Grazie

 

Ferdinando tra Nicola e Fabrizio

 

Domenica 14 settembre è stata una giornata che ricorderò per sempre. Per questo sento di dover ringraziare, in qualche modo anche pubblicamente, coloro i quali hanno ideato il Memorial e che hanno pensato di dare alla scuola calcio il nome di Antonio Vicini. Ho visto che in tanti si sono impegnati e hanno lavorato per la buona riuscita della manifestazione che ha coinvolto molta gente per un’intera giornata. Abbraccio idealmente tutti, senza fare nomi per non correre il rischio di dimenticare qualcuno. La nostra gratitudine va a tutti indistintamente . Da coloro che hanno organizzato e curato le varie iniziative sulle quali si è articolata la giornata a Don Domenico per la sua presenza e la celebrazione della messa al campo. Da tutti i “ragazzi” della vecchia Juniores presieduta da mio padre a tutti gli altri che, pur non avendo militato in quegli anni nella Polisportiva, hanno comunque voluto essere presenti in campo. Dai responsabili del Dopolavoro ferroviario di Cassino, pure per tanti anni diretto e animato da mio padre, allo staff tecnico della scuola calcio. Grazie a tutti, compresi coloro che sono venuti semplicemente allo stadio (adesso possiamo azzardarci a chiamarlo così vista la tribuna coperta e il manto erboso) per assistere e partecipare da spettatori.

In tanti hanno voluto avvicinarsi e salutare me, mia madre e mia sorella ricordando con parole affettuose e sentite mio padre. Però sento anche di dover fare un’eccezione per due persone, miei vecchi amici di calcio e di infanzia, che hanno ideato e voluto con forza e determinazione realizzare il Memorial Antonio Vicini: Nicola e Fabrizio.

Nicola in particolare ci ha proposto questo progetto superando con garbo e delicatezza le riserve iniziali che noi familiari avevamo inizialmente. Fabrizio è stato l’instancabile animatore della giornata e ha voluto ricordare con toccante semplicità la figura di mio padre. Ci siamo commossi, mi sono commosso; lo hanno visto tutti quelli che erano lì e non me ne vergogno.

Giuro che né io né tanto meno mia sorella e mia madre, avremmo mai pensato a qualcosa del genere. Papà è vivo dentro di noi, e fra di noi, senza bisogno di nominarlo o di parlarne. Sappiamo che lui c’è e basta. Si spiega così l’iniziale ritrosia a rendere pubblica, in un certo senso, la memoria di mio padre. Nicola e Fabrizio hanno saputo trovare le motivazioni e i toni giusti per realizzare tutto questo. E’ bello che il nome di Antonio Vicini sia accostato alla scuola calcio, ideale prosecuzione di quella associazione di amici che lui ha presieduto per tanti anni e che operava a favore dei giovani di allora, consentendo loro di praticare lo sport e di socializzare in un ambiente sano e familiare. E’ stato bello ritrovare in tanti ragazzi di allora, che il 14 settembre hanno partecipato al Memorial, lo spirito e i valori che mio padre e i suoi amici in molti anni di attività ed impegno hanno cercato di trasmettere a tutti i giovani che hanno avuto con loro. Mi auguro, e sono certo, che la scuola calcio che adesso porta il nome di Antonio Vicini riprenda quel testimone ideale e continui ad operare nella stessa direzione. Grazie.

 

Ferdi