Voglio andare in TV

 

 

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on passa settimana senza che scoppi un altro “scandalo” televisivo: litigi tra partecipanti a “talk shows”, sfoghi, lacrime e perfino abbandoni in diretta TV nei “reality shows”, interviste-verità zeppe di “bip” anti parolaccia, inquadrature provocanti del tutto “casuali” di veline e letterine, oltre ai proverbiali insulti tra politici sia di opposte tendenze che della stessa coalizione (!). Ciò fa oramai parte – purtroppo – della nostra quotidiana visione della TV. Sull’argomento sono stati scritti fiumi di inchiostro, ne siamo coscienti, ma vogliamo ugualmente esprimere qualche riflessione, pensando agli ultimi mesi di programmazione televisiva. Parlando con Ferdinando ci siamo immersi in una sorta di paragone tra il modo di fare televisione di qualche decennio fa ed oggi. Lungi da noi l’idea di fare una pura “operazione nostalgia”, abbiamo provato semplicemente a mettere in piedi un’analisi comparata di programmi ed atteggiamenti. Sappiamo bene che spesso siamo additati come nostalgici, soprattutto degli anni 60 e 70, e non intendiamo sottrarci al giudizio critico di chi vorrà esporlo, speriamo con civiltà ed educazione! Credetemi, chi vi scrive è stato sempre molto critico nei confronti della RAI che proprio negli anni 60 e 70 si è dimostrata spesso limitata, bigotta, arretrata e sicuramente agli ultimi posti rispetto a molte altre TV europee dell’epoca. Eppure, rispetto a quanto gira oggi nella televisione pubblica e privata, pensiamo che sia giusto fare un’opera di recupero e salvaguardia almeno di alcuni programmi. Pensate alla “Candid Camera” di Nanni Loy, genuina, spontanea, esilarante nella sua presentazione totalmente realistica; paragonatela a “Scherzi a parte”, guardate le reazioni delle persone coinvolte. Sul primo programma non avrete dubbi sulla sincerità e sulla veridicità dei protagonisti della situazione “fuori del normale”, sul secondo vi chiedete se i soggetti stiano recitando … Nei reportage firmati dai vari Gregoretti, Zavoli, Pasolini, lo stesso Loy ed altrii, veniva presentata in televisione l’Italia del quotidiano, della gente comune, dalle mondine agli agricoltori meridionali. Oggi, al contrario, la gente comune guarda in TV i “modelli” di vita che dovrebbe interpretare. Prima la TV era lo specchio della società, ora sembra come se la società debba uniformarsi al modello (!?!) offerto dalla TV. Infine, quali personaggi popolano ora il piccolo schermo? Superfluo citare le legioni di ben noti nullafacenti che ottengono posizioni di grande rilievo in programmi di alto ascolto; diciamo che una caratteristica che li accomuna è l’ignoranza, in senso lato: non sanno parlare, cantare, ballare, presentare, discutere. Al massimo alzano la voce ed eruttano parolacce o sfondoni grammaticali (e non si sa cosa sia peggio). Un tempo chi voleva far TV diceva: vorrei fare il cantante, il presentatore, la ballerina, il giornalista, avendo come riferimenti i vari Corrado, Raffaela Carrà, Modugno, Alberto Lupo, etc. Oggi, come dice con un sogghigno Ferdinando, il giovanotto o la ragazzetta non si preoccupa di saper fare qualcosa, anzi, convinta dal successo di chi li ha preceduti, dice semplicemente: Voglio andare in TV! A che fare? Aspetto assolutamente secondario.

 

Il Direttore