Le pagine del Cinema

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

REGIA: Fausto Brizzi

CON: Giorgio Faletti, Cristiana Capotondi, Nicolas Vaporidis

Che liberazione! La scuola è finita. Rimane "solo" da sostenere l’esame di maturità. Superato quello la quotidianità alienante dello studio s’interrompe: l’università (si pensa) è un’altra cosa. E allora che può esserci di più esaltante d’infilarsi nella sala dei professori, individuare il professore che più ti ha fatto penare per cinque anni e dirgliene di tutti i colori. A battaglia navale si direbbe colpito e affondato. Per Luca (Nicolas Vapodinis) il bersaglio è l’insegnante di lettere, Antonio Martinelli (Giorgio Faletti). L’alunno, al trillo della campanella dell’ultimo giorno di scuola si precipita a cercarlo. Quando finalmente lo trova, l’epiteto più gentile che gli rivolge è carogna. Purtroppo Luca non sa che il professore designato come membro interno per gli esami di maturità ha avuto un incidente. Chi lo sostituisce? Ma certo: proprio Martinelli. Questo l’incipit della divertentissima commedia diretta da Fausto Brizzi, alla sua prima regia. Siamo a Roma, nell’estate del 1989 (anno dell’ultimo scudetto dell’Inter, proprio un secolo fa!) Luca dopo la tragica figuraccia fatta con Martinelli inizia a preparare gli esami insieme ai suoi amici del cuore: Alice (Sarah Maestri), Massi (Andrea De Rosa), Simona (Chiara Mastalli) e Riccardo (Eros Galbiati). Ma a diciotto anni la spensieratezza è uno stato mentale dominante.

Non è quindi strano che Luca incontri in quei giorni la "donna della sua vita".

 

 

È Claudia (Cristiana Capotondi), bella, con il suo corpo armonioso, e vivace, conosciuta ad una festa. Sciaguratamente Luca non riesce a farsi dare il numero di telefono, l’indirizzo: niente. Il ragazzo trascorre gli ultimi giorni prima della maturità con l’anima divisa in due. E se per lo studio un’ aiuto viene proprio da Martinelli, che gli da delle ripetizioni, la ragazza sembra sparita nel nulla. Inghiottita nella metropoli. L’epilogo inaspettato è la ciliegina sulla torta di un film riuscito, che ha nella sceneggiatura (scritta da Brizzi insieme al suo sodale Marco Martani e a Massimiliano Bruno, autore degli spettacoli della Cortellesi) il suo punto di forza. NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI convince per la sua freschezza, la sua facilità di lettura, il suo ritmo. Felice è l’intuizione di ambientarla negli anni ottanta, dei quali troppo spesso si parla male e a sproposito. È divertente vedere dei ragazzi senza cellulare, rincorrersi per la città con il motorino, cercarsi telefonandosi da un cabina telefonica, recarsi ad una festa con le indicazioni scritte su un foglietto di carta. Oggi non è più così, ma senza alcun rimpianto. Non a caso il film non spinge tanto sul tasto della nostalgia, quanto sulle situazioni comiche costruite su di una realtà diversa da quella odierna. Brizzi dimostra di avere le idee chiare, nel realizzare un’opera brillante senza "se" e senza "ma". Ossia, leggera, capace di far ridere tutti; senza volgarità e stupidità, attraverso meccanismi comici conosciuti ma sempre efficaci. Gli attori, capitanati da un Faletti in stato di grazia nell’interpretare un professore carogna sì, ma che ha fatto il ’68 e ha una gran nostalgia di farsi una canna, appaiono tutti calati bene nella loro parte – lasciano una traccia più profonda la scioltezza di Vaporidis e la grazia e la maturità crescente di Cristiana Capotondi -, elemento essenziale in un film corale.

La conferenza stampa

Il lungo tavolo approntato nella sala grande della Casa del cinema stenta a contendere il folto, colorato ed allegro cast di NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI (titolo ispirato dalla nota canzone di Antonello Venditti, presente anche lui all’incontro), opera prima di Fausto Brizzi, in uscita il venerdì 17 (alla faccia della scaramanzia) che verrà distribuito dalle 01 Distribution con duecento copie.

 

 

 

Al fianco del regista siedono i cosceneggiatori Marco Martani (suo storico sodale) e Massimiliano Bruno ( autore, tra l’altro di molti spettacoli di Paola Cortellesi, compreso l’ultimo) e soprattutto i protagonisti del film: Giorgio Faletti, le fresche bellezze di Cristiana Capotondi, Sarah Maestri e Chiara Maestri, e, ancora, Nicolas Vaporidis, Andrea De Rosa ed Eros Galbiati.

