Vorrei parlare di un personaggio vissuto da noi dal 1870 al 1942.
Parlo di mio nonno Loreto Tanzilli detto Loreto Midolle. E’ bene ricordare queste persone che
hanno lasciato una traccia nella nostra bella e cara terra.
Lascio immaginare cosa poteva essere la nostra zona a quei tempi, era il periodo delle
emigrazioni.
Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti o America in generale.
La miseria non mancava e non c’erano i mezzi per fare qualsiasi cosa a parte la zappa e la
vanga.
Voglio parlare di questa persona ,anche per onorare la sua memoria perché merita tanto
anche se aveva poca simpatia per me.
In quella località ancora oggi chiamata la soccia, vi è una grossa proprietà. Circa 10 ettari di
terra con una masseria al centro.
Questo terreno a valle di Caprile fu acquistato da mio nonno per conto di uno dei figli
residente in Francia. Fece costruire un pozzo e una cappella, dove si può notare questo mio
dipinto.
La sua mente era sempre in movimento, pensò bene di costruire una grossa vasca ai piedi del
monte per raccogliere le acque piovane per poi irrigare il suo giardino (LA GERBIA).
Oggi a distanza di tempo è ancora là, ben coperta da spine e altro.
La vasca fu realizzata in cemento. Il cemento ben si sa come va trattato.
Allora, penso che non conoscendo bene questo materiale,fu fatta una cosa un po’ empirica.
Sta di fatto che non è riuscito a trattenere una goccia di acqua.
Non soddisfatto, volle ripetere questa cosa nella sua proprietà esistente ai confini di
Roccasecca e Castrocielo.
Lui viaggiava e sicuramente in qualche posto aveva visto i mulini a vento.
Fece costruire un pozzo, fece montare un “CENTIMETRO” così chiamato.
Oggi sono spariti dalla circolazione ma allora l’acqua veniva sollevata con queste vaschette
lunghe 60 centimetri circa, montate su una apposita ruota. Poi a ridosso del pozzo fece
costruire una torretta in metallo con delle pale tipo mulino a vento le quali girando avrebbero
dovuto mettere in moto il meccanismo sottostante.
Ma questo non ha mai funzionato perché a Roccasecca il vento c’è “QUANNE GLI PARE”.
Fece anche la vasca ma per tirare l’acqua ci pensò un somaro.
Poi questa voglia di costruire per raccogliere dell’acqua passò dalla sua mente.
Avvicinò Zeppieri, che all’epoca andava in giro con i cavalli - non riesco a capire quali rapporti
ci fossero fra di loro – e una cosa è certa: si impossessò di uno “sciarrabba” , un carrozzone
che aveva la capacità di portare a spasso circa 30 persone. Il tutto veniva trainato da cavalli.
Anche questo non durò a lungo!
Decise allora un bel dì di mettere un forno per cuocere il pane alla Stazione di Roccasecca, ma
con scarsi risultati poiché buona parte della gente il pane se lo faceva da sé.
Poi si mise a costruire blocchetti in cemento sempre alla stazione di Roccasecca.
Non sono a conoscenza del responso.
Noi eravamo appena ritornati dalla Francia, era l’anno 1941, e lui era oramai anziano, con la
testa ci stava poco, dormivamo con lui in un letto composto da cavalletti in ferro con
materasso pieno di foglie di pannocchie di granturco. Aveva la mania di cantare tutte le notti.
Per me era diventato un incubo, non mancava qualche calcetto ma il disco era sempre quello.
Ho detto all’inizio che aveva poca simpatia per me, questa è la verità ma dato che ero un po’
troppo vivace forse il tutto dipendeva da me.
Bisogna ricordare questa gente che una piccola traccia hanno lasciato per ricordare loro.
Molta gente amorfa è passata nel dimenticatoio ed è un peccato non ricordare quelli che dopo
di loro hanno lasciato la nostra generazione.
Ringrazio l’Eco di Roccasecca, in modo particolare Riccardo Milan e Gianfranco Molle, che mi
hanno dato dà la possibilità di rimembrare quanto citato.
Questi ultimi due personaggi vanno tenuti da conto, visto con quanto impegno e amore
mettono continuamente in evidenza ciò che riguarda noi tutti e la nostra cultura.
L’autorità di questo paese, dovrebbe dare un merito speciale a chi con tanta abnegazione
dimostra di essere un importante cittadino di Roccasecca,
Ringrazio di nuovo e cordialmente saluto