La fantasia

al potere

 

E' finita anche questa estate e siamo tornati al lavoro ricaricati come sempre dalla vacanza roccaseccana (ancorché quest’anno più breve del solito). Il soggiorno pur nella sua brevità ci ha lasciato un bel carico di piccole e grandi esperienze, incontri, fatterelli, riflessioni. Intanto, come leggerete all’interno, si sono svolti parecchi appuntamenti musicali, sia a livello di concerti - da Fulvio Cocuzzo ad Arpino a Billy Cobham e Brian Auger a Colfelice - che di novità discografiche: pubblicato, dopo lunghissima attesa il cd in esperanto dedicato da Gianfranco a Fabrizio De André; all’evento son seguiti anche due concerti. Voglio ricordare in particolare una serata indimenticabile a casa di Gianfranco che ha visto riuniti miracolosamente, oltre ai nostri soliti volti, anche Vincenzo e Scienziato, due "apparizioni nella notte" intervenuti e poi rapidamente tornati nella loro solita dimensione "ai confini della realtà". Scienziato ci ha reso partecipi delle sue scorribande per le vie di Milano su una bicicletta a motore (utilizza il motore di un tosaerba!) e relativi incontri-scontri con i vigili urbani meneghini ai quali, chissà perché, il veicolo appare insolito. Angelo ha precisato che un tosaerba, unitamente allo spazzolino da denti, ad un cambio di vestiti e a coltello e forchetta fa parte della sua "valigetta di base" che lui lascia nelle varie città in cui ha interessi, da Milano a Melbourne. Del resto chi non mette un tosaerba nel proprio kit di sopravvivenza? Questa fantasia, questa creatività tipica dell’Italiano, diventa poesia quando a metterla in pratica sono persone come Angelo "Scienziato" o Vincenzo "Cenzone". Come dimenticare, tanto per fare un esempio, che quest’ ultimo in tenera età aveva ideato un sistema "frenante" per le macchinine? Parliamo di quelle semplicissime macchinette di plastica, in vendita da "Assunta" o all’emporio "Mora" , con il pilota (ovvero solo il tronco del pilota, le gambe non c’erano) conficcato con un piccolo perno nell’abitacolo. Vincenzo legava, in diagonale, degli elastici sugli assi in ferro delle ruote, in modo che le macchinette, pur non perdendo la possibilità di procedere velocemente, non precipitassero a terra dal muretto sul quale venivano lanciate ma rimanessero ferme, sia pure in bilico, frenate dall’elastico (o "molletta" come veniva chiamato!). Tali piccole "invenzioni" risultano realmente utili, certo più indovinate di certe "bufale" pubblicizzate sui fumetti degli anni ’60, come gli "occhiali a raggi X" della Ditta Same con cui si "potevano vedere le ragazze nude attraverso i vestiti!" Tali occhiali, di cartone, non consentivano di vedere proprio nulla, ma continuavano ad essere venduti anche perché, probabilmente, chi li aveva comperati taceva per non passare per il gonzo del quartiere. A questo, e ad altri incredibili oggetti venduti in quegli anni dedicheremo presto uno speciale. La foto di apertura di questo Eco autunnale ci riporta proprio alla serata di cui sopra: Vincenzo, Riccardo, Angelo, Ferdinando e Gianfranco salutano il popolo dei lettori. Buona lettura a tutti.

E non fatevi mai mancare la fantasia!

Il Direttore