Memento

 

Verrebbe da dire che il carissimo Orazio Manente “ci ha preso gusto” e continua ad inviarci interessantissimi plichi cartacei provenienti dal suo archivio personale. Il professore ci scherza su scrivendo che “rovistando tra le mie scartoffie ho ripescato qualcosa che può interessare i lettori dell’Eco ai quali ormai sono più che affezionato. Si tratta di scritti di cui mi servivo nelle lezioni di latino. Le pagine portano il detto latino MEMENTO! E è tutto dire.”

Pubblicheremo questo cospicuo materiale in varie puntate, continuando la tradizione (da quando con noi collabora il buon Orazio) delle pagine dedicate alla cara vecchia Lingua Latina (per moltissimi ormai solo un pallido ricordo di gioventù).

Questa volta si parla di Divinità romane.

 

 

 

 

 

L’OLIMPO DEI ROMANI

 

LE DIVINITA’ MAGGIORI

 

Giove (Juppiter per i Romani, Zeus per i Greci), figlio di Crono e di Rea, è il Rex Deorum, signore degli Dei e degli uomini; i suoi attributi sono l’aquila, lo scettro e i fulmini. Il suo nome deriva da Iovem, accusativo di Juppiter. I romani unirono in una triade le massime divinità, Giove, Giunone e Minerva, ed eressero un grande tempio sul Campidoglio. Nacque così a Roma il culto per Giove Ottimo Massimo, al cui tempio si recavano i generali durante il loro trionfo. Sposò dapprima Mètis e Tèmi, quindi Giunone, da cui ebbe quattro figli: Ebe, Ilìzia, Efèsto e Ares. Ebbe poi ulteriori figli da altre donne. La sua figura è stata tramandata come uomo possente, maturo, con una folta capigliatura e una lunga barba.

 

 

Giunone (Juno per i Romani, Era in Grecia) è la sposa di Giove, dunque la Regina Deorum. Protettrice delle spose, ella tuttavia si presenta spesso vendicativa e gelosa dei numerosi amori del marito! Giunone protettrice del matrimonio era anche associata alla vita sessuale delle donne.

 

Apollo è il dio dell’arte profetica e della poesia, Deus Artium, Patronus Poetarum. Apollo è anche l'arciere divino, protettore delle greggi (Nomios), il Brillante (Phoebos); Apollo nacque dopo nove giorni nella vicina isola di Delo, "la Brillante" ;fu nutrito con i cibi divini, nettare ed ambrosia, che gli permisero di divenire adulto in soli quattro giorni. Divenne una divinità profetica, la cui sacerdotessa era la Sibilla Cumana.

 

Vesta (in Grecia Estia) è la dea del fuoco – Dea Foci - e del focolare domestico. Decise di rimanere eternamente vergine. Fu molto venerata a Roma, dove un collegio di sacerdotesse, dette Vestali, aveva il compito di custodire il fuoco sacro della dea e fare sì che non si spegnesse mai.

 

 

Il fuoco sacro dello stato romano ardeva nel tempio di Vesta, situato sulla Via Sacra, nel Foro Romano. Fu spento nel 391 per ordine dell'imperatore Teodosio. E’ raffigurata con una lunga veste.

 

 

Nettuno (Neptunus a Roma, Poseidone ad Atene) è il dio del mare, Deus Marium. Abita nelle profondità marine. Ha numerosi figli tra cui Poliremo e Tritone. Veniva onorato il 23 luglio, con le festività Neptunalia.

 

Vulcano (latino Vulcanus, greco Efèsto) è il dio del fuoco terrestre e distruttore, Deus Ignis. Era abile forgiatore di metalli ed aveva le sue officine nei vulcani, dove veniva aiutato dai Ciclopi.

 

Cerere (Ceres o Dèmetra nelle accezioni romana e greca) è la divinità del grano e dell’agricoltura, Dea Frugum. Il suo nome deriva dalla radice *ker e significa "colei che ha in sé il principio della crescita". Viene rappresentata come una donna bella, robusta e maestosa, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro pieno di grano e di frutta nell'altra.

 

 

Minerva (in Greco Atèna o Pallade) è la dea della sapienza e della civiltà, anche esperta nella guerra, Dea Sapientiae; nacque armata dalla testa di Giove, protettrice degli artigiani, a lei i mortali sono debitori dell’aratro e del telaio. Ella viene rappresentata con l’elmo, la lancia e lo scudo con la testa della medusa. Gli etruschi la consideravano anche dea folgoratrice, raffigurandola alata, con un fulmine in mano ed uno scudo.

 

Mercurio (Mercurius per i Romani, Ermes per i Greci) è il messaggero degli Dei, Nuntius Dearum, e con i suoi calzari alati vola in ogni parte della terra. E’ anche il dio protettore dei mercanti e dei commercianti e della pastorizia; il suo nome deriva dalla radice merx, mercari, mercanteggiare. La sua festa veniva celebrata il 15 maggio, gli veniva offerto incenso, ed era usanza dei mercanti aspergere se stessi e le proprie merci con l'acqua che scaturiva da una fonte fuori porta Capena (aqua Mercurii).

 

 

 

 

Venere (latino Venus, greco Afrodìte) è la Dea Formae et Amoris, dea della bellezza e dell’amore. Per i romani, era a Venere che si doveva la vita. Lucrezio, nell'incipit del De rerum natura, la descrive così:

«Alma Venere, genitrice degli Eneidi delizia degli uomini e degli dei, tu che sotto gli astri erranti nel cielo fecondi il mare che porta le navi e la terra carica di messi, per te tutti gli esseri viventi sono concepiti e nascendo vedono la luce del sole; quando tu appari, o dea, fuggono i venti, fuggono le nubi del cielo, sotto i tuoi piedi la terra fertile produce fiori soavi, a te sorride la distesa del mare e il cielo, placato, versa un torrente di luce …»

 

 

 

Marte (in latino Mars, in greco Ares) è il dio della guerra, Deus Belli. A Roma era considerato padre di Romolo e Remo e quindi capostipite di tutti i romani, che si chiamavano tra loro Figli di Marte. A lui fu dedicato un giorno della settimana (martedì) e un pianeta del sistema solare (Marte).

