Archivio storico de

L’Eco di Roccasecca

 

Con il numero 53 de “L’Eco di Roccasecca” dello scorso dicembre 2005, si è conclusa la rubrica “Eco Revisited” sulla quale per alcuni anni abbiamo riproposto articoli già pubblicati su vecchie edizioni del giornale, aggiornati talvolta con qualche immagine supplementare. Riteniamo che queste pagine provenienti dal “passato” dell’Eco debbano essere d’ora in avanti presentate in una nuova veste, con i contenuti arricchiti da ulteriori commenti ed aggiornamenti che ne rendano più attuale e interessante la lettura. Abbiamo denominato tale nuova rubrica Archivio Storico de “L’Eco di Roccasecca”.

E partiamo alla grande ripubblicando la lunga scorribanda sugli “Uomini illustri” della Ciociaria, all’epoca pubblicata su L’Eco di Roccasecca n. 8, anno II, Maggio-Giugno 1997.

 

Uomini illustri di Ciociaria

 

In questo saggio vogliamo proporvi una breve carrellata di tutti gli uomini illustri cui la Ciociaria ha dato i natali. Scorrendo via via i personaggi del lungo elenco, si noterà che essi vanno a coprire tutti i settori della vita pubblica: dal mondo scientifico a quello artistico, dalla religione alla storia, dalla cultura, soprattutto latina, alla politica e così via.  Tutte le citazioni virgolettate sono tratte dalla “Strenna Ciociara” del 1966, immensa fonte di informazioni.

 

San Tommaso in un’opera di Piero della Francesca

 

La personalità più importante con cui cominciamo il nostro cammino è certamente San Tommaso d'Aquino, Tommaso dei Conti di Aquino (1226-1274), nato a Roccasecca, fertile terra di Santi e di ingegni. San Tommaso si colloca nella storia come “suprema radice di un supremo pensiero, che, dopo San Paolo, va per il mondo”. Nelle tre Summae, «Summa de veritate», «Summa contra gentiles» e «Summa theologica», sono trattati tutti i problemi della filosofia e della teologia: “la grande voce che da Aquino si alza e va per il mondo; è il tomismo che costituisce la parte fondamentale della filosofia cattolica, la philosophia perennis”.

 

Statua bronzea di Cicerone ad Arpino (particolare)

 

Altro illustrissimo ciociaro, colui che scrisse Le Catilinarie, Le Verrine e Le Filippiche , è Marco Tullio Cicerone, nato ad Arpino, città che gli ha donato una statua nella piazza principale. Proprio di fronte a questa, l’altra opera bronzea raffigurante il secondo arpinate celebre: Caio Mario, colui che vinse i Cimbri e i Teutoni, e che fu anche il grande avversario di Silla.

Nel campo della poesia ricordiamo innanzitutto Giovenale (Iuvenalis Decimus Junius) nato ad Aquino nel 47 (o 55) d. C., uno dei più importanti poeti di satire: “E' materia appassionata e potente, dalla quale si levano il desiderio e la nostalgia di una vita semplice e pura. ... I costumi non si sono allontanati di molto dalla Ciociaria di oggi”. In particolare, la quarta satira narra di un enorme rombo pescato in Ancona e di un consesso convocato dall'Imperatore Domiziano per decidere come cucinarlo; l'ottava satira tratta della nobiltà, che dovrebbe essere degli uomini degni e, invece, è massimamente nutrita da corrotti e da briganti; la tredicesima ha una profonda radice morale e religiosa: i potenti e i malandrini possono essere assolti e vivere felici, ma la coscienza non perdona e il male è pena a se stesso…

 

A Sezze ricordano il poeta Titinio, creatore della commedia d’argomento e di costume. Soffermandoci sui pochi titoli pervenuti fino a noi della sua opera, ci accorgiamo che Titinio, nella caratterizzazione dei protagonisti, rimanesse fedele alla sua terra d’origine: La donna di Sezze, La donna di Ferentino, La donna di Velletri, etc. Sempre a Sezze nacque Valerio Flacco, poeta epico, vissuto il I sec. d. C.; e un altro Valerio Flacco ci è dato da Palestrina. Ancora, da Atina provengono Cneo Plancio, l'oratore Lucio Munazio, amico di Cicerone, di Giulio Cesare e di Catone Uticense, e Saturnino Lucio Apuleio.

