Ida e Bob
Lui si chiamava Bob Kennedy, fratello di John, Presidente degli USA ucciso in un attentato a
Dallas nel Novembre del 1963. Bob era nato nel 1925 nel Massachusetts e morì all’alba del 6
giugno 1968, nell'Ambassador Hotel di Los Angeles, ucciso anch’egli, dopo il discorso di saluto
per festeggiare la vittoria elettorale conseguita nelle primarie presidenziali della California.
Aveva 42 anni. Oggi ne avrebbe avuti 84.
Lei si chiamava Ida Violante, non era sorella di alcun Presidente della Repubblica ed era nata
ad Atina (FR) nel febbraio del 1921. Una vita vissuta serenamente a Roccasecca, sempre nella
stessa casa, alla “crocevia”. Ida ci ha lasciato all’alba del 10 Novembre del 2009. Aveva 88
anni. Ne avrebbe compiuti 89 il prossimo Febbraio.
Si può dire che Ida e Bob fossero quasi coetanei, ma, a parte ciò, dirà chi è arrivato a leggere
fino a questo punto, cosa mai avevano in comune? Cosa può legarli?
E’ presto detto.
Una delle ultime volte che ho pranzato da Ida e Vincenzo, mesi fa, è successo un fatto
inaspettato che mi ha particolarmente colpito.
 
Al termine del lauto pasto, direi proverbiale quando si ha a che fare contemporaneamente con
la cucina tradizionale e ricca di Ida e gli “intrugli” multicolori e multi sapori di Vincenzo, mentre
sorseggiavamo il caffé, Ida ha tirato fuori da un cassetto due vecchi ritagli di giornale, segnati
dal tempo ma riposti con cura. Con la stessa cura Ida li ha aperti e me li ha mostrati.
Si trattava di due parti di pagine del Messaggero di giovedì 6 giugno 1968, dove si riportava a
nove colonne la notizia del ferimento di Bob Kennedy e le scarsissime speranze che potesse
rimanere in vita.
In un attimo mi è venuto alla mente quel 6 giugno, che era stato il mio ultimo giorno di scuola
in terza media; la memoria ha cominciato a correre all’impazzata, mentre guardavo quei fogli
ingialliti, a quel caldo giorno di fine scuola in cui tutti presi dalla felicità dell’inizio delle lunghe
vacanze, usciti prima rispetto all’orario usuale, io e i miei compagni ci imbattemmo in qualcosa
di insolito. Accanto all’edicola c’era un’alta pila di giornali – proprio il Messaggero – che era
stata depositata da poco, e la gente si affrettava a comprarli prendendoli da sé. Era una
“Edizione speciale” dedicata all’attentato a Bob Kennedy.
Un ricordo, un’emozione
La foto presa dall’alto del volto del senatore appena colpito, segnato dal dolore mi
riapparve con il medesimo impatto che avevo avuto 40 anni prima.
E’ stata una grande emozione, non c’è ombra di dubbio, aggiunta alla sorpresa che Ida
avesse conservato per tanto tempo proprio quei ritagli, lei che non era una collezionista
di documenti storici, almeno per come la conoscevo io. Mi parlò di come fosse stata
colpita dalla morte di quel giovane senatore dallo sguardo buono, quattro anni e mezzo
dopo l’assassinio del fratello John, e solo un mese e mezzo dopo quello del reverendo
Martin Luther King, premio Nobel per la Pace. Per questo motivo aveva voluto
conservare quel ricordo in suo onore.
 Lessi quelle pagine e gliele riconsegnai maneggiandole con grande attenzione,
riproponendomi di chiederle se potevo farmene una copia. Facevo fatica a
credere che avevo potuto rileggere dopo 40 anni quegli articoli e che proprio Ida
li avesse mantenuti con così grande cura e rispetto. Inoltre, il fatto che questo
tuffo nella memoria fosse accaduto nella sua cucina mi faceva ancora più
piacere.
A quella stanza sono legati tanti ricordi della mia infanzia, quando abitavo a
Roccasecca e trascorrevo tante ore a casa di colui che all’epoca era il bambino
che frequentavo di più, il cosiddetto “amico del cuore” e proprio in quella cucina
si faceva merenda e si guardava la TV dei Ragazzi dei primi anni ‘60, da
“Giramondo” a “Avventure in elicottero”.
Anche dopo aver cambiato città, è sempre stato bello ritrovarmi a passare bei
momenti nella cucina di Ida, accanto al camino, davanti ad un buon caffé.
Le pentole di rame sul muro, impeccabilmente lucidate, i mobili verdi, la foto di
Luigi sulla mensola del grande camino, le piante, il carillon modello casetta
tirolese, ed altri oggetti sono indelebile memoria nella mia mente.
Non ho fatto in tempo ad avere in prestito direttamente da Ida quelle pagine per
farne copia. Ora quelle copie le ho, ma gli originali li ho avuti da Vincenzo, lo
scorso 19 dicembre. Eravamo io, lui e Gianni, abbiamo trascorso circa due ore in
grande compagnia e serenità, “spolverando” un pranzo frugale ma ben riuscito.
Vincenzo aveva cucinato una frittata di cipolle, uno dei piatti preferiti di Gianni, e
delle verdure in padella. A ciò si sono aggiunte salsiccia secca, formaggio silano,
pizze di vario tipo, olive e intrugli vari, oltre ad una generosa dose di frutta
paesana e dolci in quantità, il tutto innaffiato da un fresco prosecco. Eravamo noi
tre, ma mi sembrava che non fossimo solo noi.
Forse Ida e Bob, che su questa terra non si sono mai incontrati, ci osservano
sorridenti dal cielo…
 
Riccardo
Roma, Natale 2009