Signor Brizzi quali sono state le sue principali fonti d’ispirazione?

FAUSTO BRIZZI Mentre scrivevamo pensavo a film come IL TEMPO DELLE MELE e soprattutto AMERICAN GRAFFITI.

COME NASCE IL FILM?

FB: il film è sicuramente autobiografico. Si può dire che nasca direttamente dalla canzone di Antonello Venditti. Infatti la prima cosa che abbiamo scelto è stato il titolo. Volevamo fare un affresco degli anni ottanta.

Perché proprio il 1989?

FB: L’89 è un anno di cesura, uno spartiacque importantissimo, che ha mutato profondamente il modo di vivere di tutti noi. A livello mondiale c’è stato il crollo del Muro di Berlino. E poi non c’erano ancora i telefonini (probabilmente quella è stata l’ultima estate senza i cellulari, che cominciarono a circolare ai mondiali italiani del 1990 N.d.R. ). I ragazzi si ritrovavano in piazzetta, si pensava di più al cazzeggio libero. Il problema principale era quello di trovarsi una ragazza per la sera. Nei ragazzi di oggi vedo più ansia nel programmarsi il futuro.

Come si è svolta la lavorazione del film?

Non avendo un budget illimitato, abbiamo cercato di arrivare sul set con le idee già molto chiare sul copione. Quindi, come si fa per il teatro, ci siamo riuniti tutti nella casa di Giorgio (Faletti N.d.R.) all’Elba per imparare il copione. Quando siamo arrivati sul set avevamo tutti le idee chiare. Il problema più grande, a parte tenere a bada il clima di pazzeggio che si era creato, è stato quello di girare per le strade del centro di Roma (il film si svolge in gran parte per le vie del rione Monti). È stata una vera mattonata sui denti, credo che non lo farò mai più.

La parola passa poi a Giorgio Faletti.

Come ha vissuto il ritorno al cinema?

GIORGIO FALETTI: il primo amore non si scorda mai, quindi mi ha fatto piacere tornare a recitare.

 

 

Io ormai sono uno scrittore a tempo pieno ( annuncia che il prossimo sarà ambientato tra i pellirossa Navajo), e questa è stata una bella vacanza.

Ha altri progetti cinematografici?

G.F. : Non so se questa vacanza sarà ripetuta. Di sicuro mi sono trovato molto bene con Fausto (Brizzi) che non solo è un regista bravo tecnicamente, ma soprattutto è abile a dirigere gli attori, sa metterti a tuo agio. Io, ad esempio, mentre giravo le mie scene ero rilassato, non ero assillato dal dover far ridere per forza. La cosa buffa che accade quando reciti è che mentre lo fai ti senti di avere la faccia di Robert De Niro e la voce di Amendola. Poi quando ti rivedi l’impressione dominante è quello di vedere uno sgorbio con la voce di un papero.

A Nicholas Vaporidis, lo studente che nel film narra la propria storia, viene chiesto:

Come si è trovato a recitare con Faletti?

N.V.: È stato molto importante per me, aver avuto l’occasione di lavorare con lui. Nel film io sono l’attore che ha girato più scene con Giorgio, ho quindi avuto la possibilità di apprendere molto da lui, in particolare sui tempi comici.

Domanda collettiva poi sul ricordo dei propri i esami di maturità, profondamente mutati negli ultimi anni.

CRISTIANA CAPODONTI: gli esami sono sempre uguali. La maturità rimane il primo impatto con il mondo dei grandi. Io ricordo una vigilia molto ansiogena.

FALETTI: Io fui fortunato. Sostenni la maturità nel 1969, primo anno della penultima riforma. Feci un buono scritto. Ricevetti i complimenti del Provveditore agli studi, che proprio il giorno dei miei orali si trovò a passare

Non poteva mancare la testimonianza di Antonello Venditti: "Nelle mie canzoni ho scritto del mio periodo scolastico. In MIO PADRE HA UN BUCO IN GOLA, parlo di mia madre, che insegnava. Non a caso l’ho definita una professoressa-madre. In GIULIO CESARE invece parlo dell’anno della mia maturità, il 1966. Dopo gli esami partii per un viaggio scorrazzando in tutta Europa. Come ne LA MEGLIO GIOVENTÙ (il pluripremiato film di Giordana)". Il cantautore si è poi detto: "onorato di essere fonte d’ispirazione per altre arti"

Gianni Sarro