 

 

Diana (Artèmide per i Greci) è la dea della caccia e della luce lunare, Dea Venatiorum et Nemorum, custode delle fonti e dei torrenti, partecipa alla caccia seguita dal suo corteo di ninfe. Diana è anche protettrice della partorienti. Il maggiore tempio dedicato a questa dea si trovava al tempo dell'antica Roma sul colle dell'Aventino. Sulla sponda orientale del lago Nemi sorgeva un bosco di querce consacrato a Diana Nemorensis (Diana dei boschi).

 

 

 

 

DIVINITA’ DELLA FAMIGLIA

 

Penati (Penates): Divinità protettrici della famiglia e del focolare domestico (Penati familiari), e dello Stato (Penati pubblici).

Lari (Lares): Divinità anch’esse protettrici del focolare domestico, come i Penati, probabilmente rappresentano gli spiriti protettori degli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Essi proteggevano anche i viandanti (protettore dei crocicchi e dei quadrivi).

Mani (Manes): Personificazione delle anime dei defunti, venivano onorati a Roma con offerte di fiori e di cibi durante le feste dette Paternalia.

 

 

Lemuri (Lemures): Anch’essi personificavano le Anime dei defunti. Il 9 maggio c’era la festa delle Lemurie; in tale occasione il capo famiglia si alzava a mezzanotte e, lavatesi le mani tre volte in acqua di fonte, si aggirava a piedi scalzi per la casa facendo schioccare le dita e mettendo in bocca fave nere che poi gettava dietro di sé, ripetendo una formula di scongiuro. Si credeva che le anime si fermassero a mangiare le fave.

Genio (Genius): Il Genio.

 

DIVINITA’ CAMPESTRI

 

Saturno (Saturnus) è il dio della seminagione (a sationibus; satio = seminagione), protettore dell’agricoltura. A lui si attribuiva il merito di aver raccolto gli uomini in sedi fisse e regnato su di loro per lungo tempo nella cosiddetta dell'Età dell'Oro. Intimamente legata a lui era la sua sposa Opi, dea dell’abbondanza. A Saturno erano dedicati i Saturnali.

Bacco (Liber o Baccus, in Grecia era chiamato Diòniso) è il dio del vino. Bacco veniva venerato in feste rumorose e orgiastiche, dette Baccanali, trionfo dei vizi e degli eccessi.

Silvano (Silvanus) è il protettore dei boschi, dei pastori e dei cacciatori, simile al dio greco Pane.

Fauno (Faunus) è affine a Silvano, anch’egli identificato col dio Pane, è il protettore dei boschi e del bestiame.

Pale (Pales) è protettrice della terra e delle greggi. La sua festa annua si celebrava il 21 aprile e si chiamava Palilia.

Pomona, Patrona pomorum è la dea protettrice dei frutti, degli orti e dei giardini.

Vertunno (Vertumnus) , marito di Pomona, presiede all’avvicendarsi delle stagioni.

Termine (Terminus) rappresentava il concetto dei limiti delle proprietà, i termini (confini).

Anna Perenna. era una Dea antichissima, probabilmente la personificazione femminile dell' anno e del suo perpetuo ritorno

Flora (in latino flos, floris = fiore)anch’essa antichissima dea italica, è la dea della fioritura dei fiori, protegge la natura e la vegetazione. Solenni feste, chiamate Floralia, si tenevano ogni anno dal 28 aprile al 1 maggio. Erano feste rallegrate dai fiori con cui si ornavano le porte delle case e le teste dei partecipanti; allo stesso tempo esse avevano anche un carattere licenzioso con esibizione delle prostitute.

 

Altre divinità nazionali

 

Giano (Janus) è rappresentato con due volti opposti, da cui la denominazione “bifronte”. A Roma fu molto venerato come protettore della vita familiare e delle città; la sua effige veniva posta sulle porte (ianua = porta).

 

 

Giano è il Dio dell’inizio e della fine, colui che apre e che chiude, il signore di tutti i passaggi, di tutte le porte, a lui era dedicato il primo mese dell'anno (Januarius).

Quirino (Quirinus): antica divinità dei Sabini, era, come Marte, dio della primavera e della guerra insieme; successibìvamente fu inìdentificato con Romulus (Romolo)e ne nacque così il Dio Romulus Quirinus.

Bellona è la dea romana della guerra, sanguinaria, ritratta sul suo carro, terribile, in mano la torcia o la spada.

Bona Dea legata a Fauno, aveva un santuario sull’Aventino, dove si svolgevano misteriosi rituali a cui potevano partecipare solo le donne.

Cupido è il dio dell'amore.

Esculapio è il dio della medicina.

Fortuna è la dea del caso e del destino.

Proserpina è la regina degli inferi.

Concordia è la dea della armonia della comunità.

Egeria è la dea delle nascite e delle sorgenti

 

Finisce qui la scorribanda sulla mitologia romana, fornita dal professor Orazio e completata con informazioni e figure tratte dai nostri archivi.

Successive puntate saranno dedicate alla Famiglia Romana, alle Muse, alle indicazioni del Tempo e alle quattro stagioni.

 

Ad malora!

 

Pagine a cura di Orazio Manente