L’eco di una zampogna

 

 

E' il mio compagno di avventure natalizie da circa cinquant’anni (o forse più, chi lo sa?) ed appare oramai scolorito nei pochi panni indossati e nella stessa pelle scoperta delle braccia e del viso. Non ha un nome – anche se dentro di me l’ho sempre associato a Vincenzino – ma è semplicemente “lo zampognaro roccaseccano. Ogni anno, quando finalmente mi decido a togliere il presepe, di solito a fine febbraio, lo ripongo con la massima cura, avvolto in una vecchia carta marrone del pane, ben protetto insieme ad altri tre superstiti di terracotta degli anni ’50 e ’60. Gli altri due sono una contadina che porta un cesto di verdure e un signore rotondo che conduce con sé un altrettanto grasso maiale (gliù porche).

Questo tipo di attaccamento ad oggetti del passato mi è tipico, ma debbo confessare che nei confronti dello zampognaro ho maturato un vero affetto nel corso dei decenni. Al suo aspetto, all’apparenza malridotto,   fa da contrappunto la melodia del suo strumento che nella mia immaginazione si irradia dappertutto durante le vacanze di Natale recando note serene e auguri di un felice anno nuovo. Un sogno? Forse, ma quale periodo più del Natale è foriero di sogni e buoni propositi?. In una delle tante novelle di Natale scritte da Charles Dickens lo scrittore conclude così: “ Trotty aveva sognato? Oppure le sue gioie e le sue pene, così come i protagonisti di questi, sono solo un sogno, lui stesso un sogno, chi racconta questa storia un sognatore che si sta risvegliando soltanto adesso? Se così fosse, lettore nostro, caro a lui nelle sue visioni, cerca di tenere a mente la dura realtà dalla quale sono nate queste ombre e nel tuo mondo, poiché nessuno è troppo ampio né troppo angusto per questo scopo, cerca di correggerle, di migliorarle e di addolcirle. Possa dunque il nuovo anno essere felice per te e felice per tutti quelli la cui felicità dipende da te! Possa dunque ogni anno essere più felice del precedente e anche il più piccolo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle possa godere della giusta parte di quel che il creatore gli ha donato ”.

E questo è anche il nostro augurio a tutti i lettori per un 2009 che porti tanta serenità, oltre a tanti numeri dell’Eco di Roccasecca che entra tranquillo nel suo 14° anno di esistenza sulle note lontane e melodiose della vecchia zampogna. Buon Natale e Buon Anno a tutti.

 

 Il Direttore