Tra i potenti dell’epoca romana si ricorda, innanzitutto, l'imperatore Tiberio Claudio Nerone, nato a Fondi. Eccellente generale nelle campagne in Germania e sul Danubio, tenne Roma in pace, inizialmente. Poi, “succube del nefasto Seiano, non esitò a servirsi della «Legge di maestà» instaurando un regime di terrore, che - si legge in Svetonio - portò il lutto nelle famiglie di senatori, considerati, dalla sua mente oramai tradita e convulsa, suoi perenni nemici. La notizia della sua morte fu accolta dal popolo al grido di: «Tiberius ad Tiberim». E così anche la Ciociaria ha avuto un suo figlio degenere.”

A Sora nacque Marco Attilio Regolo; durante la prima guerra punica (264-241 a.C.) guidò la flotta romana contro quella cartaginese, e la sconfisse più volte. Successivamente fu battuto dai cartaginesi e fatto prigioniero. Nel 250 a.C. i cartaginesi lo inviarono a Roma per trattare i termini di pace o lo scambio dei prigionieri; ma a Roma, egli stesso prima consigliò il senato di rifiutare le proposte di pace, dopo di che, volendo rispettare il giuramento fatto ai Cartaginesi, con inusuale coraggio tornò a Cartagine. La leggenda narra il supplizio inflittogli, al ritorno, dai Cartaginesi che lo avrebbero fatto rotolare giù per un pendio dopo averlo rinchiuso in una botte irta di chiodi.

 

Attilio Regolo riparte per Cartagine

 

Marco Vipsanio Agrippa su una moneta romana

 

Ancora nella zona di Arpino ebbe i natali Marco Vipsanio Agrippa, nato nel 63 a.C., riportò splendide vittorie alla guida dell'esercito di Augusto: a Milazzo e a Nauloco (36) contro Sesto Pompeo e ad Azio (31) contro Antonio. Ebbe tre mogli: Pomponia, Marcella e Giulia, figlia di Augusto. La sua immagine è stata tramandata sia su molte monete, sia grazie alle diverse statue a lui erette in svariati luoghi, tra cui una testa colossale con corona murale a Copenaghen e una statua grandiosa a Venezia (Museo Archeologico). Ad Agrippa si devono anche importanti opere di edilizia tra cui  la costruzione del Pantheon. Infine, Alatri ricorda Vetigliene, magistrato romano vissuto nel 3° secolo a. C.

E' innumerevole la schiera delle personalità date dalla Ciociaria alle varie arti.

Ricordiamo, tra i tanti, i nomi di maggior rilievo: il pittore Antonio da Alatri (XIV sec.), il pittore Giuseppe Cesari di Arpino (1568-1640), passato a noi come il «Cavalier d'Arpino» (si ammira ancor oggi una sala da lui dipinta nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio); lo scultore Umberto Mastroianni, nato a Fontana Liri nel 1910; lo scultore Eleuterio Riccardi detto il Fornaciaro nato a Coldragone (Colfelice) nel 1884; lo scultore Ernesto Biondi, nato a Morolo nel 1855, celebre autore dei «Saturnali», che si guadagnarono il Grand Prix di Parigi, grande innovatore del disegno architettonico e della scenografia; il sorano Antonio Valente, la cui figura si continua a celebrare organizzando mostre dei suoi bozzetti. Il musicista Carlo Conti di Arpino (1796-1868), compositore sacro e sinfonico e fecondo operista.

