Un ricordo di Checco Durante

di Orazio Manente

Sto rileggendo un libro di Checco Durante, il grande comico "Romano de Roma". Il libro è davvero spassoso e di tanto in tanto mi diletto ad aprirlo e ne godo il linguaggio romanesco. E’ un regalo che lo stesso autore mi volle fare. Si intitola "I miei ricordi, le mie poesie"; l’autore in copertina ha scritto:

"Inviando questo libro in regalo, o per auguri, a parenti e amici, si può essere sicuri che riuscirà gradito certamente e verrà sempre letto con amore perché ‘sto libro più che co’ la mente io l’ho scritto cor core".

Tutto questo avveniva nel settembre del 1977. A tergo si leggono dei versi dell’autore:

"Sta attento a dì a un poeta de parlà.

Pensace bene prima de invitallo

che si co’ un sòrdo lo fai comincià

nun basterà un mijone p’azzittallo"

Checco

E ancora:

"E a Roma vostra j’anno cambiati

puro li connotati,

li buzzurri so scenti a pipinara

che Roma è stata sempre troppo bella

e ha fatto sempre gola a tutti quanti:

c’è stata l’invasione

che l’ha cambiata tutta para para

imbastardenno er sangue e er sentimento

trattanto che per resto un bon piccone

faceva su per giù quello che fece

un tempo quer vecchio promettenno de facce Roma e Toma;

ma sotto ar novo ci hanno sotterrato puro er core de Roma

Checco Durante, maggio 1913

Checco ha scritto veramente cor "core" e tutto il libro è un "programma".

 

 

 

Rarissimo disco "recitato" da Checco Durante

 

Poesie meravigliose, parla di Petrolini e altri macchiettisti: Gastone, Gigi er Bullo, la Gioconda, il Prestiggiatore, er Sor Capanna, la Compagnia dei comici del Caffé Giuliani rinomato in tutta Roma.

L’amore mio non muore; Er Sordato, l’appello ar Granicolo, San Giovanni, Trastevere. Ed ancora: la carità, la gloria, Giggi Pizzirani, chi muore giace. E la preghiera a San Giuseppe e l’anno novo a Orio Vergani, Romolo e Lucullo, er cannone a mezzogiorno, gli sposi, l’ospizio, Meo Patacca, Ponte mollo, le lumache ….

Non mi dilungo oltre, chiunque si divertirà in questa lettura.

Gli anziani di Roma ricorderanno il grande comico, ma anche chi non è romano apprezzerà questi versi.

A conclusione di questo breve ma sentito ricordo di Checco Durante, segue una delle liriche più celebri tratta dal libro in oggetto: Er Secondo Diluvio.

Non c’è bisogno di essere "romani" per comprendere il significato e, soprattutto, l’attualità dei versi di questa poesia, che è stata scritta circa 40 anni fa, ma potrebbe benissimo essere stata partorita durante questo 2007!

ER SECONNO DILUVIO

      Er Padreterno, ner vedè la gente,
che, invece de campà tranquillamente
co ’na vita de pace e de lavoro,
s’ammazzaveno sempre fra de loro
fece chiamà San Pietro e je fa, dice:
- L’omo è un ingrato e dà solo amarezza!
Quello che ho fatto perché sia felice,
invece de godello lo disprezza;
ma nun so’ tipo io da famme sfotte,
faje un antro diluvio e bonanotte.
Ma un diluvio completo, senza l’arca,
senza le coppie e senza er patriarca. –

      San Pietro, poveraccio, tanto bono,
cercava de carmallo: - Nu’ lo fa!
Pe’ ’sta vorta concedeje er perdono,
vedrai... se cambierà... -

      - No... nun se cambia... è inutile che speri!
Da quanno che j’ho dato l’esistenza
Num m’ha saputo dà che dispiaceri,
m’ha fatto perde sempre la pazienza.
Co’ ’sta razzaccia l’acqua è puro poco...
Nun merita pietà, nun po’ fa pena,
dovrei fa piove foco...
Pietro, ubbidisci... tira la catena.

 

      San Pietro, senza più poté discore,
dové ubbidì sippuro a malincore;
però, de sotterfuggio,
fece annisconne un omo in un rifuggio.
Doppo un mese se volle levà er gusto
D’annallo a visità,
ma prima d’arivà sentì un trambusto
come gente che stasse a litigà.
- Chi è che fa caciara a ’sta maniera? -
Annò pe’ vede ma restò perplesso
Perché trovò, davanti a ’na specchiera,
l’omo che litigava co’ se stesso.

      - Signore mio, Signore Onnipotente,
dicevi giusto: nun c’è da fa gnente!
E io co’ tanto zelo
Lo difennevo, me pijavo pena!...
Tornò de corsa in cielo
E giù ’n’antra tirata de catena.

      E se dice che abbia borbottato:
- L’hai voluta da te... mor’ammazzato!

da: Checco Durante, "I miei ricordi - Le mie poesie" Ediz. Don Guanella, 1969.

__________________________________

Breve nota biografica

Checco Durante, poeta e commediografo, nacque il 19 novembre 1893 e mosì a Roma il 5 gennaio 1976. Le sue commedie e le sue poesie in dialetto romanesco hanno rallegrato per decenni i romani presso il Teatro Rossini di Roma e, d'estate, presso la Villa Aldobrandini a Via Nazionale.

La targa in Via dei salumi, a Roma.

 

 

pagine a cura di Orazio Manente