Tracce e memorie di quel calcio che ci piaceva tanto

 

 

 Negli ultimi anni si è parlato tanto dei “valori perduti” dello sport, scandali di ogni tipo hanno avvelenato l’ambiente degli sport più popolari, dal calcio al ciclismo e, non ultimo, l’automobilismo. Partite truccate, doping, spionaggio, son diventate le parole chiave al posto di impresa, campione, trionfo …

Anche su queste pagine siamo spesso intervenuti con ferme denunce su quanto va deteriorando quel mondo che sembrava una delle poche isole felici su cui milioni di appassionati e di tifosi facevano vela.

Circa due anni fa un amico ci mandò una serie di frasi “dedicate” al calcio che non c’è più, prese qua e là su internet. Rileggendole ci è venuta l’idea di trascriverne qualcuna e di aggiungerne molte altre, tutte quelle che ci venivano alla mente, così da rileggere un percorso “ideale” e forse un po’ nostalgico di certe emozioni legate al calcio, uno sport che molti di noi hanno amato tantissimo e che ora sono costretti ad osservare con un imprevedibile e quasi assurdo distacco.

Sono le frasi dedicate a quel calcio bello, sicuramente anche esageratamente idealizzato, che abbiamo conosciuto e che ora non troviamo più. A corredo abbiamo voluto inserire figurine d’epoca, sempre bellissime.

 

*... nel primissimo pomeriggio si finivano subito i compiti per andare a giocare a pallone sotto casa;

 

 

*... se nessuno voleva giocare in porta si ricorreva ai "portieri volanti" ;

 

*... quando si faceva la conta tra i due capitani per formare le squadre, chi veniva scelto per primo si sentiva il più importante del gruppo;

*... di solito all'ultimo scelto toccava andare in porta, sempre che non ci fosse il fissato (raro, a dir la verità) che si presentava con i guanti di lana per giocare sempre da portiere;

 

* naturalmente vigeva la regola, incredibilmente nota ai bambini di tutto il mondo, che ad ogni tre corner si aveva diritto ad un rigore;

 

*... si giocava per strada finché non era talmente buio da non vedere nulla, ignorando sistematicamente i continui richiami dei genitori dalla finestra;

 

 

*... non potevamo sederci sul pallone che altrimenti diventava ovale;

 

*... il proprietario del pallone giocava sempre, anche se era una schiappa; 

 

*... i pali della porta erano sostituiti da giacche e cappotti; naturalmente per i tiri alti si decideva ad intuito se fossero “goal” o “alto”;

 

*... a partita iniziata veniva un altro ragazzino che chiedeva: "mi fate giocare?"

- "Si basta che ne trovi un altro però, altrimenti siamo dispari" ;

 

*...agli appuntamenti per andare a giocare a pallone c'erano sempre tutti, puntualissimi, incredibilmente, nonostante l’assenza dei telefonini;

 

*... allo stadio ed in TV riconoscevamo tutti i calciatori anche se sulla maglietta non c'era scritto il nome;

 

*... I numeri erano rigorosamente dall’ 1 all’ 11 ed in panchina sedeva il secondo portiere con il n° 12, solo in seguito avremmo conosciuto i numeri 13 e 14; il n° 1 era il portiere, il n°2 il terzino destro ed il n°3 il terzino sinistro, il n° 4 il mediano di spinta (ex mediano destro), il n° 5 lo stopper (ex centromediano), il n° 6 il libero (ex mediano sinistro), il n° 7 l' ala destra, il n° 8 la mezzala destra, il n° 9 il centravanti, il n° 10 la mezzala con la fascia di capitano perchè era inevitabilmente il più bravo, il n° 11 l'ala sinistra;

 

 

* … eravamo così abituati a questa numerazione che fece grande scalpore la notizia che spesso in Inghilterra il n. 12 non era un portiere di riserva ma un giocatore d’azione; per non parlare di Cruijff che giocava sempre con il n° 14! A metà anni ’70 scoprimmo che nel “nuovo” calcio degli USA i giocatori indossavano maglie con improbabili numeri come l’88 o il 96 e restammo esterrefatti;

 

 

* … anche i meno appassionati conoscevano a memoria le formazioni più celebri, o almeno la difesa o l’attacco, che venivano recitate a memoria; difesa Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi … attacco Bologna: Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti.