 

Il musicista e sacerdote Licinio Refice nato a Patrica il 12 febbraio del 1885, autore dell’opera "Margherita da Cortona"; Daniele Paris, nativo di Frosinone, uno dei principali direttori d'orchestra di musica contemporanea, tra i più apprezzati compositori di colonne sonore negli anni '70, fondatore del Conservatorio di Frosinone; in tempi più recenti, nell’ambito della musica leggera, grande successo ha avuto la sorana Anna Tatangelo

Infine come non ricordare lui, il Maestro, Severino Gazzelloni, il Flauto d’Oro, nato a Roccasecca nel 1919, uno dei più grandi flautisti di tutti i tempi, che tutto il mondo ci invidia. Queste le parole che ha consegnato alla storia:

"E io ho soffiato, soffiato. D'improvviso dalla canna è uscito il suono, e insieme al suono anche il mio cuore, che mi premeva in gola, spingeva, quasi mi soffocava, non capivo più niente. C'era solo quel suono che usciva dal flauto e contemporaneamente entrava dentro di me, s'infilava nel mio cervello, nelle ossa, nello stomaco. Quel suono era tutt'uno con me. Da allora è sempre stato così. Ogni volta che dal flauto mi escono le prime note, ritrovo l'emozione e lo stupore del mio fiato che diventa suono, io sono quel suono".

 

Il busto di Severino Gazzelloni a Roccasecca

 

Nel mondo dello spettacolo tanti sarebbero i nomi, ma per mancanza di spazio ci limitiamo a citare, nel mondo del cinema, Marcello Mastroianni da Fontana Liri, Nino Manfredi da Castro dei Volsci e Vittorio De Sica da Sora. In questa sede non ci soffermiamo nella descrizione delle carriere di tali personaggi del cinema italiano ed internazionale, note a chiunque; semmai sarà nostra cura dedicare a questi grandi del cinema alcune puntate monografiche.

 

Un film in cui Manfredi fa “il ciociaro doc”

 

La Ciociaria ha generato anche molteplici figure nel campo religioso, oltre il già citato San Tommaso. Il primo Papa ciociaro, divenuto poi Santo Ormisda che, nato in Frosinone, il V secolo d. C., fu eletto Pontefice il 20 luglio del 514  “affrontò, purtroppo senza riuscire nel suo intento, un grande compito: l'unione della Chiesa romana con la Chiesa greca. Riuscì invece, e pienamente, a riorganizzare la Chiesa spagnola dopo l'invasione dei Visigoti.” Nel medesimo secolo, tristemente visse i suoi due anni di pontificato (eletto l'8 giugno del 536) il Santo Silverio, “il quale perseguitato da Teodora moglie di Giustiniano, fu deposto ed esiliato nell'Isola di Ponza: e vi mori per fame.”

Ugolino dei conti di Segni è il Pontefice Gregorio IX che nacque in Anagni nel 1145 e si spense nel 1241. Egli fu il grande protettore di San Francesco e dell'Ordine Francescano, e, allo stesso tempo indomabile avversario di Federico II. “Nel corso di quattordici anni di governo della Chiesa tutti di una sorprendente attività, canonizzò San Francesco, Sant'Antonio da Padova e San Domenico.”

Lotario, conte di Segni, divenne Pontefice Innocenzo III, salendo al soglio giovanissimo; all’età di 37 anni. “Con lui, la potenza pontificale raggiunge il suo apogeo. Tutore di Federico II (in clima politico diverso da quello del suo predecessore) lo fece incoronare Re di Sicilia.

 

Si adoperò validamente per il rifiorire della nostra Valle del Sacco e del territorio pontino; bandì la crociata contro gli Albigesi e presiedette, nel 1215, il grande Concilio Lateranense, XII generale, di fondamentale importanza per la determinazione del dogma e per la disciplina del cattolicesimo.”

