitamente natalizi, girati risultano circa centotrenta. Tuttavia sono ovviamente di più, considerando tutte quelle opere che del Natale parlano, senza però citarne esplicitamente il termine nel titolo. Tra questi LA VITA E’ MERAVIGLIOSA (1946), il film di Natale per eccellenza, vero capolavoro del cinema sentimentale di tutti i tempi. Monarca assoluto della storia è uno strepitoso James Stewart, che con una interpretazione capolavoro incarna i panni del protagonista, George Bailey, un brav’uomo a cui il destino gioca un gran brutto tiro. Un film che resta magicamente sospeso tra la commedia e la favola. La regia di Frank Capra è magistrale. È invece del 1970 LA PIÙ BELLA STORIA DI DICKENS (Scrooge), ispirato a I RACCONTI DI NATALE, di Charles Dickens. Il vecchio e avaro Scrooge nella notte della Natività viene visitato da tre fantasmi che gli fanno rivivere la sua vita, prospettandogli una implacabile punizione divina. Il vecchio prova una vera e propria fifa blu e al risveglio, la mattina dopo, è una persona trasformata. Nonostante la presenza di Alec Guinness è un film che sarebbe passato inosservato, se non fosse tratto da una delle opere più amate del grande scrittore inglese.
Del Canto di Natale esiste anche una versione italiana, nella quale Scrooge si chiama Antonio Trabbi e fa l’usuraio. Il protagonista è un grandissimo, Paolo Stoppa. Il film è del 1953 e s’intitola NON E’ MAI TROPPO TARDI, per la regia di Filippo Walter Ratti. Accanto a uno Stoppa in forma smagliante, lavora Isa Barzizza. Memorabile la versione disneyana, IL CANTO DI NATALE DI TOPOLINO, con zio Paperone nelle vesti del protagonista dal cuore di pietra. Per chiudere il capitolo Scrooge, segnalo come tra il 1901 e il 1928, in piena era del muto, sono stati realizzati undici film sul tema.
Ma, attenzione, non tutti i film con il Natale sono ad alto tasso di saccarina. A volte lo sdilinquimento finale non c’è. È il caso de L’ALBERO DI NATALE (1969), film interpretato da William Holden e Virna Lisi. La vicenda narra di un bimbo contaminato da radiazioni atomiche, mentre è in vacanza in Corsica. Morirà inesorabilmente il 25 dicembre. E non è un caso isolato. Lo stesso epilogo tragico avviene in AUTUMN IN NEW YORK, del 2000. Interpreti a diciotto carati quali Richard Gere (vestito da un lungo cappotto nero) e la delicata, deliziosa, seducente Winona Ryder, nell’occasione malata di cuore in fase terminale. Film dileggiato dai critici più schizzinosi, è invece un lungometraggio da recuperare, per l’eleganza delle immagini che ritraggono una New York immersa nei colori tipici che precedono il Natale e per l’alchimia che scatta tra i due protagonisti. Molto più incline a mettere di buon umore lo spettatore è invece BABE MAIALINO CORAGGIOSO del 1995. Il suino protagonista è destinato a rosolare a fuoco lento nel pentolone per il pranzo di Natale. Ne uscirà con intelligenza e coraggio. Film ingegnoso e divertente, vinse l’Oscar per gli effetti speciali. Di tutt’altro tenore la lettura del Natale di Krzysztof Kieslowski nel suo DECALOGO 3, del 1989. Il film narra di Ewa, una donna sola ed isterica che costringe, con l’inganno, il suo ex amante (regolarmente sposato, con figli), a passare con lei la notte di Natale e a santificare a modo suo la festa. A fare da sfondo, una Varsavia livida e glaciale evoca scenari ben poco natalizi. Due film che hanno avuto un successo clamoroso, e a dire il vero un pochino inesplicabile, sono MAMMA HO PERSO L’AEREO e MAMMA HO RIPERSO L’AEREO. Il plot per tutte e due le pellicole è il medesimo: una famiglia nella fretta di partire si dimentica la piccola peste di casa, Kevin, un bambino sui dieci anni. I film decreteranno il successo planetario (e in parte la dannazione) di Makulay Culkin, il piccolo protagonista. Non sono due film da buttare e Joe Pesci riesce a tenere la barca sulla linea di galleggiamento. Lettura particolarissima, e non poteva essere altrimenti, del Natale, da parte di Tim Burton in TIM BURTON’S THE NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (1993). In questo caso un principe del mondo di Halloween (Skeletron) decide di rapire Babbo Natale e di prenderne il posto. Terrorizzerà i bambini recapitandogli regali spaventosi. Ispirato da un libro per bambini. Si apprezzano molto i raffinati effetti grafici e l’incantevole atmosfera horror-sentimentale. Bel giallo al femminile è OTTO DONNE E UN MISTERO (2002). Sei amiche e due cameriere durante il cenone di Natale, celebrato in una villa isolata nell’innevata campagna francese, scoprono al piano di sopra il cadavere di un uomo con un pugnale conficcato nella schiena. Vero e proprio parata di stelle il cast: Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Funny Ardant, Emmanuelle Beart. Chiudo con una citazione d’obbligo per uno dei Maestri della settima arte, Ingmar Bergman. Il geniale artista svedese al Natale dedica il primo capitolo di FUNNY E ALEXANDER (1982), opera che segna il suo congedo dal cinema ed è a tutti gli effetti il suo testamento artistico. Mi fermo qui. Questa panoramica è ovviamente incompleta. I film citati sono i più famosi o curiosi in cui il Natale è comunque uno degli spunti privilegiati dell’impianto narrativo. Nei prossimi giorni se la tv ne riprorrà qualcuno (immancabile IL PICCOLO LORD con Alec Guinness), non lasciatevelo sfuggire. Gianni Sarro |