Dove sono finiti quei fiori?

 

 

E' arrivata la primavera, la stagione del “risveglio” della natura, piena di colori e di fiori. E’ il periodo in cui tutti i campi diventano variopinti, assumendo l’aspetto di gioiosi tappeti multicolori. Il prato di Ida si riempie di tantissime piccole margherite e, come d’incanto, sembra diventare vivo, intoccabile, e fa sentire invadente chi medita di attraversarlo.

I fiori, si sa, hanno ispirato numerosi pittori, come pure sono stati protagonisti in tantissime poesie e canzoni.

Il vecchio cantante e compositore americano Pete Seeger, autore, tra l’altro, del celeberrimo inno pacifista “We Shall Overcome”, ha scritto “Where have all the flowers gone”  (Dove sono finiti tutti i fiori?) una delle più belle e toccanti liriche contro la guerra, dall’incantevole melodia, nota soprattutto nelle versioni di Joan Baez e Peter, Paul & Mary. In questo caso i fiori si intrecciano con le giovani vite dei ragazzi e delle ragazze degli anni ’60.

Jacques Prévert ci ha lasciato questa breve ma significativa poesia intitolata “Il mazzo di fiori”:

“Che fai laggiù bambina

con quei fiori appena colti,

Che fai laggiù ragazza

con quei fiori seccati,

Che fai laggiù bella donna

con quei fiori che appassiscono,

Che fai laggiù già vecchia

con quei fiori che muoiono”.

Fiori che nascono, fiori che muoiono. Fiori belli, che rallegrano la vista ed il cuore, si rendono partecipi della nostra stessa vita e poi appassiscono, o peggio, all’improvviso muoiono in un soffio. Sì, può accadere che alcuni fiori abbiano una vita stupenda ma breve, come a volte può esser breve anche la vita umana. Per dirla col Carducci  (in “Jufré Rudel”):

“Contessa, cosa è mai la vita?

E' l'ombra d'un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
il vero immortale è l'amor
”!

Succede che possano morire anche i fiori più luminosi e profumati, quelli che a noi umani apparivano così belli da poter sembrare eterni. Quando ciò accade restiamo increduli, quasi a non voler accettare quel destino, quella realtà che ci ha strappato in un attimo la gioia della Primavera. Ma le stagioni passano e ritornano, seguendo l’infinito ciclo della vita. E viene il giorno che, svegliandoci una mattina, ci scaldiamo il cuore alla vista di una aurora serena che apre la nostra giornata. E si torna a vivere.

 

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