E' arrivato Natale e, almeno in Italia, non ce ne siamo quasi accorti, visto che il clima è
rimasto mite ad autunno inoltrato. E’ trascorso un altro anno e ci avviamo al 2010, che
sarà il 15° anno di vita de L’Eco di Roccasecca, nato nel Giugno 1996. Qualcuno si
annoierà a leggere queste righe, lo so, ma Dicembre è mese di consuntivi, oltre che di
grandi mangiate – alle quali comunque arriveremo – e qualche parola va spesa anche in
tal senso. Siamo giunti al n. 72 che abbiamo riempito soprattutto grazie al contributo di
due nuovi personaggi che hanno sì alzato un po’ la media età dei nostri collaboratori, ma
hanno indubbiamente arricchito il giornale di nuovi ed interessanti aneddoti, storielle e
memorie storiche. Uno è Roberto Matassa che ci scrive da Winchester, Inghilterra,
originario di Caprile, una vita nella selvaggia Scozia, fotografo di fama, redattore dell’Eco
per passione, una moglie tedesca con l’hobby della pittura (a lei si deve il dipinto natalizio
di ambiente scozzese con il Glen Coe sullo sfondo); un grande acquisto, credetemi. L’altro
si chiama Rocco Tanzilli, abitante in Roccasecca e appassionato a sufficienza di vecchie
storie che si è deciso a raccontare perché non vadano perse per sempre. Anche per lui
ringraziamenti sinceri e convinti. Restiamo nella tradizione che vuole che tra i
collaboratori risaltino sovente persone … mature! Tutti ricordano sicuramente come salì il
livello del nostro giornale quando cominciarono ad arrivare gli articoli di Orazio Manente,
classe 1920, di recente meno prolifico ma sempre presente, al quale mandiamo tanti
auguri dal profondo del cuore. Ancora grazie di tutto, Orazio!
Ora, fatti i consuntivi ed i dovuti ringraziamenti, passiamo ad una doverosa ricetta di
Natale, tempo di pranzi infiniti, brindisi e … panettone! Recuperiamo una ricetta già
pubblicata qualche tempo fa, ma che merita la prima pagina sull’Eco di Natale. Si tratta di
una delle proverbiali invenzioni culinarie di Vincenzo Lorino, quindi per definizione
irrinunciabile. E’ il pezzo forte del Pranzo di Natale o della cena di Capodanno, il
Panettone farcito. Si prepara nel seguente modo. Si prende un panettone, si capovolge e
si taglia il fondo, con un affilatissimo coltello Opinel, seguendo la circonferenza della
base, quindi si svuota completamente. Resta dunque una “calotta” vuota che si ripone in
un canto. A questo punto si manipola tutta la pasta interna che è stata tolta,
mescolandola con zabaione, mascarpone, granella di torrone e, possibilmente, con resti di
cioccolata (ce ne sono sempre in ogni casa, durante le feste di Natale). E’ il momento di
riempire di nuovo la “calotta” vuota del panettone con l’impasto ottenuto (a gusto
personale si può mantecare con un liquore a piacere), chiudendola con la base che era
stata accuratamente conservata al momento del taglio. A questo punto quando viene
servito in tavola, su un piatto natalizio come è tradizione, il panettun appare proprio
come un panettone normale che deve essere soltanto affettato. Immaginate la sorpresa
dei commensali quando la prima fetta, profumata e grondante condimento, sarà tagliata
e deposta nel piatto. Una vera leccornia! Bene, lasciatemi dire che è tutto, arrivederci al
2010. Buon Natale e buon appetito a tutti!!!