Ancora, Bonifacio VIII è quel Benedetto Caetani che nacque ad Anagni nel 1235. “Fu grande nemico (e ne aveva buona ragione confortata dalla tradizionale fermezza ciociara) del Re di Francia, Filippo il Bello.” . Fu eletto papa il 24 dicembre del 1294. A lui si deve la proclamazione del primo Giubileo. Reso immortale da Dante nella Divina Commedia,

Sempre Anagni diede i natali ad Alessandro IV, Rinaldo dei conti di Segni: “l'uomo di vita santa che, al governo della Chiesa dal 1254 al 1261, vanamente cercò di promuovere una crociata”.

Via via risalendo i secoli, giungiamo a Gioacchino dei conti Pecci, il Pontefice Leone XIII, che nacque a Carpineto Romano, presso Anagni, nel 1810. E’ il successore di Pio IX; ed è il primo Pontefice d'Italia dopo la conquista di Roma. “Leone XIII è memorabile per due encicliche: la celeberrima RERUM NOVARUM sui problemi della proprietà e della questione sociale e la non meno celebre AETERNI PATRIS, tendente a resuscitare le fortune della filosofia di San Tommaso ed a combattere il modernismo.”

 

Il Cardinale Cesare Baronio

 

Altri nomi ancora: il Cardinale Cesare Baronio, nato a Sora il 30 ottobrel 1538, fu collaboratore prezioso di San Filippo Neri nell'opera di Riforma e confessore di Clemente VIII, che egli riuscì a riconciliare con Enrico IV. Importantissimi i suoi "Annali" custoditi in copia originale, amanuense, nella Biblioteca vaticana.

 

Racconterà più tardi che la prima volta che lo incontrò restò tanto colpito dalla dolce carità e dalle sante parole di Filippo, che decise di non lasciarlo più: “E, subito che cominciò a praticare col Santo, Dio gli comunicò tanta abbondanza di spirito e disprezzo di questa terra, che, se Filippo non gli avesse comandato per obbedienza di continuare gli studi di legge, avrebbe lasciato il mondo e si sarebbe ritirato in qualche stretta religione per servire più perfettamente a Dio […] Ma il Beato Padre non gli volle mai dar licenza, dicendogli che il Signore voleva altro da lui”.

Arpino venera il barnabita S. Francesco Saverio Bianchi, nativo di Boville Ernica (1466) e il Cardinale Ennio Filonardi; non molto lontani da noi sono Maria de' Mattheis da Vallecorsa (1805-1865) fondatrice dell'Ordine del Preziosissimo Sangue e il Cardinale Ugone che nacque in Alatri. Ceccano ha dato i natali al Cardinale, Segretario di Stato di Pio IX, Pasquale Tommaso Gizzi.

 

 

La targa sulla casa in cui visse Aonio Paleario

 

Tantissimi i nomi nel mondo della cultura, umanistica e scientifica.

La cultura della fine del XVI secolo annovera tra i suoi grandi un umanista ciociaro, eminente letterato nato a Veroli nel 1503, Antonio Della Paglia, noto con il nome di Aonio Paleario, poeta e filosofo dell'attivissima schiera dei riformatori italiani del ‘500; più volte processato dalla Santa Inquisizione, nel 1570 fu impiccato e arso per le sue idee.

Filettino dà i natali all’umanista Martino Filetico (1430-1490). Di Alatri era il glottologo, fondatore della glottologia moderna, Luigi Ceci (1859-1927); Antonio Labriola, da Cassino, fu filosofo e sociologo (1843-1904), il cui pensiero stato celebrato nelle università di tutto il mondo; quindi Luigi Pietrobono, nato ad Alatri nel 1862, grande interprete e studioso di Pascoli, di cui fu fervente e fedele amico, morto nel 1960.

