Nelle sale cinematografiche
GOMORRA
In Gomorra, Garrone fa fare un passo indietro alla sua ispirazione visionaria e si mette ingegnosamente al servizio del “testo”, composto da cinque piani narrativi in cui vengono enunciati altrettanti modi di essere contigui, interni, succubi, affascinati, emuli della Camorra, piovra criminal - affaristica che (come denunciato nei titoli di coda della pellicola) risulta essere una delle prime industrie per fatturato in Europa. La scena si svolge per intero all’interno di Scampia, il quartiere simbolo del degrado di Napoli (ma che riverbera il degrado morale ed etico dell’Italia intera), dove si svolge il più grande spaccio di droga a cielo aperto dell’intero pianeta. La fotografia voluta da Garrone declina verso un’oscurità presaga della morte che aleggia ad ogni angolo della narrazione, in più di un’occasione veniamo assaliti da una forte sensazione di claustrofobia, per la grande (giustificata) presenza di inquadrature ristrette, di locali piccoli ed angusti. In qualche modo, per le tante scene che si svolgono di notte, il film di Garrone ricorda Fuori orario di Scorsese; lì come qui non ci sono vie di fuga, finestre dove affacciarsi a vedere un mondo diverso. La narrazione si svolge in maniera circolare, senza un inizio e una fine; un democriteo moto perpetuo che lascia annichiliti e sgomenti.
REGIA:
Matteo Garrone Gianni Sarro |