Quelle strane cose degli anni ‘60
Storie di soldatini di carta
I garibaldini, Corriere dei Piccoli (1965)
Navigando su internet, leggendo articoli su riviste e giornali, frequentando i “mercatini” dell’usato e spulciando tra gli annunci “cerco” – “vendo” emerge un dato inconfutabile: è ancora vivissimo l’interesse per gli “Anni 60”, sia in riferimento ad oggetti molto noti e spesso di discreto valore (es. i dischi in vinile, le figurine, i fumetti originali, etc.), sia riguardo a cose che hanno vissuto una sola o al massimo due stagioni di notorietà, prima di finire nelle nebbie del passato. Noi abbiamo pensato di ridare vita a tutta una serie di oggetti, giochi, idee, pubblicità, cibi, passatempi e così via, guidati dalla nostra e – se possibile – dalla vostra memoria. Infatti chiediamo fin d’ora a chiunque ne avesse voglia, di inviarci materiale (via e-mail, telefonicamente, con piccioni viaggiatori e quant’altro), di farci partecipi dei propri ricordi che saranno in seguito pubblicati.
Ci siamo dati, almeno in una prima fase, delle regole di massima, eventualmente modificabili in corso d’opera. Innanzitutto non dovrebbero far parte di questa ricerca i dischi ed i fumetti, due elementi a cui abbiamo dedicato più di uno speciale, e la cui fama è tale da non aver bisogno di ulteriori arricchimenti, se non in articoli specificatamente ad essi dedicati. Vorremmo anche evitare di trattare oggetti di vasta notorietà di cui si è parlato spesso e sovente (i personaggi dei caroselli famosi, Topo Gigio e la Mucca Carolina, lo Zecchino d’oro e Lascia o Raddoppia, le minigonne e i pantaloni a zampa d’elefante, le macchinette Politoys, la plastica Moplen, le radioline a transistor e così via) e invece puntare su altre cose, dimenticate dai più. Ad esempio, una cosa è parlare delle figurine Panini dei calciatori, universalmente conosciute, altra cosa è riportare alla memoria quelle piccole figurine di calciatori, pugili e ciclisti che venivano vendute in drogheria (a Roccasecca da Assunta, costo 5 lire a pacchetto) non in bustine, ma tenute tra loro da una fascetta di carta! Alcuni collaboratori, appena contattati, hanno aderito immediatamente all’iniziativa cominciando a sciorinare quel tal giocattolo inutile o quella tale marmellata cattivissima, ed io li ho subito invitati a fermare immediatamente su carta tutti i riferimenti, per non perdere il ricordo, suggerendo di tornarci su in seguito; queste sono le classiche occasioni in cui se il ricordo non viene fissato immediatamente da qualche parte può sparire di nuovo dalla mente. E allora bando alle chiacchiere e cominciamo con uno dei giochi più “poveri” che ricordiamo di aver mai collezionato: I soldatini di carta. Venivano pubblicati sulle pagine del Corriere dei Piccoli, pertanto si acquisivano quasi gratis! Queste figure potevano essere incollate su un cartoncino in modo da ripiegare la piccola base per far raggiungere loro la posizione verticale.
Sulla base c’era scritta la definizione del personaggio. Se ce n’erano tanti uguali solo sotto il primo c’era la definizione, chissà perché! La cosa quasi incredibile è che in tanti anni (a quanto possiamo ricordare tra la fine degli anni ’50 a metà degli anni ’60) sono stati pubblicati tantissimi eserciti, in una collezione veramente unica. Le coorti degli antichi romani, i protagonisti della battaglia di Maratona, i soldati in corazza del medioevo ed i cavalieri, i soldati degli eserciti europei del 600 e 700, le figure risorgimentali, i pionieri americani, i cowboys e gli indiani delle più svariate tribù, gli eserciti della prima e della seconda guerra mondiale e tanti altri.
La battaglia di Maratona (Corriere dei Piccoli, 1962)
Ricordo che con mio fratello Mario (Mariolino) e il mio amico Vincenzo (Vincenzino) aspettavamo con ansia il “Corrierino” per ritagliare i nostri amati soldatini! Purtroppo il materiale utilizzato per questi “cugini poveri” dei soldatini di piombo e successivamente di plastica non ha facilitato la conservazione delle armate di carta ed i superstiti sono davvero pochissimi.
Peccato, perché avrei voluto potervi mostrare qualcosa in più del “trombettiere della Cavalleria Aosta del 1831” – già pubblicato in un vecchio numero dell’Eco – che resta a tutt’oggi l’unico esemplare rimasto della imponente collezione dei fratelli Milan!
Mario era molto affascinato da questi soldatini, ma spesso non lesinava critiche alle figure, alle posizioni ed agli atteggiamenti con cui i personaggi erano stati disegnati. E così, spesso, si dilettava a crearne di suoi, disegnando direttamente su cartoncino innumerevoli figure, creando pose particolari e dando vita anche a soldati e indigeni appartenenti ad epoche oscure della storia. Talvolta immaginava nel suo futuro la possibilità di fare per mestiere il “disegnatore di soldatini”. Anche di questi soldatini casalinghi non sono rimasti reperti da mostrare, almeno nella loro stesura definitiva.
Ma nell’archivio di famiglia sono stati trovati due disegni – ma sarebbe più opportuno parlare di bozze – di uomini del far west e di guerrieri antichi che vi mostriamo. Si tratta ovviamente di documenti di inestimabile valore.
Il cowboy più corpulento ha estratto la pistola dalla fondina destra, il suo socio ha appena fatto fuoco con la pistola nella mano sinistra, mentre con la destra regge un Winchester. Il dipinto fu interrotto prima di disegnare i piedi e la base, nonché i nomi dei due protagonisti. Non sappiamo dunque se si tratta di fuorilegge, di sceriffi o di semplici cowboys. Il disegno è stato creato con penna biro Bic nera su foglio di quaderno a righe (di quelli con copertina nera e bordi rossi sui fogli), comperato da Assunta, come quasi tutti i nostri quaderni dell’epoca. E’ doveroso aprire una parentesi in merito, raccontando il nostro stupore quando vedemmo per la prima volta i quaderni della serie Il Milione – portati da qualche parente di Roma - che presentavano in copertina la fotografia a colori di una città del mondo e nell’ultima pagina le statistiche inerenti alla nazione di riferimento.
Abituati ai sopraccitati quaderni neri, abbelliti soltanto dalla bianca etichetta rettangolare dai bordi smussati blu, o al massimo da quelli dalle copertine monocolore con la scritta Bella Copia in basso, non potevamo credere ai nostri occhi. Successivamente, il nostro mondo “scolastico” fu invaso da quaderni con le copertine ricche delle immagini più svariate: animali, campioni dello sport, cantanti, personaggi della TV, etc. Tale evento segnò la fine dei quaderni atti solo a scrivere i compiti per passare all’epoca della commercializzazione del prodotto in funzione della “copertina” alla moda.
Torniamo ai soldati disegnati. Questo secondo disegno mostra tre guerrieri e due teste con cimiero, dipinte sulla copertina di un … Atlantino Storico del periodo “Da Pericle a Giustiniano”: una destinazione quasi inevitabile! Le figure sono complete ed i particolari abbastanza accurati. L’Atlantino in questa nuova veste si presenta decisamente meglio. Alla prossima puntata.
Riccardo |