Le lezioni sul Cinema
di Gianni Sarro
I lettori de L’Eco di Roccasecca apprezzeranno senza dubbio la possibilità di leggere sulle nostre pagine la trascrizione delle lezioni sul cinema che il nostro esperto Gianni Sarro sta tenendo da alcuni mesi nella Capitale. Si tratta di interventi a tema che spaziano lungo tutta la cinematografia italiana ed internazionale. Niente paura, gli argomenti trattati sono sufficientemente accessibili a tutti, non rischiate di vedervi di fronte un saggio sulla scena finale della Corazzata Potemkin, con obbligo di lettura e commento scritto da inviare in redazione, alla stregua del povero ragionier Fantozzi.
La prima lezione verte su un tema principe del mondo del cinema, ovvero il “bacio” e sarà pubblicata sul prossimo numero dell’Eco, dove troverà ampio spazio.
Per darvi un assaggio, di seguito la breve relativa introduzione. Buona lettura.
Introduzione al tema
“Il bacio di celluloide”
Il bacio è una delle forme retoriche più utilizzate dal cinema, si farebbe prima ad elencare i film in cui non appare, che quelli dove è presente. Il primo bacio al cinema si vede nel 1876, la pellicola s’intitola The Kiss, prodotto da Thomas Alva Edison.
Tenendo conto anche del preludio, il bacio al cinema ha avuto due diverse modalità di rappresentazione.
Da una parte l’alternanza dei piani dei due diversi soggetti seguendo il collaudato schema del campo e controcampo delle scene di conversazione ( è abbastanza scontato che due amanti prima di baciarsi, si parlino ), dall’altra l’avvicinamento progressivo costruito attraverso uno o più raccordi in avanti.
Sul versante dei piani nella stragrande maggioranza dei casi il bacio viene rappresentato in primo piano, primissimo piano, mezzi primi piani.
Immagine dal film The Kiss di Alva Edison
Come sappiamo, tuttavia, le convenzioni espressive del cinema non sono dogmi inalienabili, e va da sé che anche il bacio abbia costituito un campo di ampia sperimentazione espressiva. Altro canone della rappresentazione del bacio è la musica di sottofondo, generalmente dai toni romantici, scelta semi obbligata dal fatto che durante un bacio non si parla. La parola trova invece spazio prima e dopo il bacio.
Detto che un bacio è un atto di acclarata intimità, può accadere di scambiarselo in luoghi privati o pubblici, oppure in luoghi “di mezzo”, di confine tra queste due sfere, ed ecco che il cinema sfrutta spazi quali gli androni e le scale, le soglie ecc.
Il bacio implica la presenza di due soggetti, si pone quindi il problema dell’eventuale punto di vista dominante, ovvero dell’affermarsi di una soggettività che ha il compito di fare da filtro principale della rappresentazione, ossia di guidare lo spettatore attraverso lo svolgimento della scena.
G.S.