A dieci anni dalla morte di George Simenon ricordiamo il suo personaggio più celebre
George Simenon, classe 1903, è stato uno degli scrittori più prolifici del secolo scorso, avendo scritto centinaia di romanzi e racconti, moltissimi dei quali pubblicati anche in Italia, ed è il quindicesimo autore più tradotto di sempre. Qualcuno ha scritto che “La narrativa di Simenon è caratterizzata da storie nelle quali i personaggi, quasi sempre umili o appartenenti alla piccola borghesia, ma anche ricchi e rinomati, si trovano coinvolti in vicende drammatiche. Pur utilizzando uno stile narrativo asciutto e poco incline a estetismi letterari, le sue opere dimostrano una notevole capacità di ritrarre con arguta psicologia vicende dal sapore profondamente umano. Con Simenon si giunge alla borghesizzazione del racconto giallo”. Condividiamo in pieno. Simenon è noto soprattutto per essere l'ideatore del commissario Maigret, e noi lo ricordiamo a dieci anni dalla morte, rivisitando la produzione dedicata al suo più famoso personaggio.
Il Commissario Maigret
Jules Maigret, Commissario della Polizia di Parigi, è uno dei personaggi più amati dal pubblico italiano, non soltanto per l’interesse che suscitano i romanzi di George Simenon, ma anche e soprattutto per l’interpretazione televisiva data negli anni ’60 da un immenso Gino Cervi al protagonista delle storie in oggetto. Il Commissario Maigret, nato dalla penna di quel grande scrittore che è Georges Simenon, fu portato sugli schermi italiani all’epoca dei magnifici sceneggiati in bianco e nero per la TV (eccetto un unico film per le sale cinematografiche, "Maigret a Pigalle", a colori, n.d.r.).
Il grande attore emiliano diede un’interpretazione eccezionale del commissario francese, grazie alle sue doti di umanità e di capacità di recitare in modo così semplice da far pensare a scene reali di vita vissuta anziché a recitazione. Sarebbero tante le tipologie di scene caratteristiche da menzionare, ma lo spazio è tiranno, per cui ci limitiamo a qualche accenno. I duetti con la moglie - la bravissima Andreina Pagnani - tra le mura di casa, in sala da pranzo, davanti alla cena che Maigret-Cervi mangiava realmente e con gusto, fino al bicchierino finale, mentre raccontava le varie fasi del "caso" in cui era impegnato. A seconda del periodo in cui si svolgeva l’inchiesta abbiamo visto gli “interni” di casa Maigret subire modifiche e ammodernamenti, come il rubinetto della cucina e la carta da parati in sala da pranzo, per non parlare del televisore che ad un certo punto prende il posto della storica radio a valvole.
Gli interrogatori che si svolgevano nelle stanze del Quai des Orfevres con Maigret-Cervi che poneva le domande agli inquisiti, con la bocca piena (di tramezzini e birra ordinati alla "Birreria Dauphine", che mandava giù sempre realmente), ottimamente coadiuvato da attori come Mario Maranzana (Lucas), Gianni Musy (Lapointe) e l’impeccabile Franco Volpi (il terribile giudice Comelieau, suo fiero avversario).
Le pipe riempite in continuazione e fumate con gusto, i gesti personalissimi, che non possono essere descritti, con cui accompagnava telefonate, incontri, alterchi, i cambi d’umore repentini, le mani che si alzavano pronte a colpire l’indiziato che provava a farsi beffe di lui con risposte irritanti. Le rare scene in esterno, con il bavero del cappotto tirato su, le scarpe che affondavano in pozzanghere e la ricerca di un bar o di una trattoria dove andare a prendere qualcosa di caldo e forte; i rari movimenti in macchina, sulle Citroen bianche o sui neri taxi antiquati. Ricordiamo una scena su tutte, vista talmente tante volte da poterla riproporre a memoria. Il titolo dello sceneggiato è "Maigret e l’ispettore sfortunato". La scena si svolge al mattino, in un bar, dove Maigret e Lognon (un ispettore malaticcio e lamentoso) stanno finendo la colazione. Maigret, appoggiato al bancone pieno di tazze e piattini usati, mangia realmente un uovo sodo, a piccoli morsi, aggiungendo sale ogni volta, e bevendo un bicchiere di vino. Al momento di andar via propone di pagare il conto, ma l’altro lo ferma, dicendo che quella volta tocca a lui. Mal gliene incoglie! Maigret accetta, e Lognon, avvicinandosi alla cassa, gli chiede: "Commissario, lasci fare a me allora, io ho preso un latte caldo, e lei?" Maigret, di rimando, mentre si aggiusta il bavero del cappotto: "Dunque, io ho preso due caffellatti, tre croissant, quattro uova sode e due bicchieri di vino". E fa un gesto con la mano come a dire "solo questo, nient’altro". Lasciato presso la cassa l’allibito Lognon, Maigret torna a casa per cambiarsi e incontra la moglie che sta uscendo per la spesa mattutina. "Maigret? Già a casa? Ma allora ti preparo la colazione?" E lui, con il faccione da finto ingenuo: "Ma no, cara, lo sai che io al mattino non mangio mai nulla!".
