LA CHIESETTA DEDICATA AI SANTI FILIPPO E GIACOMO
 
Ai pozzi di Caprile vi è questa antica chiesa, costruita per onorare i santi  apostoli sopra citati.
I  contadini della zona   fecero fare delle statue di questi santi per onorarli. Ancora oggi si dedicano alla cura e
seguono assiduamente le funzioni religiose.
Ogni anno l’ultima domenica di maggio si festeggia questa antica  e tradizionale ricorrenza.
Nella piazzetta antistante venivano da ogni parte per partecipare alla fiera del bestiame.
Con la seconda guerra mondiale e con l’andare del tempo il fabbricato si era ridotto molto male.
 
 
 
 
DON PASQUALINO PARROCO DI CAPRILE E COLLE S. MAGNO
 
Un bel dì  lui fu destinato dal vescovo Chiarinelli di Sora, parroco della zona.
Era un sacerdote molto giovane, ciociaro, nativo  della zona. Brava persona, con un sorriso sempre stampato sulla
bocca. A Caprile si sono succeduti tanti parroci. Ne ricordo uno in modo particolare quando ero ragazzo. 
 
Si chiamava Don Ciccolino. Me lo ricordo un po’vestito da monaco.
Anticamente alcuni proprietari di terreni, pur di guadagnarsi un pezzetto di paradiso, lasciavano i loro beni alla
chiesa.
Noi sapevamo dove erano questi “CENSI” ‘’ cosi chiamati. Oggi si parla di livelli. A distanza di centinaia di anni, questi
terreni sono ancora vincolati alla chiesa. Se ci si vuole liberare di questo vincolo si deve pagare.
Quindi Don Ciccolino, che noi durante l’anno non  vedevamo mai, al tempo della raccolta del grano e della
trebbiatura, si presentava con l’asino e il suo carrettino per ritirare quanto dovutogli. Oggi non è più così ma il censo
è rimasto.
E veniamo a Don Pasqualino. Lui era un costruttore nato. Se invece di fare il sacerdote avesse preso quella
professione, in quel campo sarebbe stato veramente importante. Voglio parlare di lui perché ho avuto bellissimi
rapporti.
Come conobbi Pasqualino? Un dì mentre scendevo da Caprile  con la mia auto, vidi alcuni muratori restaurare la
chiesa dei SS. Filippo e Giacomo. Mi venne in mente di chiedere se avessero avuto bisogno di una pittura all’interno
della chiesa per onorare la memoria di mio padre morto da poco.
Chiesi se vi era il parroco o chi per esso per proporre ciò che avevo in mente di fare. Mi indicarono un muratore
dicendomi che era il parroco. Mi presentai, dissi che sapevo dipingere e che mi avrebbe fatto piacere se potevo fare
qualche cosa per la chiesa.
Non conoscendomi, mi rispose evasivamente. Lo invitai a casa mia per vedere se i miei dipinti fossero di suo
gradimento. La sera dello stesso giorno, si presentò a casa con due ragazze. Diede uno sguardo ai miei dipinti e
disse che la cosa si poteva fare. Chiesi cosa avrebbe gradito, mi rispose che il suo desiderio era di vedere un bel
crocifisso in fondo alla chiesa.
 
Le sue parole furono queste:
“IO HO UN PADRE FALEGNAME ,LUI POTREBBE FARE LA CROCE DI LEGNO E TU POTRESTI DIPINGERE IL CRISTO”.
Da esperto ,feci il disegno come doveva essere costruita la croce. Altezza metri tre larghezza metri due. La croce fu
realizzata e con un trattore fu portata da me e iniziai l’opera. Da premettere che io non abitavo ancora a Roccasecca 
ma a Roma ed avevo numerosi altri impegni.
 
 
Il sabato e la domenica mi dedicavo a questa opera.
Ultimato il Cristo, vennero con il trattore per portalo a destinazione in quanto la chiesa era stata  completamente
rifatta ad esclusione della facciata e dei muri laterali. Il fondo della chiesa di forma semicircolare è stato un
prolungamento del tutto nuovo. Quando Don Pasqualino vide per la prima volta l’opera rimase estasiato; le sue
parole mi risuonano ancora nell’orecchio:
“ROCCO, LE VIE DEL SIGNORE SONO INFINITE.
 
QUANDO TU MI HAI CHIESTO DI FARE QUALCOSA PER LA CHIESA, IN QUEL MOMENTO STAVO GIUSTO PENSANDO
COME FARE PER ABBELLIRLA.”
 
Sono parole queste che ancora oggi mi commuovono.
L’inaugurazione fu fatta dal vescovo Chiarinelli di Sora. Anche lui si complimentò con me.
Tutti mi battevano le mani e a me per la commozione veniva da piangere anche perché era la prima volta che
presentavo una cosa al pubblico.
Ho donato altri dipinti i quali sono posto sulla parete dell’ingresso e nel lunotto nella parte esterna.
 
 
 
 
Ogni tanto vado volentieri a rivedere le mie opere, questa chiesa fa parte di me, poi è così accogliente e mistica,
senti quando entri un riavvicinamento al nostro credere.
Questo che ho narrato è una piccola e veritiera storia di questo piccolo ambiente vivo.
Oggi Don Pasqualino à parroco in una chiesa di Sora e dopo aver costruito tante cose a Roccasecca e Colle San
Magno ha continuato a costruire.
Sono stato da lui poco tempo fa e lì ha costruito una reggia.
 
 
Rocco Tanzilli