Un’opera monumentale GENTE DI CIOCIARIA
Per descrivere il volume che stiamo sfogliando non basterebbero 10 edizioni dell’Eco di Roccasecca. Esso sarà dunque oggetto di una prima analisi generale e di successivi approfondimenti tematici che troveranno largo spazio nei prossimi numeri dell’Eco. Il testo è dedicato dunque alla “Gente di Ciociaria”, per la quale già nel 2002 era stato istituito - dalla XV Comunitá Montana Valle del Liri, in quel di Arce - un Museo demoantropologico di grande interesse sia per gli studiosi che per la gente comune che ama riscoprire la realtà di una società contadina di cui non vanno assolutamente perse le tracce e la storia quotidiana. Il libro si compone di 500 pagine di grande formato ed è illustrato con circa 300 immagini, la maggior parte delle quali inedite ed a colori. Il primo impatto “visivo” per il lettore è impressionante, risultando ogni singola pagina ricca di narrazione corredata da stupende illustrazioni. Nonostante la mole del lavoro, la suddivisione in tematiche ben precise rende molto scorrevole la lettura; ci si può soffermare sull’argomento “abitudini alimentari” e gustarne le pagine e si può tranquillamente saltare decine di pagine per leggere il capitolo dedicato alle “credenze popolari”. Lo stretto rapporto esistente tra il Museo ed il libro si evince fin dal primo capitolo “La civiltà agro-pastorale ed il Museo della Gente di Ciociaria.” dove vengono descritte finalità e temi di questo particolare tipo di Museo, che non espone oggetti e reperti concreti del vissuto popolare, bensì dei beni che potremmo definire “immateriali”, ossia visivi, testuali, sonori, testimoniali, descrittivi ecc. La ricerca è riferita ad un vasto ambito temporale che va all’incirca dal 1750 al 1950. Tutto il secondo capitolo tratta del “Concetto territoriale di Ciociaria” , dalla basilare descrizione delle “cioce” alle varie modifiche ed interpretazioni del concetto stesso a seconda del periodo di riferimento: il Settecento, l’Ottocento, il Novecento, prima e dopo la nascita della Provincia di Frosinone nel 1927. Grande risalto viene dato nel terzo capitolo ai letterati che hanno dedicato testi alla Ciociaria (un lavoro che nel nostro piccolo abbiamo affrontato anche noi dell’Eco, ndr) “La Ciociaria nelle pagine di poeti e scrittori” , da Riccardo Gulia. a Curzio Malaparte, da Corrado Alvaro a Pier Paolo Pasolini, da Luigi Aloni fino al nostro caro amico Fulvio Cocuzzo, dei cui versi l’Eco è pieno. Il quarto capitolo si intitola semplicemente “Gente di Ciociaria” : “I ciociari, gente che suscita apprezzamento e solidarietà, o disprezzo e rifiuto.”. A questo proposito riportiamo dalla Presentazione del prof. Dino Giovandone, presidente della XV Comunità; Montana Valle del Liri , questa puntuale osservazione: “Grazie a questo libro ci sentiamo un po’ meno orfani della nostra Storia, più consapevoli di valori identitari e stimolati ad approfondire e rielaborarne i temi da un punto di vista storico, letterario, teatrale ecc., si da ribaltare le frequenti banalizzazioni e gli stereotipi sui rurali e sui pastori ciociari, spesso ancora oggi rappresentati in modo grottesco, rozzo, sgradevole e banale”.
Nei capitoli 5 e 6 sono illustrate in modo molto particolareggiato “Le abitazioni” e “Le Abitudini alimentari”, personalmente trovo queste pagine le più belle dell’intero volume: le case di campagna, quelle pastorali, quelle di paese, le descrizioni della cucina e le sue dotazioni, la camera da letto, le dotazioni di acqua e l’igiene, gli annessi rurali, aie, cisterne, fienili, pozzi e stalle. Ed ancora, i pasti tipici e gli alimenti più comuni, pane, pizze, focacce, panicelle, la polenta, i legumi e gli ortaggi le minestre e le paste, le carni e via via fino ai dolci. Di alcuni di questi piatti sembra di avvertire profumi e sapori, grazie alla dettagliata e precisa descrizione.
I restanti capitoli trattano la “Migrazione nell’Agro Romano e Pontino, emigrazione all’estero”, “La morte”, i “Santuari, pellegrinaggi, espressioni di culto” , le “Credenze popolari”, “Le balie ciociare” ed infine “Modelle e modelli ciociari”. Già da questa velocissima scorribanda sui contenuti ci si può rendere conto della mole incredibile di materiale impiegato, anche se la mancanza di spazio non rende giustizia, almeno in questa sede, alla altrettanto notevole contributo dato dalle immagini, spesso tratte da bellissime stampe d’epoca. I due autori del libro, Ugo Iannazzi ed Eugenio M. Beranger, hanno riletto con passione e con rigore la storia della Ciociaria e della gente che l’ha popolata, senza distinzioni tra persone umili e famose, delle condizioni di vita, degli ambienti, della vita quotidiana. Avendo un po’ a modello l’occhio e la penna di Cesare Pascarella, autore di un celebre “Viaggio in Ciociaria”, citato in più di un’occasione sulla nostra rivista, Iannazzi e Beranger affermano: “Per noi autori è stato lo stimolo a percorrere un nuovo ‘Viaggio in Ciociarìa’, nel suo territorio storico, oggi molto cambiato, per raccogliere attestazioni del passato, racconti, fatti, immagini d’epoca, per metterle a confronto con materiali più recenti, raccolti presso gli ultimi testimoni, contadini, pastori, boscaioli, il cui patrimonio di conoscenze e di ricordi si è rivelato molto prezioso.” Un testo che non si può leggere tutto d’un fiato, ma che non va neanche messo in biblioteca per essere consultato raramente come fosse un volume di enciclopedia, un libro che può aspettarci in ogni momento della giornata, pronto ad aprirsi ed offrirci un tuffo nel passato, per rivivere la Ciociaria degli ultimi secoli.
R.M. |