Maigret (a destra) e il fido Lucas (il bravo Mario Maranzana che lo imitava molto nei gesti e nell’aspetto
Un grande attore, una grande interpretazione, che fortunatamente continua a rivivere grazie alle videocassette e ai DVD che ripropongono tutte le serie degli sceneggiati T.V.. Crediamo di non sbagliare se affermiamo che se Gino Cervi, all’epoca, avesse prestato il suo volto alla pubblicità di una birra o di un tipo di pipa, avrebbe fatto furore. Non lo fece (ma forse ancora non erano i tempi giusti) e, caso forse unico nella storia della pubblicità, i produttori di birra e di pipe si ritrovarono ad avere una enorme propaganda gratuita grazie al successo del Cervi-Maigret. Le sigle delle serie TV di Maigret ebbero un grande successo. Curiosamente delle quattro che a memoria mi vengono in mente due sono cantate da personaggi di grande rilievo della canzone (Luigi Tenco in Un giorno dopo l’altro e Tony Renis in Frin Frin Frin) e due “minori” (Amanda con ben due brani, sigle di chiusura e d’apertura: Se non ci sei tu e Il respiro di Parigi e Marcel Mouloudji in Le mal de Paris)
E non ci sorprende il fatto che, almeno noi italiani, anche quando leggiamo "Le inchieste del Commissario Maigret" ci immaginiamo "lui" come se fosse Gino Cervi. Del resto come non pensare a lui quando ci troviamo di fronte a frasi del tipo: "Mi dia una birra, nel boccale più grosso che ha!" "Mi porti una birra ghiacciata, anzi due!" "Cosa c’è per colazione?" - Della salsiccia... Ma se preferisce una bistecca... - "Salsiccia!" - tagliò corto Maigret. "Hai tenuto da parte i crauti?" - Non ne mangerai, vero? E’ un piatto pesante, e tu non stai bene - "Riscaldameli ugualmente. E non dimenticare i pezzi di carne di maiale". "Cosa c’è nel carrello? Costa di manzo? Me ne dia una fetta. Un po' di costa di manzo, Lucas? E patatine fritte, naturalmente!". Maigret mangiò a piacimento delle patatine fritte croccanti. Niente gli impediva di assaporare quelle patate fritte tanto eccezionali: croccanti all’esterno e morbide all’interno. ... mentre gustava il salsicciotto succulento e croccante guarnito di patatine fritte che non sapevano di grasso bruciato. Venne portata una torta di mele fatta in casa e l’odore del caffé si diffondeva nella stanza ...
Anche sulle copertine dell’edizione italiana di Maigret (Mondadori, anni ‘60), il celebre commissario di G. Simenon veniva identificato con il volto di Gino Cervi. Per quanti volessero riavvicinarsi alla lettura, o andare alla scoperta dei libri con Maigret protagonista, pubblichiamo - ed è la prima volta, per quanto ci risulta, che una testata presenti una bibliografia di questo tipo - la lista completa dei romanzi e dei racconti pubblicati in Italia. Il titolo originale in francese é fondamentale, per non incorrere in doppioni, soprattutto se si acquistano le recenti traduzioni della Adelphi, che ha modificato alcuni titoli della Mondadori (che per anni ha avuto l’esclusiva). Alcuni esempi: "Le pendu de Saint-Pholien", tradotto da Mondadori come "Maigret e il viaggiatore di 3° classe", è stato tradotto da Adelphi con il titolo più simile all'originale "L'impiccato di Saint-Pholien".
Pensiamo che queste pagine dedicate al Commissario Maigret, pur non essendo certo esaustive per l’appassionato, saranno abbastanza complete per chi vuole dedicarsi ad una sana lettura, accompagnata, ovviamente, da un boccale di birra e un salsicciotto, con abbondanti patatine fritte croccanti (usanza questa, tanto cara ad un altro personaggio gradito ai nostri lettori, Tex Willer). Riccardo Milan
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