 

*... i giocatori volevano giocare sempre in Nazionale, anche nelle amichevoli contro Cipro o Malta, nessuno si sognava di non rispondere alla convocazione; solo così si spiega come mai Gigi Riva dopo 30 anni resti il più prolifico cannoniere azzurro di tutti i tempi con i suoi 35 goal, mentre i contemporanei difficilmente hanno superato i 20;

  

*... le figurine Panini ci accompagnavano lungo quasi tutto l’anno scolastico, compagne di scambi e giochi; ogni tanto la mano andava a controllare se il “pacchetto” di figurine legate con un elastico colorato stesse ancora in tasca; da non dimenticare anche le piccole figurine Nannina, quelle Mira (con una breve storia del calciatore sul retro) e quelle che si trovavano su riviste illustrate come TEMPO, con le quali si aveva la certezza di completare l’album, ma, essendo di carta semplice, non erano utilizzabili per i giochi usuali;

 

*... quando aprivamo le bustine appena comprate venivamo circondati da altri ragazzini pronti a proporre gli scambi più vantaggiosi in cambio dei “tesori” appena trovati;

 

*... il calcio in Tv lo guardavamo solo la Domenica, talvolta il Mercoledì e quei 10 minuti quotidiani di Telegiornale-Sport alle 18:45; in seguito un appuntamento indimenticabile divenne Eurogol del giovedì a tarda sera con Gianfranco de Laurentiis e Giorgio Martino;

 

*...la Domenica alle 19:00 non perdevamo il secondo tempo di una partita di Serie A (soltanto successivamente la Rai mandò in onda il primo tempo, se era stato più interessante);

 

*... il teatrino di 90° minuto era l’appuntamento più importante della domenica, considerando che la Domenica Sportiva veniva trasmessa in seconda serata; i conduttori erano Maurizio Barenson e Paolo Valenti, quindi la pattuglia degli inviati, tutti un po’ partigiani: il partenopeo doc Necco da Napoli, il simpatico Bubba da Genova, l’arruffone Giannini da Firenze, il compìto Vasino da Milano, l’arcaico Castellotti da Torino, il poetico Pasini da Bologna, il poliglotta Tonino Carino da Ascoli, Strippoli col suo incredibile "riporto" da Bari, il lugubre Gard da Verona,

 

*... ed il RE della radio, annunciato dalla “Stock di Trieste famosa in tutto il mondo” è lieta di presentarvi ... Tutto il calcio minuto per minuto. Dallo Studio centrale l’impeccabile Roberto Bortoluzzi, e poi Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Roberto Ferretti, Emanuele Giacoia, Ezio Luzzi, e via via tutti gli altri, da Provenzali a Viola, a Everardo Dalla Noce, a tanti altri eroi del passato radiofonico;

 

* … le frasi celebri di Tutto il Calcio: “scusa Ameri ti debbo interrompere” ... “clamoroso al Cibali" … “vogliate scusare, all’undecimo si è portata in vantaggio la Spal” … “spalti gremiti ai limiti della capienza, ventilazione inapprezzabile” … “abbranca in presa e si accinge al rinvio” … "tutta la squadra dell' Internazionale retrocede a protezione dei 16 metri " ;

 

* … il mitico Roberto Bortoluzzi dallo “Studio Centrale” che interveniva con impeccabile precisione, sia che fosse cambiato il risultato a San Siro che a Cairo Montenotte! Lui trasmetteva ordine, rigore, competenza e precisione;

 

*...alla Domenica Sportiva si vedevano i servizi con tutti i goal, la moviola e solo qualche commento, non come oggi dove per vedere i gol bsogna aspettare un’ora e mezzo di commenti sul “posticipo” e di chiacchiere inutili;

 

* … Infine, come dimenticare le telecronache dei Mondiali con le “perle” di alcuni telecronisti! Niccolò Carosio, annoiato da un Israele-Svezia che si trascinava stancamente sullo 0-0 (Mexico 1970) annuncia il finale e saluta i telespettatori, ma si continua a giocare e la Svezia segna un gol! Frettolosamente Carosio afferra il microfono e “si corregge”: Svezia batte Israele 1 a 0! Ennio Vitanza, durante una delle partite più noiose della storia (Bulgaria-Uruguay) provvedeva ad aumentare l’effetto camomilla già insito nell’incontro, nominando con voce flebile e monocorde i giocatori bulgari, dai nomi praticamente identici: Penev, passa a Bonev, Bonev ritorna palla a Penev … Un delirio di … sonno!

            

 

Naturalmente pazzi come siamo e, soprattutto e nonostante tutto, innamoratissimi di questo maledetto pallone, potremmo continuare a lungo, ma dobbiamo soltanto scrivere ul breve articolo per l’Eco, non un racconto sul calcio che fu!

 

A presto con nuovi ricordi

 

Ric – Ferdi - Gian