Archivio storico de L’Eco di Roccasecca
Per finire in una allegria nazional-popolare – come direbbe qualcuno – questa edizione dell’Eco, torniamo indietro di una decina d’anni circa ed esattamente all’Anno 3, n.12, Gennaio-Febbraio 1998 de “L’Eco di Roccasecca”. Si tratta del ritrovamento di uno stornello di chiara origine romana contenuto in un disco a 45 giri di proprietà, manco a dirlo, del nostro Direttore, la cui collezione di dischi alle volte sconfina anche nei generi più inconsueti. Ricordiamo che il prestigioso documento sonoro fu regalato ai 20 fortunati proto-lettori dell’Eco d’epoca, i quali vennero omaggiati di una musicassetta allegata al giornale. Ci pare superfluo aggiungere che tali esemplari unici sono ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. I due fanatici gemelli giapponesi MALIMO’, TACCITU’ e DETUNO’, avrebbero offerto cifre esorbitanti per ottenere DUE copie della mitica cassetta, ad oggi senza ottenere risposta. Si parla anche di uno squinternato miliardario texano che avrebbe messo annunci a non finire sulle varie aste “on-line” di internet per venire in possesso di almeno una copia della musicassetta in oggetto. Ne vorrebbe far dono, a quanto pare, alla suocera di origine trasteverina, la sora Erminia. Riproponiamo la breve storia del disco, con i particolari sulla casa discografica ed un dettagliato elenco di altre pregevoli interpretazioni del noto cantante romano.
Musica Allegra
La vedete questa faccia da bravo ragazzo con il suo impermeabilino da giornata autunnale? Il sorriso aperto, la fronte spaziosa, l’aria di un cantante confidenziale, di quelli da “Amo solo te”, “Amiamoci così al chiar di luna”, “Tu sei la più bella donna per me”, “Notti d’estate insieme a te”, “Io, il sole, la luna e l’ammore mio”, “Andiamo a passeggio sotto le stelle”, “Sii la mia musa e la mia micia” , o, al massimo della trasgressività titoli come “”Che bello, sei la regina del Tufello” o “Luana, la principessa dell’amatriciana”, etc. Ebbene, le cose non stanno proprio così. Infatti siamo di fronte ad un personaggio molto più sfizioso di quello che sembra dall’aspetto: egli si chiama Vittorio Alescio, di professione cantante di stornelli , talvolta “maliziosi”. La nostra immensa babele di dischi di tutti i generi e di tutte le epoche ha dunque partorito un piccolo gioiello dimenticato, uno stornello dal titolo emblematico: “Ali-mo e Taci-tu”.
Forse non è necessario specificare che in romanesco la pronuncia di questo titolo ricorda la colorita espressione “Alimortaccitua”, ovvero l’evocazione non propriamente amichevole degli avi della persona a cui si riferisce. Tornando al disco in oggetto, sul retro di copertina si può ammirare l’elenco di tutte le altre incisioni del prode Alescio, tra le quali ci sembra opportuno menzionare capolavori assoluti quali “La Pastorella”, “La Ricciarola”, “La Marianna”, “Brutta Befana”, “Più semo e mejo stamo”, “Stornelli de’ Roma dei Cesari”, “Stornellacci alla Ye’-Ye’”, “Stornelli in bikini”, “Sò stato carcerato”, “Serenata malandrina”, “Erminio Ottone” (!!!). Non sappiamo quanto casuale sia il nome della casa discografica, denominata PIG (in inglese = maiale). Nei nostri archivi giace anche un altro antico, prezioso 45 giri di tale Enzo Parise, lato 1: “Rossana ...”, lato 2: “...e la mazza”, della serie Folk-Pop HI-FI (!?!); sul retro di copertina è pubblicizzato altresì un certo Gualtiero Ciotti che canta “Il clarino” (Arbore non è stato il primo, dunque!) e “Stornelli metaforici”. Tratteremo prossimamente del primo, cercheremo disperatamente il secondo.
Bene, di seguito vogliate gradire la trascrizione integrale del surreale stornello di Vittorio Alescio, il quale, è doveroso precisare, è ancora sulla cresta dell’onda nel suo genere; infatti, come si legge in alcune note biografiche attuali, egli è “un romano di sangue siciliano, un artista che dà voce ai Castelli Romani. "La Voce dei Castelli Romani", una voce potente e composta, un'abilità interpretativa eccellente, ogni canzone viene da Vittorio cesellata fino a renderla dolce, potente, grintosa, ogni interpretazione é diversa dalle altre, qualsiasi sua singola esibizione é una grande emozione. Vittorio Alescio ha un repertorio di oltre mille canzoni folkloristiche romane, napoletane che esibisce accompagnato dalla sua chitarra.”
Ali-mo e Taci-tu
(la prima strofa è parlata) Ora vi racconterò la storia di due famosi fratelli indù che, gira gira, si fermarono ad Istanbùl.
Ali-mo e Taci-tu eran due fratelli indù. Ali-mo c’aveva sonno Taci-tu e de’ tu’ nonno.
S’è magnato er pizzutello Taci-tu e de’ tu’ fratello. S’è magnato la mortadella Taci-tu e de’ tu’ sorella. S’è magnato ‘na pagnotta Tu sei ‘n fijo de’ ‘na mignotta.
Ali-mo c’aveva le voglie Taci-tu e de’ tu’ moglie. Ali-mo che annava via Taci-tu e de’ tu’ zia. Ali-mo che annava a scòla Taci-tu e in cariòla.
Ali-mo e Taci-tu se sposarono a Istanbùl. De’ bambini n’ebber tanti Tacci vostri a tutti quanti...
|