 

Il frontespizio di una delle opere di Giovanni Sarro: “non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso”

 

Ancora, una grande figura di pensatore e patriota, tra le tante che la Ciociaria ha dato alla Patria, Luigi Angeloni, nato nel 1759 a Frosinone, e morto esule a Londra nel 1852. Fu membro illustre della Repubblica Romana del 1798 e apprezzato scrittore; fu tra i primi pensatori federalisti italiani, e proponeva, nel volume "Sopra l'ordinamento", l'unità confederale italiana sul tipo di quella svizzera. Nicola Ricciotti, anch’egli di Frosinone (1797-1844), ardente e generoso patriota, martire della Rivoluzione italiana, venne fucilato il 25 luglio 1844 insieme ai fratelli Bandiera, con i quali era partito, da Corfù, destinazione Cosenza, per ribellarsi al dominio borbonico. Il poeta e patriota di Sgurgola, Pietro Sterbini, (1793-1863) scrisse, ad esaltazione della patria, nobili poesie purtroppo dimenticate; Luigi Mariani di Santa Croce di Mogliano, nobile letterato (1834-1912); l'indimenticabile poeta Cesare Pascarella, nato in Fontana Liri (1858-1940), pittore, disegnatore, autore di «Villa Glori» e de «La scoperta dell'America». Uno dei più grandi prosatori del '900, Tommaso Landolfi, è nativo di Pico.

Da Picinisco l'astronomo Ernesto Capocci (1798-1864) che diresse l' Osservatorio di Capodimonte; celeberrimo chimico è Ettore Marchiafava nato a Patrica;

 

nativo di Paliano (1875), Augusto Bequinot è stato professore all'Università di Genova e autore di un originale studio su «La vegetazione nelle isole ponziane e nel napoletano»; di Fontana Liri è Nicola Parravano, che dedicò particolarmente i suoi studi alle leghe metalliche; un valentissimo ordinario di «Estetica», Giuseppe Gizzi, (1863-1912) nacque in Ceccano; l'antropologo Giustiniano Nicolucci ebbe i natali in Isola del Liri.

Infine, come non ricordare l’opera svolta nel campo della Teologia e delle Lettere Antiche e Moderne dai due fratelli Giovanni e Luigi Sarro, gesuita il primo, nonché grecista e latinista, professore di lettere antiche e moderne, quindi preside il secondo; la loro fulgida e nobile opera resta perenne insegnamento per le generazioni a venire, grazie alle testimonianze lasciate sui numerosi testi pubblicati. Pur nativi di Vico Equense (NA) i due fratelli Sarro possono essere considerati a pieno titolo figli della Ciociaria!

Desideriamo chiudere questa non breve, e tuttavia insufficiente, elencazione delle figure di maggior rilievo date dalla Ciociaria alla cultura alla scienza, all'arte, alla vita civile e sociale, con una ultima citazione che ci appare particolarmente appropriata: “In ogni tempo, ogni grande e piccola borgata della Ciociaria espresse vivide intelligenze, uomini solerti e capaci che attraverso i loro studi, le opere d'arte, il magistero religioso, la purezza dei costumi, la geniale capacità inventiva, non solo crearono opere durature ma diffusero anche la conoscenza e il nome della loro terra natia ... e frutto di quel grande «vivaio» di intelligenze e di animo battagliero che sempre in Ciociaria sono germinate con doviziosa larghezza ... dalle grandi figure dell’epoca romana fino a giungere ai grandi Papi che furono ciociari; uomini che divennero grandi per meriti riconosciuti al di là delle frontiere regionali e nazionali, e anche uomini di semplici origini che conservarono nello spirito, nei modi, nel sentire, le caratteristiche fondamentali della operosità, della tenacia, della giovialità delle genti ciociare, tutti concorsero a questa opera e ne furono gli artefici ... nella vita politica e sociale, nell’agricoltura e nell'industria, nelle arti e nelle scienze, operarono ed operano, quotidianamente, uomini degni del costume ciociaro: uomini che portano, con diligenza e passione, un fertile contributo al riassetto nazionale. A suo tempo, la storia dirà di loro, secondo i loro meriti.”

A cura del Direttore